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Il cammino. Come vivere la Quaresima nel «buio delle disuguaglianze e dei conflitti»

Che cos'è la Quaresima? Come si conteggia? Alla scoperta del tempo forte che prepara alla Pasqua. L'invito alla conversione per «far balenare una nuova speranza»

Inizia il 14 febbraio, Mercoledì delle Ceneri, la Quaresima. È il «tempo forte» che prepara alla Pasqua, culmine dell’Anno liturgico e della vita di ogni cristiano. Nella Quaresima 2024 entra «il buio delle disuguaglianze e dei conflitti» che feriscono il mondo, ricorda papa Francesco nel Messaggio per la Quaresima di quest’anno. E aggiunge: «Nella misura in cui questa Quaresima sarà di conversione, allora, l’umanità smarrita avvertirà un sussulto di creatività: il balenare di una nuova speranza».

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La Quaresima si conclude il Giovedì Santo con la Messa in Coena Domini (in cui si ricorda l’istituzione dell’Eucaristia e in cui si svolge il rito della lavanda dei piedi) che apre il Triduo Pasquale, memoria della passione, morte e risurrezione del Signore, cuore del mistero di Salvezza. Quest’anno la Pasqua viene celebrata il 31 marzo. Come dice san Paolo, la Quaresima è «il momento favorevole» per compiere «un cammino di vera conversione» così da «affrontare vittoriosamente il combattimento contro lo spirito del male», si legge nell’orazione colletta all’inizio della Messa del Mercoledì delle Ceneri.

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Il numero 40

Nella liturgia si parla di “Quadragesima”, cioè di un tempo di quaranta giorni. La Quaresima richiama alla mente i quaranta giorni di digiuno vissuti dal Signore nel deserto prima di intraprendere la sua missione pubblica. Si legge nel Vangelo di Matteo: «Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame».

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Quaranta è il numero simbolico con cui l’Antico e il Nuovo testamento rappresentano i momenti salienti dell’esperienza della fede del popolo di Dio. È una cifra che esprime il tempo dell’attesa, della purificazione, del ritorno al Signore, della consapevolezza che Dio è fedele alle sue promesse. Nell’Antico Testamento sono quaranta i giorni del diluvio universale, quaranta i giorni passati da Mosè sul monte Sinai, quaranta gli anni in cui il popolo di Israele peregrina nel deserto prima di giungere alla Terra Promessa, quaranta i giorni di cammino del profeta Elia per giungere al monte Oreb, quaranta i giorni che Dio concede a Ninive per convertirsi dopo la predicazione di Giona.

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Nei Vangeli sono anche quaranta i giorni durante i quali Gesù risorto istruisce i suoi, prima di ascendere al cielo e inviare lo Spirito Santo. Tornando alla Quaresima, essa è un «accompagnare Gesù che sale a Gerusalemme, luogo del compimento del suo mistero di passione, morte e risurrezione e ricorda che la vita cristiana è una “via” da percorrere, consistente non tanto in una legge da osservare, ma nella persona stessa di Cristo, da incontrare, da accogliere, da seguire», ha spiegato Benedetto XVI nel 2011

Il rito ambrosiano

A differenza del rito romano, in quello ambrosiano non c’è il rito del Mercoledì delle Ceneri dal momento che la Quaresima inizia domenica 18 febbraio quando che vengono imposte le ceneri durante le Messe festive della giornata. Una delle particolarità del rito ambrosiano, durante la Quaresima, è quella dei cosiddetti venerdì «aliturgici», parola tecnica che significa “senza liturgia eucaristica”. Chi entra, in un venerdì di Quaresima, in una chiesa di rito ambrosiano trova sull’altare maggiore una grande croce di legno, con il sudano bianco: simbolo suggestivo del Calvario e segno di abbandono. Si crea così un vero e proprio senso di vuoto, acuito dal fatto che per tutto il giorno non si celebra la Messa e non si distribuisce ai fedeli la comunione eucaristica.

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I segni: digiuno, elemosina, preghiera

Il digiuno, l’elemosina e la preghiera sono i segni, o meglio le pratiche della Quaresima. Spiega papa Francesco nel Messaggio 2024: «Preghiera, elemosina e digiuno non sono tre esercizi indipendenti, ma un unico movimento di apertura, di svuotamento: fuori gli idoli che ci appesantiscono, via gli attaccamenti che ci imprigionano. La dimensione contemplativa della vita, che la Quaresima ci farà così ritrovare, mobiliterà nuove energie. Alla presenza di Dio diventiamo sorelle e fratelli, sentiamo gli altri con intensità nuova: invece di minacce e di nemici troviamo compagne e compagni di viaggio».

