
L'udienza. Il Papa al patriarcato ecumenico: comunione non è uniformità
Pietro e Paolo stretti in un abbraccio. L’iconografia li rappresenta così. È la «profezia dell’unica comunione ecclesiale nella quale le legittime differenze debbono convivere». Una «piena comunione» che non è «uniformità omologata». Cosa significa perciò per i cattolici e gli ortodossi celebrare insieme la festività dei due apostoli? Significa fare «memoria di unità nella diversità». È quanto ha ricordato papa Francesco ricevendo in udienza la delegazione del patriarcato ecumenico di Costantinopoli, giunta a Roma per la solennità degli Apostoli Pietro e Paolo. «I due discepoli di Gesù – ha sottolineato il Papa – hanno servito il Signore con stili differenti e in modo diverso» e «pur nella loro diversità, entrambi hanno dato testimonianza dell’amore misericordioso di Dio Padre, del quale ciascuno, a suo modo, ha fatto profonda esperienza, fino ad offrire in sacrificio la propria vita». Per questo, sin da antichissimi tempi, la Chiesa in Oriente e in Occidente riunisce in una sola celebrazione la memoria del martirio di Pietro e di Paolo. «Lo scambio di delegazioni tra la Chiesa di Roma e la Chiesa di Costantinopoli, in occasione delle rispettive feste patronali – ha affermato il Papa – accresce in noi il desiderio di ristabilire pienamente la comunione tra cattolici e ortodossi, che già pregustiamo nell'incontro fraterno, nella preghiera condivisa e nel comune servizio al Vangelo».
Anche Bartolomeo da parte sua non ha mancato di far giungere i suoi fraterni auguri al Papa in questa festività. Attraverso la Delegazione Patriarcale, guidata dall’arcivescovo Job di Telmessos, co-presidente della Commissione internazionale per il dialogo teologico tra le due Chiese sorelle –ha fatto pervenire al Papa una lettera personale nella quale ha espresso gli auguri al «carissimo fratello Francesco»e ha ricordato come la comune testimonianza e il ministero in nome di Cristo degli apostoli Pietro e Paolo sia nel segno del martirio. Lo stesso Bartolomeo ha richiamato a quanto sperimentato «con Sua Santitàin Egitto due mesi fa, in una terra che ècontinuamente innaffiata dal sangue dei martiri».