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La proposta della Settimana Sociale di Cagliari per le nostre Diocesi

Intervento di S.E. Mons. Filippo Santoro, Arcivescovo di Taranto e Vescovo delegato per i Problemi Sociali e del Lavoro, tenuto all'incontro organizzato a Bari nell'aula sinodale “M. Magrassi” della Curia Arcivescovile sabato 3 febbraio 2018

Nella ripresa della 48ª Settimana Sociale nelle nostre Diocesi di Puglia indichiamo alcuni elementi rilevanti e alcuni passi operativi per dare continuità e sviluppo al lavoro e al metodo proposto a Cagliari.

  1. Principali elementi rilevanti della Settimana
  1. L’aspetto centrale del nostro convenire è stato il senso del lavoro che si identifica con il lavoro degno. Nel suo messaggio il Santo Padre ci ha detto. “La dignità del lavoro è la condizione per creare lavoro buono: bisogna perciò difenderla e promuoverla”. Sono stati sempre presenti dinanzi ai nostri occhi i volti delle persone, di chi non ha lavoro, di chi non lo ha più, di chi rischia di perderlo, di chi ha un lavoro precario o non degno perché incapace di sostenere il costo della vita e della famiglia, ma anche di coloro che un lavoro degno lo hanno vivendolo con responsabilità e di quanti rischiano di smarrirne comunque il senso.
  2. La 48ª Settimana Sociale sviluppando i quattro registri comunicativi della denuncia, delle buone pratiche, del racconto e delle proposte ha segnato una vera novità di metodo, che è persino più importante delle singole buone pratiche identificate e delle proposte per l’Italia e per l’Europa. Il metodo è stato vissuto a vari livelli dal cammino preparatorio fatto dal Comitato promotore della Settimana, ai lavori fatti in molte Diocesi, ai progetti Policoro e Cercatori di LavOro. Quest’ultimo è consistito nel mettersi in cammino per incontrare sui territori i 10, 100, 400 innovatori che hanno creato o favorito la creazione di buon lavoro (imprese, istituzioni formative, amministrazioni). Ne è uscita una fotografia del paese dove a trainare sono la manifattura di qualità che rilocalizza in Italia e cerca lavoratori qualificati che spesso non trova, il settore socio-assistenziale sempre più importante con i servizi alla persona, l’economia che valorizza il genius loci dei nostri territori, enogastronomia, arte, storia e cultura.
  3. Tutto ciò comporta una vera “conversione culturale” legata alla riscoperta del senso del lavoro come lo ha vissuto nelle sue forme migliori il cattolicesimo popolare in dialogo con le altre visioni della vita presenti nel Paese. Ciò accade:

mediante la valorizzazione dei legami sociali e spirituali in un nuovo rapporto tra imprenditore e lavoratore quando, come ha detto il Papa a Genova, “l’imprenditore non deve confondersi con lo speculatore” e quindi riscoprendo un nuovo ruolo decisivo dell’impresa.

  1. E’ poi necessaria una particolare attenzione allo sviluppo dell’economia digitale e al formarsi dell’Impresa 4.0. Non crediamo ai tecno-ottimisti che annunciano un'esplosione di produttività che non richiederà quasi più interventi umani, ne ai tecno-apocalittici che vedono nella rivoluzione digitale solo una massiccia distruzione di posti di lavoro. Il problema non sta nella pervasività delle nuove tecnologie, ma nella capacità politica e sociale di regolarne l’uso e la gestione. La cosiddetta industria 4.0 può essere anche per il nostro Paese una occasione da non perdere e da indirizzare non solo al profitto, ma alla creazione posti di lavoro. Per questo il tema della Formazione Professionale permanente ritorna di estrema attualità e dovrebbe vedere impegnati in prima fila gli Istituti di Formazione Professionale di ispirazione cristiana.
  2. È sempre più importante mettere insieme economia e società, le persone con le loro aspirazioni legittime e la visione alta della politica intesa come “via istituzionale della carità” (Caritas in Veritate, 7). Oggi, per fare la quantità di lavoro occorre puntare sulla sua qualità: passare da un’economia della sussistenza - come fabbricazione e sfruttamento - ad un’economia dell’esistenza - produttrice, cioè, di saper-vivere e di saper-fare è la via per salvare e insieme Umanizzare il lavoro. La proposta della 48esima edizione delle Settimane Sociali dei Cattolici italiani è che proprio la nuova centralità del lavoro segni la via che dobbiamo percorrere, diventando il cardine di una inedita alleanza intergenerazionale capace di salvare i nostri figli dalla stagnazione e gli anziani da una progressiva perdita di protezione.
  1. Punti Operativi
  2. Ogni conversione culturale, come verifichiamo nella conversione religiosa, accade in forza di qualcosa che viene prima e che va oltre la economia e la politica. Per essere profetici dinanzi all’attuale modello di’sviluppo sociale ed economico è necessario attingere alla fonte della diversità che specificamente nella nostra esperienza cristiana è l’irruzione dello Spirito. Questo prima non può essere mai ignorato anche nello sviluppo della nostra presenza nella società. Nasce dallo spessore della esperienza vitale delle nostre comunità parrocchiali, degli Istituti religiosi, di associazioni, movimenti, servizi e altre forma di aggregazione laicale. Ecco perché in tutte le diocesi è necessario rafforzare o innovare l’impegno per la pastorale sociale intesa come fonte e mezzo di evangelizzazione. Qualora le diocesi non abbiano questi organismi essi vanno costituiti. Prima di ogni azione sociale o politica c’è uno spessore ecclesiale da vivere come luogo in cui la vita è rigenerata nell’appartenenza al mistero di Cristo e della Chiesa. Di qui sorge la responsabilità della comunità cristiana, e in particolare dei fedeli laici in campo sociale e politico come ci sollecita la grande lezione messa in evidenza da tutta la Dottrina Sociale della Chiesa in particolare dal Vaticano II sino al IV capitolo della Evangelii Gaudium. Il metodo sinodale è in sé un vero contenuto perché raccorda esperienze diverse orientate a dare risposta ai bisogni della gente e specificamente al bisogno di lavoro. In questo senso la Commissione della Pastorale sociale non può prescindere da un raccordo stabile con le esperienze più vitali della realtà diocesana e del territorio, in particolare con la Commissione del Laicato e la Pastorale Giovanile. In determinate circostanze si dovrà coordinare anche con la Caritas per sviluppare una unità operativa che nasce dal fermento evangelico.
  3. Sul piano dell’azione indichiamo qui una serie di piste di lavoro per dare seguito alla aspettative e alle speranze suscitate nell’incontro di Cagliari:
  4. rilancio deciso del progetto Policoro;
  5. ripresa articolata del progetto Cercatori di LavOro, irrobustendo il percorso di raccolta delle buone pratiche. Si tratta di far nascere proposte per specifiche iniziative, anche di tipo normativo, da promuovere presso tutte le forze politiche e, soprattutto, avviare sui territori una stagione di azione propositiva. Parliamo quindi di Cantieri di lavoro, seguiti e coordinati da esperti e addetti ai lavori nonché dai membri del comitato delle Settimane Sociali, svilupperanno un percorso che parte dalla ricchezza dell’archivio delle buone pratiche per ragionare su progetti di sviluppo per il loro territorio in grado di creare buon lavoro e rispondere così con la migliore forma di carità alla piaga che affligge il nostro paese. Sara questo il nostro modo per non sottrarci alla responsabilità e alle aspirazioni dei territori di dare un seguito alle Settimane di Cagliari (LB).
  6. avvio di una sperimentazione sugli oratori, da intendersi non solo come luoghi di gestione del tempo libero, ma come ambienti educativi che formano alla vita e al lavoro anche attraverso lo sviluppo di competenze trasversali.
  7. Assicurarsi, nelle Diocesi, nelle parrocchie, negli istituti religiosi, nelle associazioni e nei movimenti che il lavoro, così come delineato a Cagliari, sia innanzitutto vissuto all’interno delle strutture ecclesiali.

