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Mons. D’Urso: “Abbiamo Papa Francesco e il Presidente della Repubblica dalla nostra parte

Non dare la giusta informazione sull’usura e sull’azzardo non è forse un’operazione mafiosa?”

“Abbiamo Papa Francesco e il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dalla nostra parte nella lotta alle piaghe dell’usura e dell’azzardo e questo aiuta i volontari che operano nelle Fondazioni  Antiusura in Italia a proseguire forti e sicuri  con il loro servizio contro i silenzi e le assenze dei mezzi di comunicazione e di tutti i rappresentanti delle istituzioni. Un cammino che dura da vent’anni e che ha prodotto già tanti frutti, come raccontano  i  n. 109.180 ascolti di persone e famiglie,   le  n. 19.228 pratiche garantite con fondi statali per Euro 362.953.962 e le n. 8.838 pratiche garantite con i fondi propri per Euro 40.893.902”.

E’ il grido di speranza e dall’allarme di Mons. Alberto D’Urso, Presidente della Consulta Nazionale Antiusura  “Giovanni Paolo II” al convegno “Usura, Comunicazione e Istituzioni”, organizzato nei giorni scorsi a Roma nell’ambito dei lavori dell’Assemblea Ordinaria annuale.

 

Il Santo Padre  nel contesto del Giubileo straordinario della misericordia in più occasioni   ha fatto pervenire messaggi di sostegno e d’incoraggiamento ai volontari della Consulta, dedicando, tra l’altro, l’omelia del mercoledì delle ceneri alle famiglie vittime dell’usura, che finiscono nella disperazione, e alcune volte anche nel suicidio.  Non trovano, infatti, persone disponibili all’accoglienza, all’ascolto e alla solidarietà, ma solo mani che chiedono denaro e interessi. In occasione dei lavori dell’Assemblea ordinaria  è giunto un ulteriore messaggio di compiacimento che esortava i  volontari a  continuare la loro attività di sostegno a favore delle  vittime dell’usura  e dell’azzardo.

Il Capo dello Stato, che aveva già conferito al prof. Maurizio Fiasco, consulente della Consulta, a novembre scorso l’Onorificenza di “Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana”, riconoscendo la sua competenza, dedizione e disponibilità, profuse nella sua attività di studio e ricerca su fenomeni dell’azzardo e dell’usura, di grave impatto sulla dimensione individuale e sociale, nel telegramma in occasione dell’Assemblea,   ha espresso apprezzamento per l’impegno dei volontari che “contrastano la piaga dello strozzinaggio, denunciando i gruppi criminali e aiutando le persone a liberarsi dalla rete in cui si caduti……Su questa strada occorre però proseguire con tenacia. C’è bisogno di un rinnovato impegno per affinare  gli strumenti di prevenzione e contrasto”.

La preoccupazione è stata condivisa anche dal Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana: “La recente legge intima – si legge nel suo messaggio- che il numero delle slot machine si riduca del 30% in quattro anni; in realtà è cresciuto del 10,6% in quattro mesi. Negli ultimi sei anni, mentre fra la popolazione è salita la soglia della povertà, l’affare-azzardo ha raggiunto il 350%, fino a 84 miliardi. A fronte di così cospicui interessi a diversi livelli, chi sarà in grado di resistere alle pressioni delle lobby e intervenire in modo radicale? La nostra condivisa preoccupazione, esige risposte non più dilazionabili: “La ricaduta sociale della ludopatia è devastante per i singoli, che perdono il lavoro, rompono i rapporti familiari, diventano facile preda di altre dipendenze fino al suicidio. I cittadini in che modo possono far sentire la propria volontà a fronte di problemi così gravi che perdurano da troppo tempo, corrompendo modi di pensare e stili di vita?”

Più duro nei confronti dello Stato è stato il Prof. Maurizio Fiasco, secondo il quale il Governo persegue il risanamento dei conti pubblici con le entrate derivanti dall’azzardo. “C’è un perturbante cerchio vizioso dell’ottusità, la spesa in azzardo è aumentata nel 2015 del 5%. E l’azzardo è sempre più fattore di crisi economica e di indebitamento pubblico e delle famiglie. Brucia il 12% dei consumi privati, 70 milioni di giornate lavorative”. Per uscire dalla crisi bisogna creare occupazione e speranza”.

