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Migranti, nuova strage in mare al largo della Calabria

In corso le operazioni di soccorso, una quarantina i salvati. Si è spezzata in due la barca che trasportava un centinaio di persone

Erano a una ventina di chilometri da Crotone, in località Steccato di Cutro, ma la barca, probabilmente un vecchio peschereccio, non ha retto al mare agitato. Un centinaio di persone hanno così fatto naufragio. Tra essi anche molti bambini. Sul posto sono subito intervenuti la Capitaneria di porto e la Guardia di finanza, ma i soccorsi sono stati resi difficili dalle proibitive condizioni metereologiche. Una cinquantina di persone sono state salvate e subito accolte dalle istituzioni e dalla popolazione.

Purtroppo però continua anche il recupero delle salme. Tra le prime a essere ripescate quella di un neonato, di un bimbo di tre anni e di un altro di sette.

E mentre dalle opposizioni Nicola Fratoianni, di sinistra italiana dichiara: "Per ora 50 morti ma potrebbero essere almeno il doppio. Un 'carico residuale' vero governo Meloni? Evidentemente se ci fosse stato un sistema di ricerca e soccorso potevano forse essere salvati", in una nota di palazzo Chigi Giorgia Meloni esprime il "suo profondo dolore per le tante vite umane stroncate dai trafficanti di uomini. È criminale mettere in mare una imbarcazione lunga appena 20 metri con ben 200 persone a bordo e con previsioni meteo avverse. È disumano scambiare la vita di uomini, donne e bambini col prezzo del 'biglietto' da loro pagato nella falsa prospettiva di un viaggio sicuro".

Il governo, continua la nota, ''è impegnato a impedire le partenze, e con esse il consumarsi di queste tragedie, e continuerà a farlo, anzitutto esigendo il massimo della collaborazione agli Stati di partenza e di provenienza. Si commenta da sé l'azione di chi oggi specula su questi morti, dopo aver esaltato l'illusione di una immigrazione senza regole".

Annachiara Valle

© www.famigliacristiana.it, domenica 26 febbraio 2023

 

Caritas italiana sul naufragio:

Servono vie sicure per chi emigra,

basta rincorrere interessi di parte

 

Il direttore don Marco Pagniello sottolinea che la tragedia avviene all'indomani della conversione in legge del decreto che limita i soccorsi in mare e chiede decisioni coraggiose che non inseguano interessi di parte

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Su naufragio di Cutro prende subito posizione la Caritas italiana. In una nota diffusa dall’organismo il direttore don Marco Pagniello ribadisce che «la Caritas Italiana richiama tutti alla propria responsabilità per trovare soluzioni adeguate di fronte al fenomeno globale delle migrazioni, che guardino al bene comune e non a interessi di parte».  Questo è «purtroppo solo l’ultimo di tanti episodi che ci devono interrogare. Questo naufragio avviene all’indomani della conversione in legge del decreto che limita gli interventi di salvataggio in mare. Caritas Italiana ribadisce l’urgenza di una risposta strutturale e condivisa con le Istituzioni e i diversi Paesi, affinché l’Italia e l’Europa siano all’altezza delle loro tradizioni, delle loro radici e del loro umanesimo».

Don Pagniello sottolinea che «la questione delle migrazioni, della fuga dalla miseria e delle guerre, non può essere gestita come fosse ancora un’emergenza. Penalizzare, anziché incoraggiare, quanti operano sul campo non fa che aumentare uno squilibrio di umanità. La vita è sacra e va salvaguardata, sempre: salvare le vite resta un principio inviolabile». Come già aveva ricordato il Consiglio Permanente della Cei «è tempo di scelte coraggiose e organiche, non di opportunismi, ma di visioni. È tempo che i diversi attori si confrontino per trovare una soluzione corale e costruttiva, per il bene di tutti».

La bussola, come continua a ricordare il Papa in relazione alla questione delle migrazioni, sono i quattro verbi: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. «L’accoglienza delle persone che arrivano e arriveranno sul nostro territorio è per noi un fatto importante, che ci impegna, al di là della discussione sull’opera delle Ong e del loro ruolo nel mare Mediterraneo.  Caritas Italiana, per conto della Chiesa che è in Italia e in collaborazione con altre organizzazioni e il Governo, col progetto dei Corridoi umanitari pone un “segno”: si possono, dunque si devono, organizzare vie sicure che evitino i pericoli dei viaggi per mare e che diano prospettive reali alle persone migranti».

