Arcivescovo

S.E. Giuseppe

Satriano

IN AGENDA

Il Papa: «Diamo il Nobel per la pace agli anziani»

Francesco a Pietrelcina, il paese natale di Padre Pio, incoraggia i fedeli a valorizzare gli anziani e a non litigare tra loro. E ripercorre la vita del Santo sottolineandone l’amore per i poveri, la preghiera incessante e l’ascolto paziente

«Mi piacerebbe che una volta si desse il premio Nobel agli anziani». Papa Francesco parla ai fedeli raccolti a Pietrelcina e li incoraggia a valorizzare gli anziani e a non litigare. Ha fretta di recarsi dal «santo confessore», papa Francesco. A Pietrelcina papa Francesco arriva in anticipo sul programma. Nel luogo natale di padre Pio, al secolo Francesco Forgione, sosta brevemente davanti all’olmo delle stimmate e poi saluta la folla numerosa. Bergoglio ha voluto questo viaggio nel centenario in cui le ferite della croce apparvero in modo permanente sul corpo del santo e nel cinquantesimo della sua morte.

«Sono lieto di trovarmi in questo paese», dice il Papa ai fedeli, ricordando il grande amore di padre Pio per la Chiesa: «Lui amava la Chiesa santa e i figli peccatori, qui meditò con intensità il mistero di Dio che ha dato il suo figlio per noi»

 «In questa comunità egli temprò la propria umanità, imparò a pregare e a riconoscere nei poveri la carne del Signore, finché crebbe nella sequela di Cristo e chiese di essere ammesso tra i Frati Minori Cappuccini, diventando in tal modo fra Pio da Pietrelcina».

Francesco sintetizza, nel suo discorso, la vita di padre Pio. Parla dallo stesso luogo, «nello stesso terreno sul quale padre Pio dimorò nel settembre 1911 per “respirare un po’ di aria più sana” dopo che ne aveva “sperimentato la miglioria” per il proprio fisico». Francesco sottolinea che «mai rinnegò il suo paese, mai rinnegò le sue origini, mai rinnegò la sua famiglia».  

Proprio in quegli anni, tormentato nella salute, padre Pio temeva di anche di «cadere nel peccato, sentendosi assalito dal demonio». Papa Francesco chiede ai fedeli se credono all’esistenza del demonio. «Il demonio si muove, ci tormenta, ci inganna e lui aveva paura che il demonio lo assalisse, lo spingesse al peccato. Con pochi poteva parlarne sia per via epistolare che in paese». Ma in quei momenti «terribili», il santo «Pio trasse linfa vitale dalla preghiera continua e dalla fiducia che seppe riporre nel Signore». Come lui stesso scrisse al ministro provinciale: «Tutti i brutti fantasmi che il demonio mi va introducendo nella mente spariscono allorché fiducioso mi abbandono nelle braccia di Gesù». Qui «c’è la teologia: se hai un problema, sei triste, sei disperato, radunati nelle braccia di Gesù. Questo ha fatto lui, amava e si fidava». Quando si sentiva più tentato sentiva anche il proprio cuore «attratto da una forza superiore prima di unirsi a Lui la mattina in sacramento. E questa fame e sete anziché rimanere appagata, dopo averlo ricevuto, «si accresce[va] sempre più».

In questo periodo «ricevette dall’alto speciali doni mistici, che precedettero il manifestarsi nelle sue carni dei segni della passione di Cristo».

Bergoglio parla di padre Pio, un «umile frate cappuccino ha stupito il mondo con la sua vita tutta dedita alla preghiera e all’ascolto paziente dei fratelli, sulle cui sofferenze riversava come balsamo la carità di Cristo. Imitando il suo eroico esempio e le sue virtù, voi possiate diventare pure strumenti dell’amore di Dio, di Gesù verso i più deboli. Al tempo stesso, considerando la sua incondizionata fedeltà alla Chiesa, darete testimonianza di comunione, perché solo la comunione, cioè essere sempre uniti in pace tra noi, la comunione tra noi, perché solo la comunione edifica e costruisce».

Un paese che litiga tutti i giorni, sottolinea braccio  Francesco, «è un paese malato e triste, invece un paese dove si sente l’abbraccio dove tutti più o meno si vogliono bene, non si augurano del male, anche se è piccolo cresce cresce cresce, si allarga e diventa forte». Chiede a tutti, «per favore» di non spendere tempo ed energie «a litigare tra voi, questo non fa onore, non fa crescere, non ti fa camminare». Fa l’esempio del bambino che, quando comincia a gattonare piange e viene riportato nella culla. Quel bambino non imparerà mai a camminare e così anche un paese che litiga sempre non imparerà mai a crescere.«Per favore comunione tra voi», dice il Papa, «pace tra voi e se a qualcuno di voi viene voglia di chiacchierare dell’altro mordetevi la lingua vi farà bene, anche se la lingua farà male, farà bene a voi e al paese. Auspico che questo territorio possa trarre nuova linfa dagli insegnamenti di vita di padre Pio in un momento non facile come quello presente, mentre la popolazione decresce progressivamente e invecchia perché molti giovani sono costretti a recarsi altrove per cercare lavoro».

Francesco chiede a tutti di pregare «la Madonna perché i giovani trovino lavoro qui tra voi e non siano costretti ad andarsene e il paese va giù giù giù. La popolazione invecchia, ma è un tesoro. I vecchi sono un tesoro, per favore non emarginate i vecchi, i vecchi sono la saggezza e che i vecchi imparino a parlare con i giovani e i giovani con i vecchi».

Il Papa racconta che al suo arrivo «mi è piaciuto salutare un vecchio di 99 anni e una ragazzina di 97». Che siano loro, gli anziani, «i protagonisti della crescita di questo paese».

Annachiara Valle

© www.famigliacristiana.it, sabato 17 marzo 2018

Prossimi eventi