Oltre obesità e delusioni
 Dall’imboccatura  della vita volano via, ogni volta, enormi pietre: effetti delle rovine  che la generazione che precede lascia, senza alcuna grazia, sul campo  della generazione che viene. Il messaggio di quelle rovine – esperimenti  di «vita migliore», ci avevano detto – è desolante: «non c’è via  d’uscita», c’è scritto, sulle pietre che ci hanno lasciato. Effetto  estremo della presunzione, alla quale gli umani non sanno rinunciare  nemmeno quando affondano. Non contenti di metterci in croce con i loro  errori, non rinunciano a imporci la loro delusione come un comandamento.  E guai a chi non si adegua. Vi rendete conto in che mani siamo caduti,  nel momento in cui abbiamo incontrato uomini che, finalmente prendono in  mano il loro destino (e il nostro)?
Dall’imboccatura  della vita volano via, ogni volta, enormi pietre: effetti delle rovine  che la generazione che precede lascia, senza alcuna grazia, sul campo  della generazione che viene. Il messaggio di quelle rovine – esperimenti  di «vita migliore», ci avevano detto – è desolante: «non c’è via  d’uscita», c’è scritto, sulle pietre che ci hanno lasciato. Effetto  estremo della presunzione, alla quale gli umani non sanno rinunciare  nemmeno quando affondano. Non contenti di metterci in croce con i loro  errori, non rinunciano a imporci la loro delusione come un comandamento.  E guai a chi non si adegua. Vi rendete conto in che mani siamo caduti,  nel momento in cui abbiamo incontrato uomini che, finalmente prendono in  mano il loro destino (e il nostro)?
Non è un rito del passato,  il Battesimo. È un sacramento che riapre il tempo alla grazia della sua  destinazione. Sbarra la strada ai deliranti esperimenti  dell’autorealizzazione e toglie argomenti alla disperazione dell’essere  generato all’illusione. Lungo il solco, segnato dall’acqua e dallo  Spirito, prendono sostanza e peso tutti i segni, tutti i gesti, tutte le  parole, tutti i legami ai quali affidiamo le parti migliori di noi. Il  Battesimo apre la strada nel campo minato della storia degli uomini e la  lascia segnata per i cuccioli di chiunque. Esiste un passaggio. 
«Dio  ha creato l’uomo per la risurrezione e la vita, e questa verità dona la  dimensione autentica e definitiva alla storia degli uomini, alla loro  esistenza personale e al loro vivere sociale, alla cultura, alla  politica, all’economia».
Non è il rito della malinconia, la  Quaresima. Il detto proverbiale sui toni e sulle facce "quaresimali"  sbaglia di grosso: dobbiamo fare di tutto per restituirlo alla sua  futilità. La Quaresima, oggi, è anche rito dell’ironia: che sorride in  faccia ai gufi della fine della storia. È la riapertura della storia, in  favore di una civiltà che segna il passo e si scava la fossa. 
Le  facce quaresimali, ormai, stanno impresse sulle maschere del godimento.  Non è più una tesi filosofica: ce lo si legge proprio addosso.  L’obesità delle nostre abitudini pigre e insaziabili ci rende  insensibili a tutto. Il nostro tono di voce è perennemente alterato, il  nostro gesto isterico, il buco nero della nostra rassegnazione è pieno  di rughe sotto gli occhi. Il naso è spiaccicato sul cellulare, non  vediamo più niente. L’ambiente è totalmente sonorizzato: non sentiamo  più niente. La riflessività della vita non ha più neanche un varco  piccolo così per arrivare al cervello.
Il digiuno affila la  mente. La rinuncia rende acuto lo sguardo. L’esercizio dello spirito  ingentilisce il gesto. L’eleganza del distacco ridona sensibilità  all’essenziale. La silenziosa lotta con il male rende affidabili. Il  credente transita così, con gesto sobrio e discreto, attraverso le anime  flaccide e sepolcrali delle nuove divinità d’Occidente. Impara ad  abitare coraggiosamente la disperazione della vita che vive per niente.  Insegna a morire per qualcosa di enorme che riguarda tutti. 
Segna  la soglia del mistero. E ci rende capaci di varcarla. Perché la  generazione che viene esca dall’incantamento che l’istupidisce  preventivamente: a caro prezzo. E ritorni sveglia per l’attrazione della  vita che sta oltre la barriera. Deve finire questo paese dei balocchi: e  deve ritornare, infine, il senso della vita come storia. Altroché, se  deve.
 
            