L’obiettivo di fondo  di queste diverse proposte é duplice: da un lato  di far sì che nelle diocesi, nelle parrocchie, negli istituti religiosi, nelle associazioni e nei movimenti  il lavoro sia vissuto  come un tema importante attorno al quale sviluppare una solidarietà creativa e responsabile; dall’altro rafforzare  l’attività degli Uffici e delle Commissioni di Pastorale, istituendo processi inclusivi di democrazia partecipativa e deliberativa che provochino chi ha le redini politiche ed economiche, con proposte concrete, sulla base della Dottrina sociale della Chiesa, coinvolgendo tutti gli uomini di buona volontà. Questo in vista di quella Ecologia integrale tante volte invocata da Papa Francesco nella Laudato si’.

  1. L’ultimo aspetto riguarda il piano della proposta nel suo rapporto con la politica.

            Sotto questo profilo, vale la pena ricordare l’efficacia delle proposte emerse a Cagliari. Possiamo concretamente citare due realizzazioni: a) un emendamento alla Legge di Bilancio 2018 presentato da senatori presenti a Cagliari è stato approvato ed ha consentito di incrementare la quantità delle risorse a disposizione della formazione professionalizzante; b) la centralità del lavoro nelle politiche europee è stata per la prima volta dopo venti anni fortemente ribadita dal vertice dei Capi di Stato e di Governo dell’Unione Europea tenutosi a Goteborg il 17 novembre scorso con un evidente impegno del Presidente del Parlamento europeo, presente a Cagliari, a favore di tre grandi temi ("accesso al mercato del lavoro", "condizioni eque di occupazione e di lavoro" e "tra due lavori: sostenere la transizione professionale") e della definizione  del Pilastro sociale dell’Unione Europea. A partire dal lavoro fatto nella preparazione e nella realizzazione della Settimana di Cagliari è stato possibile avanzare proposte concrete, di interesse generale, fattibili, credibili, frutto di competenze specifiche e misurabili nella loro efficacia.

  1. Sulla base di questa esperienza positiva, si tratta di favorire in ogni diocesi forme di collegamento tra cattolici impegnati in politica, collegate agli Uffici e Commissioni per i problemi sociali, del lavoro, giustizia e pace, custodia del creato.
  2. Così il richiamo del Santo Padre, fatto all’Azione Cattolica, ripreso nella sua visita alla Diocesi di Cesena e su cui è tornato anche il Cardinale Bassetti, circa la presenza dei Cattolici in Politica può essere giocato nel dare risposte comuni ad alcune partite profetiche che vengono preparate e lanciate a livello nazionale e che riguardano problemi vitali delle persone e della società come il lavoro, la vita e la famiglia, l’educazione, la custodia del creato, la pace ed i migranti. Nell’orizzonte si colloca poi il problema della povertà che nelle sue forme differenti è una ferita alla dignità umana.
  3. Tale prospettiva si allarga coinvolgendo nell’azione persone di buona volontà anche se provengono da esperienze culturali differenti, come accaduto con il contributo dei parlamentari cattolici nella stesura della nostra costituzione repubblicana.

Mons. Filippo Santoro