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Cei. Chiusa l'assemblea. Zuppi parla di pace, lotta alla povertà e tutela dei minori

Sull'utero in affitto il presidente della Cei ricorda che la vita non si compra. No ai giustizialismi per quanto riguarda la pedofilia. 8xmille in calo, ma la lotta alla povertà non ne risentirà

"La vita non si compra mai". A proposito dell’utero in affitto. La missione in Ucraina vuole favorire il dialogo. Parlando dell’incarico ricevuto da papa Francesco. Per l’Emilia Romagna gli stanziamenti siano immediati e non si perda tempo. E per quello che riguarda la vicenda di pedofilia che ha coinvolto un laico della diocesi di Tivoli, la Chiesa locale ha parlato chiaro e «non accettiamo accuse di atteggiamenti omertosi». Sono alcuni degli argomenti affrontati dal cardinale Matteo Zuppi durante la conferenza stampa di ieri pomeriggio, a conclusione della 77.ma assemblea generale dei vescovi. Il presidente della Cei, che aveva al suo fianco il segretario generale e arcivescovo di Cagliari, Giuseppe Baturi, oltre che il portavoce Vincenzo Corrado si è anche soffermato sulla lotta alla povertà, sulla necessaità di alloggi a prezzo popolare, sia per gli studenti fuori sede che per le famiglie e sulla ripartizione dell’8xmille, che fa del bene sia all'Italia che alla Chiesa, attiva energie ed è immagine di un fisco solidale.

Sulla questione degli abusi, Zuppi ha fatto notare che "la giustizia è una cosa molto seria: non c’è bisogno di giustizialismo. Invocare il giustizialismo è sempre pericoloso per la giustizia. È la nostra preoccupazione e il nostro interesse collaborare”. E venendo in special modo al caso emerso a Tivoli ha agggiunto: “Mi auguro che non ci sia bisogno di colpire qualcuno e comunque non spetta alla Cei”. L’atteggiamento della diocesi di Tivoli e Palestrina, a partire dalle dichiarazioni del vescovo e poi del responsabile della tutela sui minori, ha aggiunto a sua volta Baturi, “è stato quello della grande e immediata attenzione all’assunzione di responsabilità nella condanna e nell’affronto del problema”.

Lo stesso Baturi ha poi ricordato che in Italia “non esiste un obbligo giuridico, ma i vescovi già nel 2019 hanno parlato di obbligo morale, a cui ci atteniamo, e di collaborazione con le autorità statali”. Tutto ciò, ha spiegato, “con alcuni vincoli: la verifica che l’accusa sia fondata, dopo l’indagine previa; che la denuncia non incontri l’opposizione del minore; che non sia in gioco la salute del minore per un rischio imminente”. Dopo il primo Report nazionale sugli abusi, ha ricordato inoltre il segretario generale della Cei, durante l’Assemblea straordinaria in programma ad Assisi dal 13 al 16 novembre verrà diffuso il secondo Report, stilato anche grazie alla collaborazione di enti di ricerca qualificati, come l’Istituto Innocenti di Firenze e il Centro di ricerca di vittimologia dell’Università di Bologna. Mentre prosegue la collaborazione con il Dicastero della Dottrina della Fede per la ricerca sui casi degli ultimi vent'anni.

Sulla missione di pace per l'Ucraina il cardinale Zuppi ha spiegato che consisterà nel "portare la vicinanza alle vittime di questa guerra" e "favorire, se e come possibile, il dialogo e la pace. E' indispensabile trovare una via d'uscita dopo tante sofferenze". Alla domanda se si recherà sia a Kiev che a Mosca, Zuppi ha risposto con un "no comment". Mentre ha detto di affrontare questo incarico "con sofferenza" proprio legata a quella delle persone che stanno subendo la guerra. "Ho però il sostegno del Papa, della Segreteria di Stato e di tante persone".

Per quanto riguarda infine l'8xmille, sia Zuppi, sia Baturi, si sono detti preoccupati per il calo delle firme e delle somme a favore della Chiesa cattolica. Ma entrando nelle spiegazioni tecniche, il segretario generale ha fatto notare che questo è dovuto anche al fatto che i dati si riferiscono al 2020, anno della pandemia, con l'economia praticamente ferma. Ciò ha fatto calare il gettito Irpef e dunque anche l'8xmille da distribuire. Il Calo rispetto all'anno scorso è stato di 100 milioni, ma gli interventi di carità, è stato spiegato non ne avranno a soffrire, dato che la Cei integrerà con altri fondi, frutto di accantonamenti e residui degli anni precedenti.

 

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Mimmo Muolo

© Avvenire, giovedì 25 maggio 2023

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