Arcivescovo

S.E. Giuseppe

Satriano

IN AGENDA

Francesco dialoga coi giovani italiani Bagnasco: incendiate il nostro Paese

La tragedia di Andria, il bullismo a scuola: così Francesco risponde alle domande dei ragazzi italiani nella loro giornata di festa. Prima la Messa con Bagnasco

Foto Siciliani

Per capire quello che sta succedendo qua a Cracovia, alla festa degli italiani davanti alla chiesa dedicata a Giovanni Paolo II, bisogna esserci. Ovazione alle stelle per il rapper Moreno. Poi tifo da stadio per papa Francesco, collegato in diretta dall'arcivescovado. È una ferita quello che è successo a te, risponde il Pontefice, a una ragazza che gli chiede dell'incidente ferroviario in Puglia e della paura a salire sui treni. Il Papa ottiene un silenzio quasi surreale. I giovani sono catturati dalle sue parole. "La vita è piena di cicatrici - dice Francesco -. Ogni giorno sentirai traccia di questa ferita. Bisogna portare avanti le cose belle e quelle brutte della vita. Tu vinci o ti vince la vita. La gioia ti sana. Diventare nevrotica, per favore no".

Un elicottero sovrasta l'audio mentre parla una ragazza 15enne che accenna al tentativo di suicidarsi perché a scuola la prendevano in giro. Poi ha capito che non ne valeva la pena. "Ho perdonato un po' quei ragazzi, ma come faccio a perdonarli del tutto?". "La crudeltà, questione comune, anche ai bambini che feriscono il cuore. È alla base di tutte le guerre. Non lascia crescere l'altro, anche quando si chiacchiera contro l'altro. Le chiacchiere sono un terrorismo. È come buttare una bomba. Dobbiamo vincere questo. Come? Silenzio, pazienza. Perdonare non è facile. Extracomunitario, non conoscevo questa parola. È una crudeltà. Ti portano via dalla comunità. Dobbiamo lottare tanto contro questo terrorismo della lingua. Si può perdonare totalmente? È una grazia che dobbiamo chiedere al Signore. Ci vuole anche l'atteggiamento della mitezza: stare zitti, trattare bene gli altri. Chiedere la grazia della mitezza. Una strada che apre al perdono".

Come facciamo a diffondere la pace in questo mondo pieno di odio?, chiede un giovane veronese rimasto bloccato a Monaco di Baviera durante l'attentato al centro commerciale della scorsa settimana. "La pace costruisce poco - risponde il Papa -. Faccio ponti o faccio muri? I ponti uniscono e l'odio va via. Poi hai deciso di tornare. Andare avanti, non lasciarsi cadere. Fate ponti voi tutti con le mani. Alzate le mani". E 200mila mani sono tutte in alto. Poi riparte il coro "papa Francesco".
ORA 16.30 LA MESSA CON IL CARDINALE BAGNASCO
"Incendiate il nostro amato Paese, cari giovani". Lo ha ripetuto due volte il cardinale Angelo Bagnasco al termine della messa celebrata oggi pomeriggio sulla spianata della basilica della Divina Misericordia, a Cracovia. Lo ha detto davanti a 100mila ragazzi, in maggioranza italiani, presenti oggi qui per la Giornata mondiale della gioventù in corso in Polonia. "Cari amici - ha detto il presidente della Cei in un improvvisato saluto finale - di fronte ai fatti e alle barbarie di questi ultimi giorni, voi siete una risposta permanente. Siete la risposta alla valanga di odio e Gesù Cristo è la soluzione a cui tutti si possono avvicinare. È la speranza per la nostra Europa, il nostro occidente, per il mondo. Non dimentichiamolo mai".

Bagnasco con i giovani di Cerignola

L'arcivescovo di Genova ha concelebrato con i cardinali Vallini, Bassetti, Menichelli, Betori, un centinaio di vescovi e centinaia di sacerdoti. Incredibile il colpo d'occhio dall'altare dove sono stati fatti salire i disabili. Nell'omelia, il cardinale ha detto ai giovani che lasciandosi amare da Gesù, "si diventa capaci anche dell'impossibile". E ha ricordato san Giovanni Paolo II che ha voluto queste Giornate mondiali e ha detto di essere felice di "essere qui, nella terra della misericordia", davanti al santuario di santa Faustina Kowalska.

Bagnasco con il coro della Messa

Tantissime le bandiere tricolori e bellissime le mantelle gialle, rosse e azzurre che i ragazzi hanno dovuto usare anche oggi per una pioggia che ha mitigato il grande caldo della giornata e le fatiche delle lunghe camminate per arrivare ai due santuari e attraversare le Porte Sante del Giubileo.

Leggi l'omelia integrale

ORE 16 L'attesa per attraversare la Porta Santa
Sono giunti a decine di migliaia. Tutti a piedi, dopo chilometri macinati sotto il sole. Ora sono in fila pazienti per attraversare la Porta santa dei due Santuari, molto vicini tra loro, quello della Divina misericordia e quello dedicato a san Giovanni Paolo II. Non ci sono aggettivi adeguati per definirli.

Giovani di Genova con il parroco don Fernando Primerano, della parrocchia della Sacra Famiglia

Pregano, cantano, urlano "italiano batti le mani" ogni volta che incrociano un altro gruppo. Sono i giovani venuti da tutta Italia e oggi convenuti qui per la Messa con i loro vescovi e sacerdoti e per la festa di questa sera. Sono ragazzi dagli occhi puliti e dallo sguardo gioioso.

Fila interminabile per passare la Porta Santa al santuario GpII

Il vescovo di Ales-Terralba, Roberto Carboni, assieme a 66 pellegrini

ORE 14 Una gioiosa muraglia umana
Dopo oltre due-tre ore di cammino, migliaia di giovani accompagnati dai loro vescovi e dai loro sacerdoti stanno per raggiungere i santuari della Divina Misericordia e di Giovanni Paolo II. Una gioiosa muraglia umana che con canti e bandiere, accompagnati dal suono delle immancabili chitarre si è messo in cammino con pazienza, ma anche con determinazione.

Tante le storie portano con loro, come quella dei due 29enni di Pavia, Andrea a Marta, lui ingegnere e lei psicologa, insieme da cinque anni, dalla Gmg di Madrid. Si sono presi le ferie per seguire i ragazzi dei loro gruppi. Incredibile, ma vero.

L'ingresso un po' concitato al santuario della Divina Misericordia

I primi volontari

ORE 13:30
Con il rettore don Giuseppe Spiga, sacerdote fidei domun della diocesi di Cagliari, da otto anni in brasile. Gemellaggio tra la diocesi di Cagliari e quella di Viana nello stato del Maranhao.

ORE 12 In marcia verso il Santuario della Divina Misericordia
Dopo le catechesi della mattina, tutti i ragazzi italiani si sono messi in marcia per il santuario della divina misericordia. Il morale è sempre alto, anche se diversi gruppi ieri sono riusciti a rientrare solo a tarda notte. Da tanti punti diversi, tutti stanno confluendo per attraversare la porta santa. Lungo le strade, occorre rilevarlo, sono scarsi i volontari e le informazioni. Ma i nostri giovani proseguono senza timore, sempre felici di fare parte di questa esperienza, sotto il sole e un forte caldo umido di oggi a Cracovia.

Francesco Zanotti

© Avvenire, 27 luglio 2016