Annachiara Valle

© www.famigliacristiana.it, domenica 26 febbraio 2023

 

Il dolore di Francesco per le vittime del naufragio

sulle coste calabresi

Dopo l'Angelus il Papa prega per i morti e ringrazia i soccorritori che hanno portato aiuto ai migranti naufragati questa mattina al largo di Crotone. Sull’imbarcazione secondo le autorità viaggiavano ammassate tra le 150 e le 180 persone, 57 al momento i superstiti, tra i deceduti diversi bambini.

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Stamattina ho saputo con dolore del naufragio avvenuto sulla costa calabrese, presso Crotone. Già sono stati recuperati quaranta morti, tra cui molti bambini. Prego per ognuno di loro, per i dispersi e per gli altri migranti sopravvissuti. Ringrazio quanti hanno portato soccorso e coloro che stanno dando accoglienza. La Madonna sostenga questi nostri fratelli e sorelle.

Dopo la recita dell'Angelus il cuore del Papa si spezza come il barcone naufragato questa mattina al largo di Crotone, con a bordo anche tanti bimbi, probabilmente ingoiati dal mare.

Ricerche dei dispersi

La tragedia, l’ennesima, è avvenuta stavolta nei pressi di Steccato di Cutro. Qui i 57 superstiti trovati stanchi, bagnati e impauriti sulla spiaggia hanno raccontato ai soccorritori, che il peschereccio su cui viaggiavano, insieme a tante altre persone, uomini, donne e bambini, ad un certo punto, complice il maltempo e il mare agitato, si è letteralmente piegato in due. Stando alla loro testimonianza le persone sul natante erano circa 250, mentre secondo le autorità locali potrebbero essere state circa 150-180 provenienti per lo più da Iran, Pakistan e Afghanistan. 21 sopravvissuti si trovano in condizioni gravi e dunque sono stati trasferiti all’ospedale di Crotone mentre le ricerche in mare dei dispersi vanno avanti ma con estrema fatica a causa delle condizioni meteo.

Zuppi: la questione migranti va affrontata con responsabilità

"Una profonda tristezza e un acuto dolore attraversano il Paese per l’ennesimo naufragio avvenuto sulle nostre coste. Le vittime sono di tutti e le sentiamo nostre". Così in una nota il presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi, che si unisce alla preghiera del Papa per i morti, i dispersi e i sopravvissuti. "Questa ennesima tragedia, nella sua drammaticità, ricorda che la questione dei migranti e dei rifugiati va affrontata con responsabilità e umanità. Non possiamo ripetere parole che abbiamo sprecato in eventi tragici simili a questo, che hanno reso il Mediterraneo in venti anni un grande cimitero. Occorrono - si legge - scelte e politiche, nazionali ed europee, con una determinazione nuova e con la consapevolezza che non farle permette il ripetersi di situazioni analoghe". Forte l'invito ad una presa di coscienza europea e internazionale, serve " una risposta strutturale, condivisa e solidale tra le Istituzioni e i Paesi. Perché nessuno sia lasciato solo e l’Europa sia all’altezza delle tradizioni di difesa della persona e di accoglienza". 

Mattarella: una tragedia che non lascia indifferenti

Anche il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella ha espresso il proprio "dolore per il naufragio", sottolineando in una nota che "molti tra questi migranti provenivano dall’Afghanistan e dall’Iran, fuggendo da condizioni di grande difficoltà. È una ennesima tragedia del Mediterraneo che non può lasciare nessuno indifferente". Da qui il ringraziamento per quanti si stanno prodigando negli aiuti ma anche l'esortazione ad "un forte impegno della comunità internazionale per rimuovere le cause alla base dei flussi di migranti; guerre, persecuzioni, terrorismo, povertà, territori resi inospitali dal cambiamento climatico".  Mattarella sollecita poi l'Unione Europea ad assumersi "la responsabilità di governare il fenomeno migratorio per sottrarlo ai trafficanti di esseri umani, impegnandosi direttamente nelle politiche migratorie, nel sostegno alla cooperazione per lo sviluppo dei paesi da cui i giovani sono costretti ad allontanarsi per mancanza di prospettive". 

