Arcivescovo

S.E. Giuseppe

Satriano

IN AGENDA

Lotta all’usura come politica di sviluppo per uscire dalla crisi economica

Povertà e indebitamento delle famiglie, e di lotta all’usura come politica di sviluppo per uscire dalla crisi economica, che conviene non solo alle imprese e alla povera gente, ma anche al sistema bancario, allo Stato e all’intera economia

Sono i temi su cui hanno lavorato la Consulta Antiusura Giovanni Paolo II con le Fondazioni antiusura dell’Italia centrale e della Sicilia, che si sono trovate a Roma con il Segretario nazionale della Consulta Mons. Alberto D’Urso, il Prof. Maurizio Fiasco, i rappresentanti dell’ABI Dr. Trincia e Dr. Rinaldi, e del MEF Dr. Tamantini e Dr. Barbera.

Il mercato del credito usurario è in progressivo aumento e non riguarda solo i poveri e i piccoli imprenditori, aggredisce ormai anche le imprese strutturate e i ceti sociali ed economici medio alti. Una nuova frontiera su cui lo Stato interviene in maniera schizofrenica. Da una parte vara legge n.3 del 2012, una sorta di procedura concorsuale che va in soccorso delle famiglie indebitate; dall’altra incrementa nella legge di stabilità le entrate derivanti dall’azzardo, una delle principali cause di indebitamento che induce nella povertà i soggetti più deboli, e riduce anche le disponibilità in favore delle fondazioni per prevenire l’usura.

Al centro della discussione è stata posta la “persona” che in questi anni di crisi economica si è vista privata del pieno esercizio della sua dignità e di diritti inviolabili, tra i quali quello al credito. Su un modello bancario più a misura delle persone e delle famiglie in difficoltà infatti,  l’ABI e la Consulta Antiusura da più di un anno stanno collaborando, al fine di individuare delle linee guida più trasparenti e uniformi che regolino i rapporti tra le banche e le  Fondazioni antiusura in Italia.  Regole che consentano un accesso al credito in tempi più rapidi a soggetti che secondo le vie ordinarie sarebbero considerati non bancabili.

“Il nostro auspicio - hanno dichiarato i rappresentanti dell’ABI- è di rispondere alle esigenze poste dalla Consulta pur tenendo presente i vincoli che le direttive dell’Unione Bancaria Europea ci impongono”.  “Salvare le imprese dalla bancarotta e la gente dalla povertà conviene anche al sistema bancario – ha osservato- Mons. D’Urso, poiché significa sottrarle al mercato dell’usura per immetterle nel sistema del credito legale che innesta cicli virtuosi economici. In venti anni di attività le Fondazioni antiusura tramite il volontariato di tanti professionisti hanno restituito al mondo della legalità, della giustizia, dell’economia e dignità oltre quindicimila famiglie che non avevano davanti a sé alcuna speranza di vita, alcune volte finite anche nelle grinfie della criminalità”.

Un servizio di cui lo Stato ha il dovere di riconoscere e sostenere, hanno dichiarato all’unisono i Presidenti delle Fondazioni Antiusura, con una vena di protesta contro la marcata riduzione dello stanziamento dei fondi di prevenzione dell’usura;  le leggi non vanno solo scritte ma anche finanziate, hanno precisato.

Per il Prof. Maurizio Fiasco gli interventi di contrasto all’usura dello Stato devono rientrare tra le politiche  di sviluppo economico e non tra quelle di assistenzialismo. Posizione che il Prof. Fiasco ha più volte rimarcato in linea con la Consulta Nazionale Antiusura intervenendo al Convegno organizzato dal Commissario Straordinario del Governo per il Coordinamento delle Iniziative Antiracket ed Antiusura su “Nuove Strategie di lotta all’estorsione e all’Usura fra Stato di Diritto ed Economia”.

“L’uscita dalla recessione economica del nostro Paese – ha dichiarato il Prof. Fiasco- passa non solo dal risanamento del debito dello Stato ma anche dal ripianamento dei debiti delle famiglie. L’approvazione della legge n.3 del 2012 “Disposizioni in materia di usura e di estorsione, nonché di composizione delle crisi da sovrindebitamento” può essere un’opportunità per i soggetti in crisi che non sono imprenditori, cioè i giovani, le famiglie, i dipendenti, i pensionati che peraltro non rientrano tra i benefici previsti  dalla legge che sostiene le vittime dell’usura, riservati solo ai soggetti economici. In merito al Fondo per le vittime dell’ usura sarebbe opportuno che il legislatore preveda, nel rispetto della costituzione, l’estensione delle risorse anche ai non operatori commerciali e per quanto riguarda il Fondo di Prevenzione all’usura è necessario regolamentare il suo finanziamento in modo stabile e congruo, anziché legarlo a indici aleatori che non danno alcuna possibilità di programmazione e garanzia di stabilità, come in questi ultimi anni sta succedendo”.

 

Michela Di Trani

Ufficio Stampa Consulta Antiusura Giovanni Paolo II

Prossimi eventi