Arcivescovo

S.E. Giuseppe

Satriano

IN AGENDA

«Il nostro aiuto è nel nome del Signore, Egli ha fatto cielo e terra!»

Omelia di SE. Mons. Giuseppe Satriano, Arcivescovo di Bari-Bitonto per il 30° Anniversario della Consulta Nazionale Antiusura “San Giovanni Paolo II”. Roma, Basilica di San Pietro, sabato 18 ottobre 2025 – Festa di San Luca Evangelista

Stiamo vivendo una giornata memorabile e sono contento di condividerla con ciascuno di voi. Saluto il caro Presidente, il dott. Luciano Gualzetti, che ringrazio per il suo instancabile impegno a servizio della Consulta Nazionale, e in lui abbraccio idealmente ogni donna e ogni uomo delle 35 fondazioni antiusura che operano nel nostro amato Paese.

Un riferimento particolare alla Fondazione di Roma “Salus Populi Romani”, che festeggia trent'anni di vita, proprio come la Consulta Nazionale Antiusura. Radunati in questa Basilica, cuore pulsante della cattolicità, sentiamo vibrare in noi la gratitudine e la commozione.

Trent’anni di cammino: una data che si scolpisce, nella memoria ecclesiale, come pietra viva di una storia animata dallo Spirito.

A rendere ancor più densa questa celebrazione è l’incontro appena vissuto con il Sommo Pontefice, Papa Leone XIV, che ci ha voluto accogliere in un’udienza carica di paterna benevolenza.

Le sue parole ci hanno confermati nella fede e nel servizio, ci hanno sostenuti nel nostro impegno accanto a un’umanità ferita da “un macigno che soffoca” - questa l'immagine che Papa Leone XIV ha usato questa mattina per parlare dell'usura - e dalle nuove forme di schiavitù economica che segnano il nostro tempo.

È stato un momento di grazia, in cui abbiamo percepito la Chiesa madre che ci incoraggia, riconosce e rilancia il cammino di una rete viva, capace di stare nelle piaghe della nostra gente con la forza mite del Vangelo.

Oggi celebriamo la festa di San Luca evangelista — il medico, il discepolo fedele, il cantore della misericordia — e la Parola ci offre un orizzonte luminoso in cui leggere anche la nostra esperienza.

San Paolo, nella Prima Lettura, parla con schiettezza di fatiche, solitudini e tradimenti, senza tuttavia smarrire mai la certezza di un “però” che cambia tutto:

“Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l’annuncio del Vangelo” (2Tm 4,17).

Quel “però” è la chiave della fede: è la piega interiore dove la grazia prende corpo, dove la presenza del Signore rende fecondo ciò che agli occhi umani sembrerebbe arido o sconfitto.

Anche la storia della Consulta è attraversata da questo “però” evangelico.

Di fronte alle dinamiche disumane dell’usura — che lacerano famiglie, calpestano dignità, uccidono speranze — la Chiesa non è rimasta spettatrice.

Ha risposto con la creatività della carità, con il coraggio di uomini e donne che hanno detto “però”: il male deturpa, però il Vangelo può diventare carne; il male corre, però la giustizia può camminare sulle gambe della misericordia; il male abbatte, però la speranza può rialzare chi è caduto.

L’usura, lo sappiamo, è un male complesso, condannato “da sempre e per sempre” dalla coscienza cristiana e dalla Scrittura, un “peccato grave” - come lo ha definito Papa Francesco - e “molto grave” - come ha aggiunto e rincarato Papa Leone.   

Dietro i numeri ci sono volti concreti: padri e madri, anziani, giovani, intere famiglie ferite dal bisogno e dalla vergogna. In questa piaga, spesso silenziosa, la Consulta ha scelto di abitare le crepe, di scendere nei luoghi dove la dignità si smarrisce per riportarvi luce e fiducia.

Come i settantadue discepoli inviati da Gesù nel Vangelo di oggi (Lc 10,1-9), anche voi siete stati mandati a due a due, non con la forza dei mezzi ma con la potenza del Vangelo:

“Non portate borsa, né sacca, né sandali… In qualunque casa entriate, dite: Pace a questa casa” (Lc 10,4-5).

Luca ci consegna lo stile della missione povera e fraterna: portare pace, guarire ferite, annunciare che “il Regno di Dio si è fatto vicino”.

E la vostra missione ha assunto questa forma evangelica:

–        nell’ascolto discreto e competente delle persone schiacciate dai debiti;

–        nell’accompagnamento legale, economico e umano;

–        nella promozione di una cultura antidebito e nell’azione profetica contro il gioco d’azzardo, “l’altra faccia della stessa medaglia”;

–        nella costruzione di una rete solidale che ha radici ecclesiali e sguardo profetico.

In questo cammino non possiamo dimenticare le figure fondatrici, veri “operai del Vangelo”: Padre Massimo Rastrelli, Mons. Alberto D’Urso e tanti altri, che con audacia evangelica hanno saputo inventare risposte nuove davanti a sfide antiche. Hanno trasformato la compassione in struttura, la denuncia in progetto, la prossimità in rete viva.

La differenza cristiana non è una bandiera da sventolare, ma una vita da incarnare: è l’audacia di accogliere l’altro nella sua alterità, di vincere il male con il bene, di disinnescare le logiche della vendetta con la creatività dell’amore.

Il pittore francese Matisse affermava che ‘vedere è già un atto creativo’. Oggi, nel cuore della Chiesa, rendiamo grazie al Signore per tutte quelle vite che il male ha cercato di sotterrare e che voi, però, siete riusciti a “vedere”: per le famiglie risollevate, per le relazioni riconciliate, per le conversioni silenziose che la misericordia ha operato anche nei cuori degli usurai. Ma questa Eucaristia è anche invito a guardare avanti.

“La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai” (Lc 10,2).

Il campo della giustizia è vasto, la messe della dignità da restituire è abbondante.

C’è bisogno di nuove energie, di giovani che raccolgano il testimone, di comunità cristiane che si lascino inquietare dai poveri e dalle nuove forme di sfruttamento.

La Consulta è chiamata oggi non solo a custodire un’eredità, ma a generare futuro, a continuare a essere presenza disarmata e operosa, “mietitori del buono” in un mondo spesso tentato dal cinismo.

Carissimi, davanti a Pietro, roccia della fede, rinnoviamo il “però” della speranza. Il Signore è stato vicino, e continuerà a esserlo. Lo toccate nelle ferite che curate, vi aspetta nei cammini che accompagnate, vi scalda il cuore nella pace che annunciate casa per casa.

All’intercessione di San Matteo, patrono della Consulta, affidiamo questo tempo nuovo. E che la tenerezza evangelica di San Luca, la profezia di San Giovanni Paolo II e la creatività dei vostri fondatori continuino a ispirarvi.

Auspico che tutti in Italia, guardando a voi, possano riconoscere un segno luminoso di quella Chiesa povera per i poveri che il Vangelo sogna e che lo Spirito continuamente suscita.

Amen.

✠ Giuseppe Satriano

Arcivescovo di Bari-Bitonto

Prossimi eventi