“Il gioco d’azzardo è di fatto la terza industria italiana – ha dichiarato il Dott. Paolo Ruffino, Direttore di Rete Tv 2000 - I dati in costante evoluzione parlano di un fatturato di 100 miliardi, pari al 4% del Pil nazionale e di 8 miliardi di tasse corrispondenti. Sono numeri impressionanti che parlano di persone e il mondo dell’informazione al riguardo è lacunoso, distratto e ignavo. Dobbiamo creare una rete alternativa di comunicazione e di pubblicità.  Che fornisca informazioni  corrette rispetto alla probabilità di vincita. E a questo dobbiamo chiamare il servizio pubblico radiotelevisivo.  Dobbiamo sfidare il mondo dello spettacolo ed i suoi protagonisti a non prestarsi a campagne che promuovano l’azzardo. Il mondo della televisione ha ridotto lo share ad un numero che misura una massa; ad un indice che serve a pesare il valore degli investimenti pubblicitari che spesso omette di guardare a cosa sta offrendo: l’azzardo è un’illusione a basso costo spacciata per gioco, ma non lo è.  Per combattere la cultura dell’azzardo occorrerebbe costruire una condivisione, una prossimità non con una massa anonima, ma con le perone, tutte intere e una per una. La nostra sfida è pertanto cambiare totalmente la prospettiva”.

“Il giornalista ci deve aiutare a leggere la realtà – ha dichiarato Mons. D’Urso- .Non dare la giusta informazione sull’azzardo non è forse un’operazione mafiosa? Si dica con sincerità che nella mancanza d’informazione sulla diffusione dell’azzardo si registra la complicità dei giornalisti. Portare i giocatori patologici in tv serve solo per fare audience o per attirare la riflessione sui drammi e le tragedie personali e familiari?”.

Ad aggravare questo dissennato ciclo vizioso ci sono anche “I rubinetti dell’erario per aiutare le vittime che sono ad afflusso non più illimitato, perché non è il momento storico di grandi iniezioni di liquidità pubblica - ha dichiarato la Dr.ssa Isabella Fontana, Dirigente  del Ministero dell’economia e Finanza. L’educazione all’uso del denaro in modo responsabile però è vincente, soprattutto per le nuove generazioni. Parte della popolazione temendo l’esosità del prestito bancario, si affida all’amico dell’amico o al parente del suo amico, incappando, invece, in vere forme deliquenziali, e rischiando anche di essere escluso dal circuito bancario. In questa zona grigia è necessaria una forte garanzia a sostegno”. La proposta in tal senso è giunta dal Dr. Giustino Trincia, Dirigente dell’Associazione Bancaria Italiana, che prende spunto dallo stesso Protocollo sottoscritto dalla Consulta Nazionale Antiusura e  dell’ABI, “Linee-Guida in materia di convenzioni tra banche, fondazioni e associazioni che gestiscono i fondi di prevenzione dell'usura”. “Entro la fine dell’anno – ha dichiarato Trincia- si potrebbe organizzare un incontro qui a Roma di informazione e formazione  dei referenti delle rispettive Fondazioni e associazioni antiusura e delle Banche, finalizzati a creare procedure snelle trasparenti per accedere al Fondo di prevenzione antiusura presso le banche”.

Sulla stessa onda è stato l’intervento del Prefetto Santi Giuffrè, Commissario  Straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, che ha sottolineato l’inadeguatezza della ventennale legge 108/96 che regola il Fondo per la prevenzione e le vittime di usura: “essa è ormai superata e anticostituzionale per il discrimine che opera tra le vittime di usura, a seconda che siano operatori commerciali o famiglie, escludendo queste ultime dagli aiuti statali”.

Mons. Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano, ha incoraggiato Mons. D’Urso e tutti i “Padri coraggiosi” che si spendono vicino alle vittime dell’usura e dell’azzardo, le quali consegnano le chiavi della loro vita agli usurari.  “Vendono il  giusto per il denaro- ha dichiarato  citando il Profeta Amos-, bisogna avere il coraggio di dire no, il bene vince sul male”.

Anche il Cardinal Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha ringraziato per la passione e l’impegno tutte le 28 Fondazioni Antiusura operanti in  Italia e ha lanciato un appello alla classe dirigente.  “Chi ha la responsabilità del bene comune non puo’ non rinunciare a fare tutto il possibile,  perché la piaga odiosa dell’azzardo e dell’usura siano estirpate dalla nostra civile convivenza”.

“Il convegno è stato un momento di grande confronto – ha dichiarato il Dott. Ruggero Ricco- neo Segretario generale della Consulta Antiusura  - che ha arricchito e allargato lo  sguardo su cui proseguire il percorso di contrasto ai due mali sociali che distruggono l’economia e le persone”.

“Noi andiamo avanti seminando – ha concluso Mons. D’Urso – il sostegno e l’incoraggiamento di Papa Francesco, del Presidente della Repubblica, del Cardinal Bagnasco  e di tutti coloro che ci sono vicini, sono da esempio al mondo delle istituzioni, dell’economia, del lavoro e della comunicazione.  Abbiamo bisogno di lavorare insieme, di costruire una rete di solidarietà e assistenza  nei confronti di tanta gente che a causa dell’usura e dell’azzardo va incontro alla povertà e alla dissoluzione della propria persona e della propria dignità. I casi di suicidio, di divorzi e dipendenze da droghe e alcol  a causa dei debiti sono purtroppo in spaventoso aumento”.

Michela Di Trani

Ufficio Stampa Consulta Nazionale Antiusura

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