Arcivescovo

S.E. Giuseppe

Satriano

IN AGENDA

Francesco: la terra guarisce se si risanano le relazioni umane

Il Papa ribadisce la sua visione sull'ecologia integrale ricevendo in Vaticano un gruppo di esperti che collaborano con la Conferenza episcopale francese sul tema della "Laudato si’". "Rallegra il fatto che si riscontri una presa di coscienza" su questo tema, dice, "anche se molto resta da fare e se assistiamo ancora a troppe lentezze e persino a passi indietro"

Quello di stamattina con il gruppo di ecologisti francesi è un incontro che segue le riflessioni dei vescovi di Francia riguardo all’Enciclica Laudato si’, con la partecipazione di esperti impegnati per la causa ecologica. “Facciamo parte di un’unica famiglia umana, chiamati a vivere in una casa comune di cui constatiamo, insieme, l’inquietante degrado”, esordisce Francesco nel testo consegnato ai presenti, osservando come la crisi attuale ci ricordi la nostra fragilità e la nostra interconnessione. Ma, sostiene, c’è qualche motivo di speranza:

Rallegra il fatto che una presa di coscienza dell’urgenza della situazione si riscontri ormai un po’ dovunque, che il tema dell’ecologia impregni sempre più i modi di pensare a tutti i livelli e cominci a influire sulle scelte politiche ed economiche, anche se molto resta da fare e se assistiamo ancora a troppe lentezze e persino a passi indietro.

Il contributo offerto dalla Chiesa cattolica 

Papa Francesco riafferma l’impegno della Chiesa cattolica per la tutela della casa comune, anche se “essa non ha soluzioni già pronte da proporre e non ignora le difficoltà delle questioni tecniche, economiche e politiche in gioco”. Tuttavia vuol fare la sua parte, soprattutto nella formazione delle coscienze “al fine di favorire una profonda e duratura conversione ecologica”. La fede, osserva, offre ai cristiani “grandi motivazioni per la protezione della natura, come pure dei fratelli e delle sorelle più fragili" e tra fede e scienza può svilupparsi un dialogo fecondo.

La Bibbia ci insegna che il mondo non è nato dal caos o dal caso, ma da una decisione di Dio che lo ha chiamato e sempre lo chiama all’esistenza, per amore. L’universo è bello e buono, e contemplarlo ci permette di intravedere la bellezza e la bontà infinite del suo Autore. Ogni creatura, anche la più effimera, è oggetto della tenerezza del Padre, che le dona un posto nel mondo.

L'essere umano è amministratore della natura non il padrone

Compito dell’uomo è rispettare l’opera di Dio e amministrare la natura e ciò che essa offre, senza mai sentirsene il padrone assoluto. L’umanità è chiamata a vivere sulla terra “in armonia nella giustizia, nella pace e nella fraternità”, come propone il Vangelo, ma quando si maltratta la natura per i propri interessi, “allora l’armonia si rompe e si verificano gravi disuguaglianze, ingiustizie e sofferenze”. E il Papa ribadisce:

Sono la stessa indifferenza, lo stesso egoismo, la stessa cupidigia, lo stesso orgoglio, la stessa pretesa di essere il padrone e il despota del mondo che portano gli esseri umani, da una parte, a distruggere le specie e saccheggiare le risorse naturali, dall’altra, a sfruttare la miseria, abusare del lavoro delle donne e dei bambini, rovesciare le leggi della cellula familiare, non rispettare più il diritto alla vita umana dal concepimento fino al termine naturale.

Guarire il cuore dell'uomo per guarire il mondo

Non è dunque possibile risanare il rapporto con il creato, senza risanare anche le relazioni tra gli esseri umani. E’ solo “guarendo il cuore dell’uomo – afferma il Papa - che si può sperare di guarire il mondo dai suoi disordini sia sociali sia ambientali”. L’intervento di Papa Francesco si conclude con l’incoraggiamento ai presenti a proseguire il loro lavoro per la tutela dell’ambiente, invitando alla speranza che si fonda su Gesù Cristo, pur in mezzo alle difficoltà. Lui, conclude il Papa, “non ci abbandona, non ci lascia soli, perché si è unito definitivamente con la nostra terra, e il suo amore ci conduce sempre a trovare nuove strade”.

Adriana Masotti - Città del Vaticano

© www.vaticannews.va, giovedì 3 settembre 2020