Il Papa: adottare energie sicure e rispettose dell'uomo e del Creato
 Il Papa  ha ricordato infatti ai diplomatici "le innumerevoli tragedie che hanno  toccato la natura, le tecnica e i popoli" in questo primo semestre del  2011 ed ha commentato: "l'ampiezza di tali catastrofi ci interroga".  "L'uomo a cui Dio ha confidato la buona gestione della natura - ha  rilevato rivolto ai neoambasciatori di Moldavia, Guinea, Belize,  Siria, Ghana e Nuova Zelanda - non può essere dominato dalla tecnica e  diventare suo soggetto. Una tale presa di coscienza deve condurre gli  Stati a riflettere insieme sull'avvenire a breve termine del pianeta,  riguardo alle loro responsabilità verso la nostra vita e le tecnologie".
Il Papa  ha ricordato infatti ai diplomatici "le innumerevoli tragedie che hanno  toccato la natura, le tecnica e i popoli" in questo primo semestre del  2011 ed ha commentato: "l'ampiezza di tali catastrofi ci interroga".  "L'uomo a cui Dio ha confidato la buona gestione della natura - ha  rilevato rivolto ai neoambasciatori di Moldavia, Guinea, Belize,  Siria, Ghana e Nuova Zelanda - non può essere dominato dalla tecnica e  diventare suo soggetto. Una tale presa di coscienza deve condurre gli  Stati a riflettere insieme sull'avvenire a breve termine del pianeta,  riguardo alle loro responsabilità verso la nostra vita e le tecnologie".
Per  Benedetto XVI, "in questo senso è divenuto necessario rivedere  completamente il nostro approccio con la natura". Nel suo discorso, il  Pontefice ha affrontato il tema dell'ambiente, sostenendo che  "l'ecologia umana è un imperativo". "Adottare stili di vita rispettosi  dell'ambiente e sostenere la ricerca e lo sfruttamento di energie che in  grado di salvaguardare il patrimonio del creato ed essere senza  pericolo per l'uomo, devono costituire - ha scandito - priorità  politiche ed economiche".
ALL'AMBASCIATORE SIRIANO: URGENZA DI RIFORME
Gli  avvenimenti degli ultimi mesi in alcuni paesi del Mediterraneo, tra cui  la Siria, manifestano il desiderio di un avvenire migliore" e  "l'urgenza di riforme politiche, economiche e sociali". Lo ha detto  papa Benedetto XVI nel discorso rivolto questa mattina al nuovo  ambasciatore siriano presso la Santa Sede, Hussan Edin Aala. "Tuttavia -  ha aggiunto il pontefice - è fortemente auspicabile che queste  evoluzioni non si realizzino in termini di intolleranza, di  discriminazione o di conflitto, e ancora meno di violenza, ma in termini  di rispetto assoluto della verità, della coesistenza, dei diritti  legittimi delle persone e delle collettività, così come della  riconciliazione. Questi principi devono guidare le autorità, tenendo  conto delle aspirazioni della società civile così come delle istanze  della comunità internazionale.
Augurando che "il popolo siriano  possa vivere in pace e fraternità", nel suo discorso Benedetto XVI ha  sottolineato che "l'unità e la stabilità di ogni nazione si fonda sul  riconoscimento della centralità e della dignità inalienabile di ogni  persona umana. Questo deve essere al centro dell'azione delle  istituzioni, delle leggi e della società. Per questo - ha aggiunto il  Papa - è essenziale privilegiare il bene comune, mettendo da parte gli  interessi personali o di parte". Il pontefice si è soffermato anche  sull'importanza del "dialogo interreligioso". "La Siria è stata  tradizionalmente un esempio di tolleranza, di convivenza e di relazioni  armoniose tra cristiani e musulmani", ha detto, ponendo l'accento sul  "ruolo positivo dei cristiani nel vostro paese, impegnati come cittadini  nella costruzione di una società di pace per tutti".
© Avvenire, 9 giugno 2011
 
            