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Cei: «Migranti, la risposta non sia solo respingimento. Si rispetti la dignità»

Il segretario generale monsignor Baturi parla a chiusura del Consiglio permanente. E sull'autonomia differenziata: preoccupazione per la crescita delle diseguaglianze

La Chiesa italiana esprime «preoccupazione per una soluzione del problema dei migranti solo in termini di respingimento, di contenimento e di ordine pubblico». Lo afferma l’arcivescovo di Cagliari Giuseppe Baturi, Segretario generale della Cei nella conferenza stampa di chiusura dei lavori del Consiglio permanente. Le domande si focalizzano sui provvedimenti governativi attesi in serata. «È necessario - avverte - che tutti i provvedimenti siano rispettosi della dignità dell'uomo, che non si protraggano ad esempio delle detenzioni oltre la misura necessaria, ma poi è necessario attivare tutti gli altri percorsi perché le vite umane siano accolte, siano protette, siano promosse e siano integrate come dice il Papa». Quindi «non si può ridurre la gestione di questo fenomeno soltanto a una misura di contenimento detentivo o in vista di una azione di rimpatrio».

Sollecitato sulla stretta sui minori e sulle donne incinte, il presule è stato molto chiaro: «I minori hanno bisogno di maggiore tutela, così come le donne, sui minori non accompagnati è necessario avviare una riflessione con le comunità locali, con le Regioni, c'è la necessità di conoscere le loro storie individuali, di proteggerli anche con l'aiuto di staff, di figure di professionisti capaci di accompagnarli, le misure semplicemente detentive potrebbero non raggiungere lo scopo di un rispetto della dignità dell'uomo, su questo penso che è possibile un dialogo con la società civile, con la Chiesa, con le autonomi locali, con il mondo del Terzo settore».

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Riguardo al tema dei migranti Baturi ricorda l’impegno della Chiesa italiana con la campagna “Liberi di partire, liberi di restare”, titolo che è stato ripreso nel Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale del migrante e del rifugiato di quest’anno. Campagna che ha visto la realizzazione di 130 progetti (in Italia, nei Paesi di transito e in quelli di partenza) per un totale di oltre 28 milioni di euro.

Quello dei migranti non è l’unico tema che la Chiesa italiana segue e seguirà con particolare «vigilanza».

C’è il disegno di legge sull’autonomia differenziata che nell’attuale formulazione di alcuni articoli desta allarme nell’episcopato della Penisola. «Preoccupa - spiega monsignor Baturi - che il meccanismo ipotizzato vada ad aggravare le diseguaglianze, c'è un grandissimo tema che è quello dell’incidenza sui diritti fondamentali dell’uomo, come la salute diseguale». «Il prosieguo del cammino del disegno di legge - aggiunge - vedrà la nostra attenzione con la preoccupazione di non allargare una eventuale diseguaglianza tra parti del Paese che ha la naturale vocazione all'unità che si esprime nella solidarietà, come indica la Costituzione».

Al segretario generale della Cei viene chiesto anche un parere sulla missiva inviata dalla premier Giorgia Meloni al Cancelliere tedesco Olaf Scholz. Il presule non entra nel merito della lettera ma ribadisce che «sulla politica di accoglienza e di integrazione la Chiesa italiana non ha dubbi, così come non ha dubbi sulla necessità che un fenomeno così complesso e globale sia trattato sia guardando alle cause sia alla necessità politica di un'azione concertata in Europa». «Su questo - ricorda - il Papa ha espresso posizione molto chiare a Marsiglia» dove si è recato nei giorni scorsi.Netto poi il giudizio di monsignor Baturi sui rischi di una strumentalizzazione politica della fede. «Spesso - sottolinea l’arcivescovo di Cagliari - si usano tanti slogan, la nostra linea è sempre quella, quella di san Giovanni Paolo II: collaborare con tutti su un piano di sviluppo dell'uomo e della nazione ma sapendo di una differenza tra l'azione della Chiesa e l'azione delle forze politiche». Infatti «la religione non è mai uno strumento semplicemente identitario, è qualcosa di molto personale, il rapporto con Dio e non può non tramutarsi in amore al prossimo».

Nel corso della conferenza stampa monsignor Baturi illustra anche i progressi della Chiesa italiana riguardo alla tutela dei minori e degli adulti vulnerabili. «Il tema c’è - rimarca - è grave e non possiamo fermarci». Così la Chiesa italiana ha incrementato i centri di ascolto per le presunte vittime che «ormai coprono la totalità del territorio». Inoltre è in fase di completamento la raccolta dati per il secondo Report sui presunti abusi da parte del clero che verrà diffusa nella terza settimana di novembre in occasione della Giornata nazionale dedicata alle vittime degli abusi. Prosegue anche l'attività e l’elaborazione dei dati in collaborazione con il Dicastero per la dottrina della Fede. Il presule annuncia che il prossimo 17-18 novembre, subito dopo l’Assemblea straordinaria dei vescovi italiani, si terrà a Roma la riunione dei referenti diocesani.

Intanto, sempre sul tema degli abusi è in arrivo è un nuovo sussidio Cei, il quarto, che si occuperà dell’”indagine previa”. Monsignor Baturi sottolinea che queste pubblicazioni sono state molto apprezzate anche all’estero, tanto che diverse conferenze episcopali europee hanno chiesto di poterle pubblicare. Sono già pronte le versioni per la conferenza episcopale ceca e per quella croata, mentre è in corso la traduzione per quella spagnola.

Il Segretario generale risponde anche sull’annunciata riforma della strutturazione e dell’organizzazione degli Uffici e dei Servizi Cei, che verrà effettuata con una particolare attenzione all’«essenzialità» e sull’«aiuto alle diocesi». E spiega che si sta studiando una forma di sostegno finanziario per le diocesi che in futuro saranno “pienamente unite”, perdendo quindi una parte dei contributi provenienti dalla Cei.

Infine l’arcivescovo di Cagliari annuncia che nel corso dell’Assembea Straordinaria che si terrà dal 13 al 16 novembre ad Assisi ci sarà una grande preghiera dei vescovi italiani «per il dono della pace».

Gianni Cardinale

© Avvenire, mercoledì 27 settembre 2023

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