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Il digiuno significa l’astinenza dal cibo, ma comprende altre forme di privazione per una vita più sobria. «Esso non è una dieta – ha affermato il Papa –, anzi ci libera dall’autoreferenzialità della ricerca ossessiva del benessere fisico, per aiutarci a tenere in forma non il corpo, ma lo spirito. Il digiuno ci riporta a dare il giusto valore alle cose. In modo concreto, ci ricorda che la vita non va sottomessa alla scena passeggera di questo mondo. E il digiuno non va ristretto solo al cibo: specialmente in Quaresima si deve digiunare da ciò che ci dà una certa dipendenza. Ognuno ci pensi, per fare un digiuno che incida veramente sulla sua vita concreta».

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Il digiuno è legato poi all’elemosina. San Leone Magno insegnava in uno dei suoi discorsi sulla Quaresima: «Quanto ciascun cristiano è tenuto a fare in ogni tempo, deve ora praticarlo con maggiore sollecitudine e devozione, perché si adempia la norma apostolica del digiuno quaresimale consistente nell’astinenza non solo dai cibi, ma anche e soprattutto dai peccati. A questi doverosi e santi digiuni, poi, nessuna opera si può associare più utilmente dell’elemosina, la quale sotto il nome unico di “misericordia” abbraccia molte opere buone». Così il digiuno è reso santo dalle virtù che l’accompagnano, soprattutto dalla carità, da ogni gesto di generosità che dona ai poveri e ai bisognosi il frutto di una privazione. Non è un caso che nelle diocesi e nelle parrocchie vengano promosse le Quaresime di fraternità e carità per essere accanto agli ultimi. Particolare attenzione viene riservata quest'anno alla Terra Santa: la Conferenza episcopale italiana ha indetto, infatti, per domenica 18 febbraio (prima di Quaresima) una colletta nazionale come segno di vicinanza alle popolazioni colpite dal conflitto israelo-palestinese. La raccolta si terrà in tutte le parrocchie italiane e i fedeli sono invitati a entrare in sintonia materiale e spirituale con i fratelli che vivono sotto le bombe nella regione di Cristo.

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La Quaresima, inoltre, è un tempo privilegiato per la preghiera. Sant’Agostino dice che il digiuno e l’elemosina sono «le due ali della preghiera» che le permettono di prendere più facilmente il suo slancio e di giungere sino a Dio. E san Giovanni Crisostomo esorta: «Abbellisci la tua casa di modestia e umiltà con la pratica della preghiera. Così prepari per il Signore una degna dimora, così lo accogli in splendida reggia». Papa Francesco invita nel Messaggio per la Quaresima 2024 a «fermarsi in preghiera, per accogliere la Parola di Dio, e a fermarsi come il Samaritano, in presenza del fratello ferito».

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Il conteggio dei giorni

Già nel IV secolo vi è una Quaresima di 40 giorni computati a ritroso a partire dal Venerdì Santo fino alla prima domenica di Quaresima. Persa l’unità dell’originario triduo pasquale (nel VI secolo), la Quaresima risultò di 42 giorni, comprendendo il Venerdì e il Sabato Santo. Gregorio Magno trovò scorretto considerare come penitenziali anche le sei domeniche (compresa quella delle Palme). Pertanto per ottenere i 40 giorni (che senza le domeniche sarebbero diventati 36) anticipò, per il rito romano, l’inizio della Quaresima al mercoledì (che diventerà “delle Ceneri”). Attualmente la Quaresima termina con la Messa nella Cena del Signore del Giovedì Santo. Ma per ottenere il numero 40, escludendo le domeniche, bisogna, come al tempo di Gregorio Magno, conteggiare anche il Triduo pasquale.

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La liturgia: colore dei paramenti e canti

Come nell’Avvento, anche in Quaresima la liturgia propone alcuni segni che nella loro semplicità aiutano a comprendere meglio il significato di questo tempo. Come già accaduto nelle settimane che precedono il Natale, in Quaresima i paramenti liturgici del sacerdote mutano e diventano viola, colore che sollecita a un sincero cammino di conversione.

