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Ecumenismo. Bari aspetta il Papa. Pizzaballa: le Chiese insieme per il Medio Oriente

Sarà una giornata di preghiera ecumenica per la pace. Già arrivati i patriarchi dell'Oriente cristiano, Francesco arriverà sabato alle 8.15. La diretta su Avvenire.it

Tutto pronto a Bari per l'incontro tra il Papa e i patriarchi dell'Oriente cristiano. Questi ultimi sono arrivati nel corso della giornata, mentre Francesco è atteso per domani mattina alle 8.15, dopo un volo di un'ora e un quarto in elicottero da Roma. «Il Papa è molto gasato, cioè entusiasta e passionalmente pronto all'incontro, che segna un altro passo avanti nel cammino ecumenico verso l'unità della Chiesa», ha detto il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, salutando i giornalisti, al suo arrivo a Bari. «Sarà un momento di pace e di testimonianza – ha aggiunto – perché noi divisi non siamo un segno per il mondo. Ma uniti possiamo testimoniare la pace per questo mondo mediorientale e per tutti quelli che soffrono le conseguenze della guerra e della persecuzione».

Secondo Sandri la risposta dei patriarchi all'invito del Papa - «molto positiva» - va nel segno dello stile ecumenico di Francesco. «Fatto non tanto di dichiarazioni o di discussioni, ma di fatti concreti». «Noi dobbiamo andare insieme, fare insieme e fronteggiare insieme le sfide del mondo».

IL FATTO Perché sabato il Papa a Bari prega insieme ai patriarchi di Stefania Falasca

Per quanto riguarda il processo di pace, Sandri propone corridoi umanitari a favore delle vittime dei bombardamenti, e un tavolo internazionale di dialogo per trovare una soluzione che comporti un armistizio e un progetto di convivenza in questi Paesi. «Per tutti – sottolinea - senza escludere nessuno e riconoscendo la uguale dignità di tutti gli abitanti, la libertà religiosa di ognuno, senza il criterio della maggioranza e della minoranza, ma facendo leva sul concetto di cittadinanza. Sono tutti cittadini. E anche i cristiani vogliono contribuire al bene della propria nazione».

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Anche l'amministratore apostolico di Gerusalemme dei Latini, Pierbattista Pizzaballa, ha parlato con i media Cei (Avvenire, Sir, Tv2000 e Radio in blu) della situazione del Medio Oriente. L'arcivescovo terrà la la relazione introduttiva all'incontro a porte chiuse. Una prima parte più politica e un'altra più ecclesiale, ha anticipato. Pizzaballa si è detto convinto che l'incontro di Bari servirà «per elaborare strategie umane, come per esempio allearsi con la politica, ma per ridare spazio a Dio attraverso la preghiera, la carità e la presenza cristiana che si fa solidale con tutti. Riscoprire così lo stile cristiano e il dialogo tra le Chiese». In sostanza si cercherà di «porre la questione di come essere Chiesa nel contesto mediorientale dove dal punto vista sociale, religioso e politico si sono registrati cambiamenti epocali e drammatici». Inoltre bisognerà capire «come richiamare i politici alle loro responsabilità. In questi anni – ha spiegato l'arcivescovo – abbiamo visto l’assenza della politica e dunque richiamare tutti gli attori, regionali e internazionali, a una prospettiva e a una visione di cui abbiamo estremamente bisogno. I religiosi potranno dire la loro parola ma poi ai politici spetta tradurla in pratica». «Le Chiese, su questo aspetto politico, hanno un’unica visione a dispetto delle differenze liturgiche teologiche».

Infine, come si evince da questa dichiarazione video, Pizzaballa si è soffermato sulla importanza della presenza del metropolita Hilarion in rappresentanza del patriarca russo Kirill.

Mimmo Muolo, inviato a Bari

© Avvenire, venerdì 6 luglio 2018

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