Convegno Ecclesiale Regionale. Intervista a Mons. Francesco Cacucci
Intervista a Mons. Francesco Cacucci, Arcivescovo di Bari-Bitonto e Presidente della Conferenza Episcopale Pugliese, in preparazione del III Convegno Ecclesiale regionale di san Giovanni Rotondo (27 - 30 aprile 2011) sul tema: " I laici nella Chiesa e nella società pugliese oggi".
D: Perché un convegno sul laicato e come si inserisce nella scia degli altri due precedenti, sulla comunione pastorale e la vita consacrata?
R: Il Convegno ecclesiale pugliese, su “I laici nella Chiesa e nella società pugliese oggi”, è stato certamente accompagnato da eventi ecclesiali quali il Convegno nazionale di Verona (2006), dal Convegno di Napoli delle chiese meridionali su Sud e mezzogiorno (2009), o ancora da autorevoli documenti del Magistero, come le encicliche di Benedetto XVI Spe salvi e Caritas in veritate, dalla lettera dei Vescovi italiani su Chiesa e Mezzogiorno, dai recenti Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il decennio 2010-2020 sulla sfida educativa. Ma direi che è stata soprattutto l’attuale temperie sociale, politica e culturale a spingere le Chiese, quelle di Puglia in particolar modo, a interrogarsi, a riflettere sull’impegno dei laici, un impegno che riguarda tutta la comunità ecclesiale. Non è perciò un convegno dei laici, ma sui laici. E in questo senso è in continuità con i due precedenti Convegni ecclesiali regionali, con quello “Crescere insieme in Puglia”, sulla Chiesa popolo di Dio, con quello sulla vita consacrata, sui doni dello Spirito, doni che vogliamo considerare anche in tante aggregazioni laicali, in tante realtà che i laici vivono, che magari poco si conoscono.
D: La Chiesa italiana ha lanciato la sfida educativa. Come il laico cristiano può raccoglierla e promuoverla?
R: Dicono i Vescovi italiani: “Un’autentica educazione deve essere in grado di parlare al bisogno di significato e di felicità delle persone” (n. 8).La comunità cristiana con il suo mai interrotto impegno educativo di catechesi, di liturgia, di vita comunitaria, oggi ancor più deve sforzarsi di rispondere a questo bisogno di senso, di gioia, che si tende a cercare altrove. Viviamo in una società caratterizzata dalla frammentazione, dalle solitudini, dagli individualismi, dagli egoismi di gruppi politici, economici, sociali, culturali, mediatici. I laici potranno rispondere a questa sfida riproponendo con la parola e la testimonianza “la vita buona del Vangelo”, la Parola di Dio, la vita di comunità.
D: Il convegno servirà anche a riscoprire “la grandezza della vocazione laicale”, scrivete voi vescovi nella lettera di indizione. Esiste oggi, piuttosto, una tentazione nel laicato a “ripiegarsi” sugli impegni di vita ecclesiale e nello spiritualismo invece di aprirsi alla vita sociale ?
R: Dopo la splendida stagione fiorita col Concilio, di riscoperta della Chiesa popolo di Dio e della universale vocazione alla santità, una stagione che ha visto anche, nei suoi aspetti positivi, una contestazione giovanile, anche nella Chiesa, per la costruzione di un mondo migliore, per il rinnovamento e l’aggiornamento nella Chiesa stessa, si è avuto indubbiamente un lungo periodo di ‘riflusso’, di ripiegamento nel privato e, nella comunità cristiana, una ricerca di maggiore interiorizzazione, di spiritualità, di impegno intraecclesiale. Oggi, sulla spinta anche di nuove realtà di impegno, soprattutto nelle Aggregazioni laicali, nel volontariato, si avverte forte il bisogno di vedere l’impegno dei laici a tutto campo, senza schizofrenie e divisioni, il bisogno di vivere fino in fondo la vocazione battesimale.
D: Guardando alla storia recente della nostra regione, così ricca di esempi di laici, con quali sue specificità e ricchezze il laicato pugliese arriva a questo appuntamento?
R: Direi soprattutto con una specificità e una ricchezza. La specificità è l’attenzione al territorio, alle sue ricchezze e potenzialità. Un Convegno svoltosi nel settembre scorso alla fiera del Levante, all’interno della manifestazione fieristica, su Chiesa e mezzogiorno, è stato un esempio di questa attenzione che si è rivolta in questi ultimi tempi alle realtà dell’industria, del credito, del mondo del lavoro, della cultura. La ricchezza, poi, è senza dubbio il superamento di contrasti e divisioni tra le tante aggregazioni laicali della nostra Chiesa: c’è ormai una felice collaborazione, un positivo mettere insieme le ricchezze dei diversi movimenti e gruppi, ognuno col suo particolare carisma di attenzione (alla famiglia, alla cultura, al lavoro, all’impegno politico, alla comunità cristiana); sono risorse che, messe in comune, concorrono alla comune edificazione, e sono per tutti una preziosa testimonianza di unità e collaborazione.
D: L’Italia e la nostra regione hanno bisogno di una nuova generazione di laici – soprattutto giovani - impegnati in politica?
R: Il papa Benedetto XVI, i Vescovi italiani, hanno più volte di recente proposto la necessità, data la nostra tormentata situazione socio-politica, di una nuova generazione di laici, soprattutto giovani, impegnati nella politica. E’ un bisogno urgente. Ma è un bisogno che deve crescere insieme ad una profonda consapevolezza degli impegni derivanti dal Battesimo, dai sacramenti dell’iniziazione cristiana; deve nascere dalla carità (perché anche l’impegno politico è una forma di carità), e dalla carità eucaristica. Per questo è indispensabile che i laici sappiano fare sintesi tra Parola, liturgia e vita. La scelta della pastorale mistagogica che la nostra diocesi di Bari-Bitonto sta conducendo ormai da anni, va anche in questo senso: perché al centro ci siano la persona e la comunità, nel solco di quel personalismo comunitario proposto da Mounier e Maritain, da Paolo VI, e, vorrei aggiungere, anche dal nostro Servo di Dio, il prof. Giovanni Modugno.
D: Come si potrà dare seguito in futuro ai risultati del convegno?
R: Direi soprattutto continuando il lavoro di riflessione e approfondimento che proprio la preparazione al Convegno di San Giovanni Rotondo ha occasionato e promosso. Le relazioni del Convegno, le sue riflessioni, le proposizioni finali saranno affidate alle singole Chiese di Puglia, perché ognuna possa accoglierle e viverle secondo le proprie genialità, la propria vocazione. Ciò non toglie che si potranno avere anche iniziative regionali e diocesane di approfondimento, ma dovrà essere soprattutto la pastorale ordinaria, la catechesi, la liturgia, la vita comunitaria, a sviluppare tutto quello che questa occasione di grazia che è il Convegno potrà, con l’aiuto del Signore e con la buona volontà degli uomini, donarci.