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Durante le celebrazioni, inoltre, non troviamo più i fiori ad ornare l’altare, non recitiamo il “Gloria” e non cantiamo l’“Alleluia” (fino alla Veglia pasquale). Il suono degli strumenti è permesso soltanto per sostenere i canti. Inoltre nella liturgia oraria si omette l’inno “Te Deum”. Tuttavia la quarta domenica di Quaresima, quella chiamata del “Laetare”, vuole esprimere la gioia per la vicinanza della Pasqua: perciò nelle celebrazioni è consentito di ornare l’altare con i fiori e le vesti liturgiche sono di colore rosa.

Il tempo quaresimale antepone le domeniche proprie anche alle feste del Signore e a tutte le solennità, come pure le ferie quaresimali hanno la precedenza sulle memorie obbligatorie. In queste settimane la Chiesa promuove le stazioni quaresimali, le liturgie e le celebrazioni penitenziali.

Le letture delle Messe domenicali

In questo Anno liturgico (ciclo B) la prima domenica di Quaresima – 18 febbraio – rimanda ai quaranta giorni di deserto di Cristo durante i quali viene tentato da Satana (Marco 1,12-15) e contiene il monito: «Convertitevi e credete nel Vangelo». In questa Domenica la Chiesa celebra l’elezione di coloro che sono ammessi ai Sacramenti pasquali. La seconda domenica – 25 febbraio – è detta di Abramo e della Trasfigurazione perché come Abramo, padre dei credenti, siamo invitati a partire e il Vangelo narra la trasfigurazione di Cristo, il Figlio amato (Marco 9,2-10). La terza domenica – 3 marzo – narra la cacciata del mercanti dal tempio e contiene la frase di Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere» (Giovanni 2,13-25). La Chiesa in questa domenica celebra il primo scrutinio dei catecumeni e durante la settimana consegna loro il Simbolo: la Professione della fede, il Credo. La quarta domenica – 10 marzo – contiene le parole di Cristo a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna» (Giovanni 3,14-21). Nella quinta domenica – 17 marzo – il Signore annuncia la sua morte e risurrezione con questa similitudine: «Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto» (Giovanni 12,20-33). Infine c’è la Domenica delle Palme – 24 marzo – in cui si fa memoria dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme e durante la quale viene letta la Passione di Cristo.

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Quaresima e Battesimo

L’antica Quaresima romana si caratterizzava per le celebrazioni stazionali che si tenevano il mercoledì e il venerdì; successivamente, tra il pontificato di Leone Magno (440-461) e di Gregorio II (715-731) tali celebrazioni furono estese a tutta la Quaresima. Con la presidenza del vescovo, il popolo si riuniva in una chiesa (collecta) e in processione giungeva in quella della celebrazione eucaristica (statio). La Quaresima era il tempo proprio per la preparazione immediata dei catecumeni che nella Veglia pasquale avrebbero ricevuto i sacramenti dell’Iniziazione cristiana. Inoltre, durante la Quaresima i penitenti pubblici compivano il loro percorso di purificazione.

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Da sempre la Chiesa associa la Veglia pasquale alla celebrazione del Battesimo: in esso si realizza quel grande mistero per cui l’uomo, morto al peccato, è reso partecipe della vita nuova in Cristo Risorto e riceve lo Spirito di Dio che ha risuscitato Gesù dai morti. Fin dai primi secoli di vita della Chiesa la Quaresima era il tempo in cui coloro che avevano udito e accolto l’annuncio di Cristo iniziavano, passo dopo passo, il loro cammino di fede per giungere a ricevere il Battesimo a Pasqua. Successivamente anche i penitenti e poi tutti i fedeli furono invitati a vivere questo itinerario di rinnovamento spirituale, per conformare sempre più la propria esistenza a Cristo. Nelle domeniche di Quaresima si è invitati a vivere un itinerario battesimale, quasi a ripercorrere il cammino dei catecumeni, di coloro che si preparano a ricevere il Battesimo, in modo che l’esistenza di ciascuno recuperi gli impegni di questo Sacramento che è alla base della vita cristiana.

