Gmg, davanti alla Madonna Nera di Jasna Gora
Davvero troppo piccina la cappella della Madonna Nera per contenere tutti i giovani che cercano di avvicinarsi il più possibile. Oggi Jasna Gora è stata letteralmente invasa dalla coloratissima armata di giovani di ogni continente.
I più avveduti, che si erano prenotati con largo anticipo, riescono celebrare la messa proprio tra le braccia dell’icona. Com’è successo a mezzogiorno ai giovani di Livorno. Guidati da don Francesco Galante, i giovani labronici sono 49 (altri 35 arriveranno lunedì prossimo con il vescovo Simone Giusti). Sono ospitati nelle strutture Caritas della parrocchia di Olstzyn, diocesi di Czestochowa, insieme a francesi e cinesi.
Stamane sono giunti a Jasna Gora in pellegrinaggio, percorrendo a piedi i 9 chilometri dal santuario di San Pio da Pietrelcina. Numerosissimo anche i ragazzi di Bari-Bitonto, ospiti per la maggior parte a Bielsko Biala, altri nella vicina Repubblica Ceca.
Nel loro pellegrinaggio, prima di Jasna Gora hanno fatto tappa a Wadowice e ad Auschwitz. Pochi ma molto significativi i ragazzi del Movimento apostolico ciechi (Mac), 8 non vendenti con 8 accompagnatori e un assistente spirituale, che si sono uniti ai livornesi alla messa.
Quello di Jasna Gora, il “Clarus Mons”, dov’è conservata l’icona della Madonna Nera, per i polacchi è assai più di un santuario. È il cuore palpitante della patria, dove si sono recati in preghiera tutti i sovrani appena saliti al trono… tranne l’ultimo. Santuario e fortezza, ben munita di mura, resistette per due mesi all’assedio degli svedesi (1655), e non riuscirono ad espugnarla né i russi (1770-71) né gli austriaci (1809).
La sua biblioteca conserva ben 40mila manoscritti. I due solchi sulla guancia destra della Madonna non sono lacrime, ma il ricordo delle sciabolate degli ussiti nel 1420.
Umberto Folena
© Avvenire, 23 luglio 2016