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Il mondo in preghiera per la famiglia

Il 29 dicembre la Chiesa festeggia la Santa Famiglia: per l'occasione Papa Francesco legge dopo l'Angelus una speciale preghiera da lui composta, in collegamento video con due luoghi simbolo della santità familiare: Nazaret e Loreto. Collegata anche Madrid, dove si conclude la festa della famiglia.

La Chiesa festeggia domenica 29 dicembre la Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe, e per sottolineare l’importanza della ricorrenza papa Francesco pronuncerà dopo l’Angelus una speciale preghiera per la famiglia composta da lui, così come ha fatto per la festa dell’Immacolata concezione, lo scorso 8 dicembre in piazza di Spagna a Roma.

Un gesto che già di per sé esprime l’importanza che il tema della famiglia ha assunto in questo pontificato, importanza che è stata per così dire ufficializzata lo scorso ottobre, quando Francesco ha indetto la III Assemblea generale straordinaria del sinodo dei vescovi, che si terrà in Vaticano dal 5 al 19 ottobre 2014, su «Le sfide pastorali della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione».

Una decisione che ha sorpreso molti, perché per il 2015 era già in programma il Sinodo ordinario, sempre sulla famiglia. In questo modo si articolerà un cammino in due tappe: nella prima si farà una ricognizione di problemi che attraversano i cinque continenti – a cui contribuirà anche l’inedito questionario inviato dalla segreteria del Sinodo a tutte le conferenze episcopali del mondo, per raccogliere esperienze, riflessioni e proposte – nella seconda si elaboreranno delle linee adeguate di pastorale familiare. Tra i due appuntamenti, come ulteriore momento di approfondimento, si terrà negli Usa, a Philadelphia, l’Incontro mondiale delle famiglie, dal 22 al 27 settembre 2015.

Domenica Francesco si collegherà in video con due luoghi simbolo della santità familiare. Il primo è Nazareth, dove, presso la Basilica dell’Annunciazione, il segretario generale del Sinodo, l’arcivescovo Lorenzo Baldisseri, celebrerà la Messa. Il secondo è Loreto, il Santuario della Santa Casa, dove a presiedere l’Eucaristia sarà il delegato pontificio, l’arcivescovo Giovanni Tonucci. Ma in video-collegamento ci sarà anche Madrid, dove si svolge da venerdì la ormai tradizionale festa per la famiglia in plaza de Colón, che si chiuderà domenica con la Messa celebrata in Cattedrale dal cardinale Antonio Maria Rouco Varela.

Andrea Galli

© Avvenire, 28 dicembre 2013

 

La Chiesa si china sulla famiglia ferita

 

 

 

Un anno per ascoltare e per capire. Un altro anno per decidere gli interventi più opportuni. È l’obiettivo del “doppio sinodo” 2014-2015 convocato da papa Francesco sul tema della famiglia. L’annuncio ha qualcosa di straordinario. Non era mai capitato nella storia della Chiesa che si avvertisse l’urgenza di convocare due sinodi, a così breve distanza l’uno dall’altro, sullo stesso argomento. Segno che l’attenzione per le sorti della famiglia è almeno pari alla preoccupazioni per il male oscuro che mina alle radici la vita delle coppie, dei genitori, dei figli, degli anziani. Allo sconforto che spesso coglie coloro che hanno a cuore il bene dell’istituzione familiare di fronte alla provvisorietà e alla frammentarietà delle relazioni, al disagio educativo, al senso di smarrimento di tante persone che vedono svanire i progetti di vita e spesso fanno fatica a leggere le ragioni di quel fallimento. Come se in quest’epoca pervasa di ansia e di insicurezza fosse inevitabile che anche le relazioni forti, gli affetti che contano, i rapporti che costruiscono futuro, siano destinati a liquefarsi secondo la logica atroce dell’amore a tempo determinato.

