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Francesco: chiediamo il dono delle lacrime

​​«Ci farà bene chiedere, all'inizio di questa Quaresima, il “dono delle lacrime”, così da rendere la nostra preghiera e il nostro cammino di conversione sempre più autentici e senza ipocrisia». Lo ha detto il Papa durante la messa di inizio Quaresima

«Ci farà bene chiedere, all'inizio di questa Quaresima, il “dono delle lacrime”, così da rendere la nostra preghiera e il nostro cammino di conversione sempre più autentici e senza ipocrisia».

Lo ha detto papa Francesco durante la messa di inizio Quaresima nella basilica romana di Santa Sabina. Il Pontefice – com’è tradizione – poco prima aveva guidato la processione penitenziale dalla vicina Chiesa di Sant’Anselmo, con cardinali, arcivescovi e vescovi, monaci benedettini, padri domenicani e fedeli.

Commentando le letture nell'omelia, il Papa ha sottolineato che la preghiera «va accompagnata dalle lacrime». «Ci farà bene chiederci – ha detto “a braccio” –: io piango? Il papa piange? I cardinali piangono? I vescovi piangono? I sacerdoti piangono? I consacrati piangono? Il pianto nella preghiera».

E a proposito delle «tre opere di pietà previste dalla legge mosaica: l'elemosina, la preghiera e il digiuno», ha spiegato che «nel corso del tempo, queste prescrizioni erano state intaccate dalla ruggine del formalismo esteriore, o addirittura si erano mutate in un segno di superiorità sociale».

«Gesù mette in evidenza una tentazione comune in queste tre opere – ha aggiunto –, che si può riassumere proprio nell'ipocrisia». «Sapete fratelli – ha detto ancora  – che gli ipocriti non sanno piangere. Hanno dimenticato come si piange. Non chiedono il dono delle lacrime».

Imposizione delle Ceneri
Quindi il Santo Padre, dopo aver ricevuto le Ceneri dal cardinale Jozef Tomko, le ha imposte ad alcuni dei presenti in Basilica, tra cui una famiglia con tre figli, dei monaci benedettini di Sant’Anselmo e dei padri domenicani di Santa Sabina. L’esortazione finale del Papa è stata a iniziare «fiduciosi e gioiosi l’itinerario quaresimale», affidando a Maria «il nostro combattimento spirituale contro il peccato»: già nell’orazione che aveva preceduto la processione, il Pontefice aveva pregato affinché «all’osservanza esteriore corrisponda un profondo rinnovamento dello spirito».

© Avvenire, 18 febbraio 2015

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