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Giovanni XXIII e i giovani: curiamoci di loro

Ascoltiamoli, come non si stanca di suggerire Papa Francesco, accompagniamoli e sosteniamoli nelle tante esperienze quotidiane, dedichiamoci con attenzione alla loro formazione, chiediamo che mostrino responsabilità e coraggio nell’affrontare le sfide di tutti i giorni. Ma anzitutto manteniamo verso di loro quella passione e quello sguardo benevolo, pieno di speranza, di cui Papa Giovanni è stato maestro e testimone, con il quale continua ad accarezzare i luoghi e le persone che incontra in questo straordinario viaggio in terra bergamasca

La Chiesa e i giovani. E’ un tema ricorrente, quest’anno, nel quale si celebrerà il sinodo voluto in particolare da Papa Francesco. E proprio Papa Francesco, in una recente intervista all’Eco di Bergamo, in occasione dell’avvio della “peregrinatio” del corpo santo di Giovanni XXIII nella sua terra natale, ha ricordato come “la società ha bisogno dei giovani, come la Chiesa”. Ma non dei giovani “astratti”, bensì quanti, ciascuno con la sua storia, attraversano le strade di tutti i giorni e vanno ascoltati. A questo proposito, Francesco ha indicato proprio l’atteggiamento del suo santo predecessore, che ha vissuto accanto ai giovani da cappellano militare, da fondatore della Casa dello studente, a Bergamo, e soprattutto da persona appassionata della gioventù, capace di dichiarare nel suo “Giornale dell’anima” una intenzione ferma e decisa: “Amerò i giovani come una mamma”.

Non è l’unica espressione forte di Angelo Roncalli a proposito dei giovani. Certo però è quella che ne riassume in profondità l’atteggiamento di dedizione profonda. Ed è curioso che in questo anno dei giovani un richiamo così forte ed esplicito all’attenzione nei loro confronti venga da un “anziano”: il cardinale Angelo Roncalli, quando venne eletto al soglio di Pietro, a 77 anni, lo si considerò un “Papa di transizione”, proprio per l’età avanzata.

Eppure, a ben vedere questo Papa avanti negli anni ebbe lo spirito così giovane da avviare all’interno della Chiesa – e non solo – la primavera del Concilio, un rinnovamento epocale tuttora in divenire.

Concilio che – altro richiamo forte – si conclude con un preciso Messaggio ai giovani: “E’ per voi giovani, per voi soprattutto, che essa (la Chiesa) con il suo Concilio ha acceso una luce, quella che rischiara l’avvenire, il vostro avvenire”.

I riflettori che in queste settimane accompagnano il cammino dell’urna di San Giovanni XXIII a Bergamo possono allora fare una luce speciale sul mondo dei giovani e in particolare sull’attenzione che la Chiesa sa di dover rivolgere specialmente a loro. Giovani ai quali tutti chiedono molto, dimenticando forse che loro stessi hanno bisogno di essere sostenuti e incoraggiati. Di essere soprattutto amati, per dirla con Angelo Roncalli, Papa Giovanni, che nel famoso discorso della luna indirizzava la sua carezza ai bambini. Ai più piccoli, attraverso gli adulti cui si rivolgeva direttamente in piazza San Pietro.

Da questi atteggiamenti di San Giovanni XXIII viene un esempio semplice e forte, senza equivoci: curatevi, curiamoci dei più giovani.

Ascoltiamoli, come non si stanca di suggerire Papa Francesco, accompagniamoli e sosteniamoli nelle tante esperienze quotidiane, dedichiamoci con attenzione alla loro formazione, chiediamo che mostrino responsabilità e coraggio nell’affrontare le sfide di tutti i giorni. Ma anzitutto manteniamo verso di loro quella passione e quello sguardo benevolo, pieno di speranza, di cui Papa Giovanni è stato maestro e testimone, con il quale continua ad accarezzare i luoghi e le persone che incontra in questo straordinario viaggio in terra bergamasca.

Alberto Campoleoni

© www.agensir.it, lunedì 4 giugno 2018

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