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E se chiamasse proprio te?

Giornata del Seminario, domenica 10 febbraio 2019

Ero un ragazzino di 11 anni, quando una domenica di autunno, il mio parroco don Oronzo Valerio, durante la celebrazione eucaristica, domandò: Che cos'è il seminario? Chi vuole conoscerlo?

È iniziata così la mia personale avventura, con quelle due domande, forse lanciate per caso in quell’ assemblea domenicale, ma sicuramente sono state le domande che hanno acceso una scintilla nel mio cuore, hanno fatto iniziare qualcosa che avrebbe cambiato la mia esistenza fino a quel momento.

E così per alcuni anni ho frequentato il Pre-seminario, poi i ragazzi Emmaus maturando la decisione di entrare a far parte della Comunità del Seminario minore di Bari in IV ginnasio e divenendo sacerdote nel 2010 dopo aver compiuto gli studi teologici presso il Seminario Regionale di Molfetta.

A pensarci bene, posso affermare con sicurezza che quelle due domande, non sono state frutto di una fatalità, ma erano state volute e preparate da Dio che, imprevedibile nei suoi piani misteriosi, fa’ in modo che questi si concretizzino attraverso la mediazione di uomini che Lui pone sul cammino di ciascuno.

Vi chiedo scusa se ho esordito raccontandovi la mia personale esperienza ma penso che così come è avvenuto nella mia vita, tante potrebbero essere le testimonianze di sacerdoti o consacrati che hanno iniziato a interrogarsi sulla propria vocazione grazie a delle domande rivolte da alcune persone incontrate sul proprio cammino; alle volte proprio questi testimoni sono stati domanda incarnata per la propria esistenza, penso alle tante generazioni di sacerdoti suore, religiosi, catechisti, operatori pastorali che hanno affascinato per la loro passione e credibilità verso Cristo e verso la sua Chiesa.

Un detto ebraico racconta che in principio Dio creò il punto di domanda e lo depose nel cuore dell'uomo, la stessa esperienza dei primi discepoli nel Vangelo di Giovanni inizia con una domanda che Gesù rivolge: che cercate?

Ed è per questo che abbiamo pensato per questa 79a giornata del Seminario, che sarà celebrata il prossimo 10 febbraio 2019, come titolo una domanda, una di quelle domande che ti toglie il fiato, che ti invita a riflettere e a interrogarti: se chiamasse proprio te?

Abbiamo immaginato questa domanda sulla bocca di una comunità parrocchiale che nei suoi membri si pone accanto ai ragazzi e ai giovani e li invita ad aprire il cuore alla scoperta della loro vocazione, li sollecita a conformare la propria vita al vangelo in un preciso progetto di vita. Oggi quanto mai è attuale quello che i vescovi scrivevano nel 1997 nel documento “Nuove vocazioni per una nuova Europa”: “bisogna vocazionalizzare tutta la pastorale, o fare in modo che ogni espressione della pastorale manifesti in modo chiaro e inequivocabile un progetto o un dono di Dio fatto alla persona, e stimoli nella stessa una volontà di risposta e di coinvolgimento personale. O la pastorale cristiana conduce a questo confronto con Dio, con tutto ciò che esso implica in termini di tensione, di lotta, a volte di fuga o di rifiuto, ma anche di pace e gioia legate all'accoglienza del dono, o non merita questo nome”. (n.26)

Il nostro arcivescovo che nel cammino pastorale di quest'anno ci sta facendo riflettere sul libro degli atti degli apostoli sottolinea nel messaggio per la Giornata del Seminario come la comunità primitiva descritta da Luca viva una dimensione fortemente vocazionale, in particolare al momento della sostituzione di Giuda e dell'elezione dell'apostolo Mattia.

Mattia viene indicato come Apostolo da una comunità che vive alla luce della Risurrezione, prega, fa’ discernimento insieme a Pietro e si affida alla volontà di Dio. (At. 1, 21-26)

É una comunità che assidua nell'ascolto dell'insegnamento degli Apostoli, nell'unione fraterna, nella frazione del pane, nella preghiera e nella condivisione dei beni materiali si è resa disponibile come terreno di incontro tra Dio che chiama e l'uomo (in questo caso Mattia) che risponde.

“Ogni vocazione cristiana viene da Dio, ma giunge alla Chiesa e passa sempre attraverso la sua mediazione. La Chiesa, che per nativa costituzione è vocazione, è al tempo stesso generatrice ed educatrice di vocazioni; di conseguenza la pastorale vocazionale ha come soggetto attivo, come protagonista la comunità ecclesiale”. (Nuove vocazioni per una nuova Europa, 25).

Questa giornata ricordi ad ogni comunità la responsabilità nella cura dell'annuncio vocazionale e la premura della preghiera e dell'affetto verso il luogo che è il segno all'interno della nostra chiesa locale dell'attenzione e del servizio al discernimento vocazionale: il Seminario minore.

Attualmente ci sono 6 ragazzi di scuola superiore che fanno esperienza di un cammino formativo che li aiuta a sviluppare in modo armonico le diverse componenti della personalità, li invita a crescere nella libertà e responsabilità conoscendo in profondità Gesù e il suo Vangelo, irrobustendo in loro il desiderio e l'impegno di farsi discepoli, servi, missionari, uomini del dono di sé.

Avvertire tangibilmente la premura della preghiera e dell’affetto dell’intera Comunità diocesana, di cui la Colletta ne è piccolo ma provvidenziale segno per la vita ordinaria del Seminario, è ogni anno, anche per i ragazzi, un’esperienza di Chiesa all’interno della quale unicamente trova senso e orizzonte il nostro lavoro e la loro formazione.

Anche quest’anno, l’Arcivescovo ha scritto un messaggio alla Diocesi ed è stato preparato il materiale per l’animazione liturgica domenicale con la speranza che risulti utile e perciò utilizzato in tutte le Parrocchie; per tutte le iniziative vi rimandiamo alla sezione del Seminario Arcivescovile all’interno del Notiziario, e per quanto ogni Comunità raccoglierà Domenica 10 Febbraio nella Colletta per il sostentamento del Seminario, già vi giunga la gratitudine di tutta la Comunità.

 

sac. Pierpaolo Fortunato

Rettore del Seminario

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