La Divina Commedia e le «sparate digitali»
Si parla molto in queste ore della richiesta folle di una certa organizzazione gherush92 di mettere al bando dalla scuola l'insegnamento della Divina Commedia perché rea di proporre «contenuti offensivi e discriminatori sia nel lessico che nella sostanza» nei confronti di ebrei, islamici e omosessuali. Ovviamente è scattata la levata di scudi in difesa dell'opera madre della lingua e della cultura italiana. E fortunatamente domani ce ne saremo già dimenticati. Però questa è una storia su cui varrebbe la pena di fare qualche riflessione su un certo modo di fare informazione e dibattito oggi in Italia. Nella civiltà della chiacchera si discute su qualsiasi cosa senza farsi prima una domanda: chi parla è una voce autorevole oppure no?
Intanto varrebbe la pane di dire che - come il nome stesso evoca - gherush92 è un'organizzazione di matrice ebraica che si occupa di diritti umani in una forma un po' diversa da tante altre: conduce essenzialmente campagne di opinione, il più delle volte dal tasso molto alto di polemica. Piccolo ricordo personale: quando lavoravo alla redazione di informazione religiosa di Avvenire ne ricevevo parecchie di email da gherush92. Tutte con lo stesso stile «equilibrato» e «privo di risentimenti» che traspare dal loro pronunciamento sulla Divina Commedia. Perché loro erano quelli che immancabilmente sentenziavano che ogni forma di dialogo tra l'ebraismo e la Chiesa cattolica andava assolutamente troncato perché l'antisemitismo continua a dilagare ovunque tra i cristiani. Insomma: la solita frangia estremista che ama spararle grosse.
Solo che una volta le redazioni dei giornali servivano a fare da filtro e a porsi qualche domanda elementare del tipo: chi è questa gente? E rappresentano realmente qualcuno? Così si scopriva che dietro c'era sempre un certo Mario Fuà, che sarà anche un dotto e intelligentissimo ricercatore, ma magari potrebbe anche dirci riguardo a che cosa, visto che su Google non risulta avere all'attivo un granché oltre ai comunicati di gherush92. Idem per la presidente Valentina Sereni che il Corriere della Sera intervista come se fosse il braccio destro di Ban Ki Moon. La sua è un'associazione che non rappresenta una voce così significativa all'interno del pur estremamente variegato mondo dell'ebraismo italiano. Tanto per dirne una: sull'agenzia quotidiana dell'Unione delle comunità ebraiche le sue attività non sono citate mai.
Però oggi - nell'era dei social network - siamo tornati a Eraclito: tutto scorre. Così basta che l'appello per la messa al bando della Divina Commedia cominci a girare su Facebook e qualche gonzo che abbocca alla «intollerabile provocazione» lo si trova. A quel punto il grande quotidiano - anziché fare il suo mestiere - viene dietro e monta (sul nulla) il caso. Con grande gioia di gherush92 che - dopo anni di tentativi andati a vuoto - trova finalmente il suo momento di gloria.
«Ma questa è un'organizzazione cui è riconosciuto lo status di consulente all'Onu», si dirà. Ciumbia, risponderebbero qui a Milano. Chiunque abbia avuto almeno un po' a che fare con le Nazioni Unite sa benissimo che un'agenzia legata all'Onu che ti riconosca quel titolo (si spera gratis) non è così difficile da trovare. E quelle che gherush92 cita sul suo sito non sono proprio di primo piano (e ovviamente non hanno niente a che fare con la cultura).
Ma la cosa che mi ha fatto sorridere di più è stato vedere citato con orgoglio che la loro organizzazione ha partecipato nel 2001 alla Conferenza contro il razzismo di Durban e a tutto il processo che è seguito. Ora: in tutti i dibattiti sull'antisemitismo la conferenza di Durban viene citata come una delle prove del persistere dell'odio contro gli ebrei, per l'equazione tra sionismo e antisemitismo votata nei testi ufficiali di quella conferenza. Dal che si deducono essenzialmente due cose: 1) l'efficacia della presenza di gherush92 nei grandi consessi internazionali è un tantino dubbia; 2) visto che con le questioni calde non funziona, preferiscono prendersela con un libro. Un'idea non proprio originale in tema di razzismo.
Giorgio Bernardelli
© www.missionionline.org, 13 marzo 2012