Unicef: quasi 26mila morti dal 2014

"Queste morti non possono che generare vergogna". Monsignor Gian Carlo Perego, presidente Cemi e Fondazione Migrantes,  chiede con urgenza un impegno europeo per un'operazione Mare Nostrum, "che metta strettamente in collaborazione le istituzioni europee, i Paesi europei, la societa' civile europea rappresentata dalle Ong". La collaborazione "con i Paesi del Nord Africa non puo' limitarsi a interessi energetici o a sostegni per impedire i viaggi della speranza - sostiene monsignor Perego -, ma deve portare a un canale umanitario permanente e controllato nel Mediterraneo verso l'Europa". "Le risorse - continua il presule - vanno investite nella tutela della vita, nell'accompagnamento delle persone non in muri o campi disumani. La vita e il futuro dell'Europa dipende da come si accoglie, tutela, promuove e integra le persone in cammino". Intanto secondo le stime dell'Unicef , riportate dal portavoce di Unicef-Italia, Andrea Iacomini sono oltre 25.800 dal 2014 a oggi i morti e i dispersi lungo la rotta del Mediterraneo centrale, oltre 120 casi accertati solo dall'inizio del 2023, tra cui molti bambini, ma resta una stima al ribasso che considera soltanto i casi segnalati o di corpi ritrovati". 

Dolore della comunità cittadina

"E' un brutto risveglio che deve destare la comunità affinché simili tragedie non accadano più". Scrive su Twitter il presidente della Croce Rossa italiana, Rosario Valastro. "Quello che e' avvenuto al largo di Steccato di Cutro è una tragedia. Mentre si stanno ancora raccogliendo aggiornamenti, le notizie che sono gia' pervenute sono drammatiche", afferma dal canto suo il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce. "Avvertiamo - aggiunge - un profondo dolore che in questo momento accomuna tutta la comunità cittadina. Ci siamo immediatamente attivati attraverso il Centro Operativo Comunale di Protezione Civile per dare il nostro supporto alle Forze dell'Ordine, ai Vigili del Fuoco, alla Croce Rossa e a tutti coloro che in queste ore sono impegnati sul posto della tragedia".

Cecilia Seppia – Città del Vaticano

© www.vaticannews.va, domenica 26 febbraio 2023

 

Cei. Naufragio di Crotone,

Zuppi: servono scelte e politiche per evitare altre tragedie

Il presidente della Cei: "Una profonda tristezza e un acuto dolore attraversano il Paese per l’ennesimo naufragio avvenuto sulle nostre coste. Le vittime sono di tutti e le sentiamo nostre"

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Profonda tristezza, dolore e l'invito pressante a scelte e politiche, nazionali ed europee, che affrontino la questione dei migranti con determinazione nuove: sono i sentimenti espressi dal presidente della Cei, cardinale Matteo Zuppi, di fronte al naufragio di Crotone, dove sono morte decine di persone. Ecco il testo del messaggio.

Una profonda tristezza e un acuto dolore attraversano il Paese per l’ennesimo naufragio avvenuto sulle nostre coste. Le vittime sono di tutti e le sentiamo nostre. Il bilancio è drammatico e sale di ora in ora: sono stati già recuperati 40 corpi, tra cui molti bambini. Ci uniamo alla preghiera del Santo Padre per ognuno di loro, per quanti sono ancora dispersi e per i sopravvissuti. Li affidiamo a Dio con un pensiero per le loro famiglie.

Questa ennesima tragedia, nella sua drammaticità, ricorda che la questione dei migranti e dei rifugiati va affrontata con responsabilità e umanità. Non possiamo ripetere parole che abbiamo sprecato in eventi tragici simili a questo, che hanno reso il Mediterraneo in venti anni un grande cimitero. Occorrono scelte e politiche, nazionali ed europee, con una determinazione nuova e con la consapevolezza che non farle permette il ripetersi di situazioni analoghe.

L’orologio della storia non può essere portato indietro e segna l’ora di una presa di coscienza europea e internazionale. Che sia una nuova operazione Mare Nostrum o Sophia o Irini, ciò che conta è che sia una risposta strutturale, condivisa e solidale tra le Istituzioni e i Paesi. Perché nessuno sia lasciato solo e l’Europa sia all’altezza delle tradizioni di difesa della persona e di accoglienza.

© Avvenire Redazione Internet, domenica 26 febbraio 2023

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