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La parrocchia di Erasmus

A Toulouse, città laica come laica può essere solo la Francia, la Chiesa ha consacrato un vescovo alla cura dei giovani e una parrocchia intera agli studenti universitari

giovani-asl1.jpgToulouse, la città rosa del sud-ovest della Francia. Una città viva, piena di giovani. Strade inondate di gente durante le notti piene di musica, pub, scherzi, giochi. Un fiume che la attraversa. È la Garonna che scorre in silenzio e che accoglie in questi primi giorni di splendido sole i "sopravvissuti" alle biblioteche e agli uffici. Una città universitaria, la quarta della Francia per numero di studenti.

In questa città, laica come laica può essere solo la Francia, la Chiesa ha consacrato un vescovo alla cura dei giovani, un vescovo solo per loro. Già questo la dice lunga ma non è tutto. Una pastorale universitaria profondamente ancorata alla realtà, accompagna i (pochi!) giovani cattolici nel cammino della loro fede proponendo una serie di attività e di iniziative che riempiono le giornate e che permettono di crescere nella fede e nell'amicizia creando legami sinceri e autentici. L'intuizione è semplice: un foyer, 10 giovani, un prete. Il resto? Viene da sé! 10 giovani che vivono e pregano insieme condividendo la fede e la quotidianità. 10 giovani che coordinano le attività di chiunque si voglia impegnare nella parrocchia, attenzione!, una parrocchia interamente dedicata agli studenti universitari con una sede, la splendida chiesa di Saint Pierre de Chartreau, in pieno centro città, un sito internet, una Messa quotidiana alle 19 per permettere a tutti di seguire i corsi, e una Messa domenicale, sempre alle 19, seguita da un aperitivo di condivisione. Una parrocchia che non si dimentica delle necessità di aggregazione e di condivisione dei giovani e che sa, allo stesso tempo, essere altrettanto attenta alla necessità di formazione continua sulla fede e alla centralità del Vangelo e della liturgia.

I giovani di Saint Pierre sanno di essere una minoranza, il piccolo resto di Israele, e per questo sanno di avere la forza dei deboli: non devono rendere conto alla maggioranza. I giovani di Saint Pierre sono attivi, organizzano pellegrinaggi a piedi sui Pirenei, rosari a Lourdes. Ogni gruppo (e ce ne sono davvero tanti!) vuole proporre la propria serata, il proprio incontro di aggregazione, la propria animazione della Messa domenicale. E la vita in parrocchia è viva, splendidamente viva! Il CCU, il Centre Catholique Universitarie, situato alla periferia della città dove si trovano gli istituti scientifici, propone tutti i giovedì la formula Messa-cena-incontro, la Conférence de Saint Vincent de Paul porta i giovani all'incontro dei poveri delle strade, i francescani propongono un'adorazione notturna nei venerdì di quaresima, i domenicani organizzano la formazione teologica... e tutto lì, a Saint Pierre, la seconda casa di circa 3000 studenti che qui mettono radici e crescono e stringono legami, scherzano, riflettono, pregano, giocano, studiano. Un centro, semplicemente un centro, per giovani in ricerca che qui si sentono liberi di esprimersi e di impegnarsi, si impegnarsi!, nel grande gioco della Chiesa che qui ha un volto più umano.

Tante volte mi sono chiesta come faccia a funzionare una pastorale universitaria così viva e così attiva ma al tempo stesso così poco istituzionalizzata e libera e la risposta che mi sono data è molto semplice: a tenerla in piedi sono solo e semplicemente dei giovani che si impegnano per e con i giovani. Quanto vorrei poter vedere fiorire un'esperienza simile nelle nostre diocesi, quanto vorrei veder nascere un movimento simile nella nostra amata e cattolicissima Italia. Quante volte ci siamo lamentati di essere rimasti pochi, di non avere giovani impegnati, di non riuscire più a riempire le chiese. Basta, non è più il momento. Ora è il momento di lavorare anche se pochi e, anzi, di cogliere la grazia dell'essere rimasti "pochi" e domandarsi, questo sì!, se siamo convinti di quella Parola che non passa e che ci parla ancora di carità, di gioia e di speranza. Ecco, è proprio una grande speranza che voglio condividere con voi; una speranza che leggo negli occhi di Mika, un giovane della Parrocchia degli studenti che con un sorriso mi dice: «Voi in Italia avete la fortuna di essere tanti cattolici, noi abbiamo la fortuna di esserne convinti! In ogni caso abbiamo entrambi la fortuna di avere Gesù per fare grandi cose!». Semplice, no? Allora cominciamo!

Valentina Rotondi

© www.vinonuovo.it, 9 aprile 2011

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