Una prospettiva corta che lascia strascichi di sofferenza incalcolabile nelle donne e negli uomini che la vivono, nei figli che ne sono le vittime incolpevoli, nelle comunità che assistono, senza quasi avere la possibilità di intervenire, all’esplodere di conflittualità che lacerano la convivenza sociale e frantumano rapporti, progetti, consuetudini. Perché succede questo? Come accompagnare le persone a riflettere sulle proprie fragilità per prevenirle e curarle? Come modulare le proposte pastorali in modo tale che tutti, anche coloro che sono apparentemente più lontani, possano trarre beneficio da un nuovo clima di accoglienza e di vicinanza? Per raccogliere informazioni finalizzate a tentare di rispondere a queste e a tante altre domande è già stata avviata un’ampia ricognizione in tutte le comunità del mondo.

Primo passo un questionario – lo pubblichiamo integralmente nelle pagine successive – che le diocesi sono chiamate ad arricchire con il contributo di famiglie, associazioni, movimenti, gruppi che lavorano per e con le famiglie. Tutti coloro che intendono far sentire la propria voce, avranno la possibilità di farlo. Opportunità preziosa per indagare il disagio e le difficoltà delle famiglie. La richiesta esplicita è quella di fare un passo al di là dei confini solitamente battuti dalla pastorale ordinaria, approfondendo realtà e situazioni che troppo spesso rimangono ai margini, prospettive che per indifferenza, sospetto, incomprensioni non vengono quasi mai affrontate. Adesso quel tempo è finito. La Chiesa, che già conosce e già è in possesso di tante informazioni preziose sulla vita e sui problemi delle famiglie, vuole fare ancora un passo avanti.

Da qui all’ottobre del 2014, quando a Roma sarà convocato il primo atto del sinodo, si cercherà così di raccogliere tutto quanto possibile, di mettere in fila i dati, di avere uno sguardo quanto più realistico, approfondito e completo. Nessuna approssimazione. La famiglia è realtà troppo importante per lasciare qualcosa di vago e indefinito. Se le istituzioni civili e la politica – a cui le sorti delle famiglie, ingranaggi insostituibili della società, dovrebbero stare a cuore in modo altrettanto sollecito – ponessero la stessa cura e la stessa serietà per conoscere e comprendere, probabilmente la situazione non sarebbe così drammatica. Invece troppo spesso le pretese dettate dall’ideologia fanno passare in secondo piano le buone prassi a vantaggio di tutti.

Convocando il “doppio sinodo” 2014-2015, la Chiesa ha deciso di imboccare una strada diametralmente opposta. Solo alla luce di un quadro informativo dettagliato ed esauriente, capace di riflettere per quanto possibile la complessità della realtà familiare in ogni parte del mondo, sarà avviato un percorso destinato a valutare se, che cosa e come cambiare. E questo sarà messo all’ordine del giorno nel “secondo atto” del sinodo, nell’ottobre 2015. L’obiettivo? L’ha in qualche modo già anticipato papa Francesco quando, dialogando con i giornalisti sull’aereo di ritorno dalla Gmg del Brasile, ha sottolineato l’esigenza di arrivare a «una pastorale matrimoniale un po’ più profonda, nel segno della misericordia».

Una pastorale quindi che dovrà aprirsi in modo semplice e facilmente comprensibile per tutti, alle esigenze di ogni famiglia. Con un linguaggio semplificato e con modalità di immediata comprensione si dovrà arrivare a scegliere percorsi capaci di intercettare sensibilità diverse e vissuti – oggi non più uniformi – in modo aperto ed accogliente. «Dobbiamo tornare a far comprendere che la famiglia è la cosa più bella del mondo», ha detto l’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio consiglio per la famiglia. Una battuta – ma non solo – che riflette la speranza di fare breccia in quella cultura dell’indifferenza sociale e dell’individualismo etico secondo cui la famiglia è solo retaggio del passato. La fotografia che uscirà dal “doppio Sinodo” promette di rovesciare stereotipi e luoghi comuni. E, allo stesso tempo, gettare le premesse perché la Chiesa possa di nuovo indicare la strada più opportuna per costruire un futuro migliore per tutte le famiglie. Quindi per l’intera società.

Luciano Moia

© Noi Genitori & Figli novembre

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