La Quaresima 2024 e il sussidio Cei

La Conferenza episcopale italiana, attraverso alcuni uffici e servizi della Segreteria generale coordinati dall’Ufficio liturgico nazionale, propone i Sussidi liturgici per il tempo di Quaresima e Pasqua scaricabili sul sito dell’Ufficio liturgico nazionale Cei – uniti nel titolo “Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza”. L’intento è offrire uno strumento pastorale con suggerimenti e proposte per crescere nell’arte del celebrare e per tradurre nella vita quanto nella liturgia viene veduto e udito.

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«Per vivere con serietà l’ascesi quaresimale – scrive il segretario generale, l’arcivescovo Giuseppe Baturi – siamo invitati ad assumere tre impegni: la carità, che accorcia le distanze tra i fratelli e rende attenti alle necessità dei poveri; la preghiera, che nel frastuono ritaglia spazi di silenzio e irriga l’esistenza dell’uomo; il digiuno, che ordina i sensi e contribuisce a dare il giusto valore alle cose». E sottolinea nell’introduzione: «I cinquanta giorni di Pasqua celebrano, nell’esultanza e nella gioia, la Risurrezione del Signore, che, come un tempo con i viandanti verso Emmaus, prende sul serio le nostre delusioni, aiuta a discernere la storia alla luce della Parola di Dio, ci lascia pieni di meraviglia dinanzi al Pane spezzato e sostiene la missione di annunciare la gioia del Vangelo». Nei sussidi vengono presentate indicazioni liturgiche e anche melodie musicali.

Il Messaggio del Papa e i suoi impegni

Nel Messaggio del Papa, intitolato “Attraverso il deserto Dio ci guida alla libertà”, Francesco esorta ad ascoltare «il grido di tanti fratelli e sorelle oppressi. Chiediamoci: arriva anche a noi? Ci scuote? Ci commuove? Molti fattori ci allontanano gli uni dagli altri, negando la fraternità che originariamente ci lega». Il Pontefice sprona ad avere il «desiderio di un mondo nuovo» e a non restare imprigionati nel «deficit di speranza». Prendendo spunto dall’episodio della liberazione del popolo eletto dalla schiavitù d’Egitto, il Papa sottolinea che «a differenza del Faraone, Dio non vuole sudditi, ma figli. Il deserto è lo spazio in cui la nostra libertà può maturare in una personale decisione di non ricadere schiava. Nella Quaresima troviamo nuovi criteri di giudizio e una comunità con cui inoltrarci su una strada mai percorsa». Poi invita a non cedere alle «menzogne del nemico» e agli «idoli» come «potere tutto, essere riconosciuti da tutti, avere la meglio su tutti» o ancora «attaccarci così al denaro, a certi progetti, idee, obiettivi, alla nostra posizione, a una tradizione, persino ad alcune persone». Quindi Francesco suggerisce di fare della Quaresima un «tempo di decisioni comunitarie, di piccole e grandi scelte controcorrente, capaci di modificare la quotidianità delle persone e la vita di un quartiere: le abitudini negli acquisti, la cura del creato, l’inclusione di chi non è visto o è disprezzato. Invito ogni comunità cristiana a fare questo: offrire ai propri fedeli momenti in cui ripensare gli stili di vita; darsi il tempo per verificare la propria presenza nel territorio e il contributo a renderlo migliore».

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Il Mercoledì delle Ceneri papa Francesco inizierà la Quaresima secondo la forma tradizionale. Alle 16.30, nella chiesa di Sant’Anselmo all’Aventino a Roma, ci sarà la liturgia «stazionale» cui farà seguito la processione penitenziale verso la Basilica di Santa Sabina dove avrà luogo la celebrazione eucaristica presieduta dal Pontefice con il rito di benedizione e di imposizione delle ceneri.

Per quanto riguarda gli Esercizi spirituali della Curia Romana, anche quest’anno non si terranno nella Casa Divin Maestro ad Ariccia. Ma il Papa ha invitato i cardinali residenti a Roma, i capi dicastero e i superiori della Curia Romana a provvedervi «in modo personale, sospendendo l’attività lavorativa e raccogliendosi in preghiera nella prima settimana di Quaresima: dal pomeriggio di domenica 18 al pomeriggio di venerdì 23 febbraio 2024». In quella settimana – rende noto la Sala Stampa della Santa Sede – saranno sospesi tutti gli impegni del Pontefice, compresa l’udienza generale di mercoledì 21 febbraio.

Giacomo Gambassi

© Avvenire, mercoledì 14 febbraio 2024

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