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È del tranese Giacomo Travisani il logo scelto per il Giubileo 2025

Simboleggia una croce che diventa ancora di salvezza di una comunità che vi si aggrappa in un mare mosso

Una croce che diventa ancora di salvezza per una comunità che vi si aggrappa in un mare mosso, governato però grazie alla speranza trasmessa dalla Croce ed alla pace simboleggiata nei colori delle persone che sulla Croce si fanno forza l’un l’altro e si abbracciano fraternamente. Si può sintetizzare così il logo che il cinquantenne grafico pubblicitario di Trani, Giacomo Travisani, si è visto riconoscere come vincitore del concorso di idee per il logo del Giubileo 2025, proclamato da Papa Francesco.

Il motto dell’Anno santo che segnerà il quarto di secolo è sarà «Peregrinantes in spem (Pellegrini nella speranza)», E così 294 autori, provenienti da 213 città e 48 nazioni diverse, hanno proposto la loro sintesi grafica del Giubileo. «La scelta non è stata facile - ha confessato mons. Rino Fisichella, pro prefetto del Dicastero per la evangelizzazione - ci siamo trovati in presenza di lavori pregevoli di cui ovviamente non conoscevamo gli autori in quanto erano semplicemente abbinati a codici alfanumerici. Ed allora ci siamo concentrati per individuarne almeno tre - ha spiegato -, che ci sono sembrati i più meritevoli, consegnandoli al Santo Padre perché scegliesse quello più degno di rappresentare il Giubileo da lui indetto».

La scelta di papa Francesco è ricaduta proprio sul lavoro del grafico tranese il quale, particolarmente emozionato, è stato invitato a portare il suo saluto al tavolo della conferenza e ha letto un foglio che si era preparato per tempo, alla faccia della scaramanzia, sperando che fra i tre finalisti il vincitore fosse proprio lui.

«Nel Vangelo di Marco - ha letto Travisani al termine del suo intervento - Gesù ci dice: “Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede? Come dovremmo avere ancora paura quindi? Siamo pellegrini di speranza perché portiamo con noi le paure del prossimo, nel desiderio di condividerle farle nostre.” Questo indicano le figure che si stringono tra loro guardando la Croce come un’ancora di salvezza».

Nico Aurora

© www.lagazzettadelmezzogiorno.it, mercoledì 29 giugno 2022

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