Papa alla Cei: serve condivisione di sacerdoti tra le diocesi
Se in Piemonte ci sono poche vocazioni e in Puglia tante, pensate ad una condivisione “Fidei donum” dei sacerdoti. Gestite sempre in modo trasparente le risorse delle diocesi e se invitate qualcuno a cena usate i vostri soldi, non quelli della Chiesa. E infine riducete il numero delle diocesi, accorpando le più piccole, come già chiedeva Paolo VI nel 1964. Sono queste le "preoccupazioni" esposte da Papa Francesco ai vescovi della Conferenza Episcopale Italiana, incontrati all’inizio della loro assemblea generale, “non per bastonarvi ma per dire le cose che mi preoccupano, e poi dare a voi la parola anche per le critiche. Non è peccato criticare il Papa”.
Emorragia di vocazioni, anche per testimonianza tiepida
Sulla emorragia della vocazioni, in una terra "che è stata per lunghi secoli fertile e generosa nel donare missionari, suore, sacerdoti" come l’Italia e in tutta l’Europa, il Papa ribadisce che è "il frutto avvelenato della cultura del provvisorio, del relativismo e della dittatura del denaro", che allontanano i giovani dalla vita consacrata, insieme agli scandali e alla testimonianza tiepida. La proposta pratica è quella di una più concreta condivisione “fidei donum” tra le diocesi italiane, che arricchisce le diocesi che donano e quelle che ricevono. In Piemonte ad esempio c’è una grande aridità, e la Puglia invece è sovrabbondante di vocazioni. “Pensate una creatività bella vediamo se ne siete capaci”.
Non invitate a cena con i soldi della diocesi
La seconda preoccupazione espressa dal Pontefice alla Cei riguarda la povertà evangelica e la trasparenza. Per me, da gesuita “sempre la povertà è madre e muro e della vita apostolica, madre perché la fa nascere e muro perché la protegge”. Senza povertà non c’è zelo apostolico. “Chi crede - aggiunge - non può parlare di povertà e vivere come un faraone”. È una un contro-testimonianza parlare di povertà e condurre una vita di lusso.
Mi fa male sentire che un ecclesiastico si è fatto manipolare mettendosi in situazioni che superano le sue capacità o, peggio ancora, gestendo in maniera disonesta “gli spiccioli della vedova”. Servono regole chiare e comuni. “Conosco uno di voi – racconta Francesco - che mai invita a cena qualcuno con i soldi della diocesi, paga di tasca sua. Piccoli gesti, ma importanti”. Sono consapevole e riconoscente, aggiunge il Papa, “che nella Cei si è fatto molto sulla via della povertà e della trasparenza. Un bel lavoro di trasparenza. Ma si deve fare ancora un po’ di più su alcune cose”.
Meno diocesi e più grandi, per organizzazione funzionale
Infine, sulla riduzione e accorpamento delle diocesi, “non è facile – ammette Papa Bergoglio - ma ci sono diocesi che si possono accorpare". Ho già sollevato la questione, ricorda, il 23 maggio 2013, “è un esigenza pastorale studiata più volte, già Paolo VI nel 1964, e poi nel 1966 tornò sull’argomento, chiedendo la fusione di non poche diocesi”, per creare circoscrizioni con territori , abitanti, clero e opere sufficienti per un organizzazione diocesana veramente funzionale. “Nel 2016 la Congregazione per i vescovi – conclude Francesco - ha chiesto alle Conferenze episcopali regionali di inviare un progetto di riforma. E’ un progetto datato e attuale, è l’ora di concluderlo al più presto!”. Vi ringrazio per la parresia, è il saluto del Papa. “Ora la parola ai voi vescovi”. E le porte dell’Aula del Sinodo si chiudono per tutti, a parte il Papa e i confratelli vescovi.
Un aula "in territorio italiano"
Francesco aveva iniziato il suo intervento sottolineando che “quest’aula è in Vaticano solo quando c’è il Papa, ma è in territorio italiano!”. Poi una invocazione a Maria: “In questa giornata di Maria Madre della Chiesa, mostra che sei la Madre, facci sentire la maternalità della Santa Madre Chiesa Gerarchica, come diceva sant’Ignazio”. “Che Maria ci aiuti a che la Chiesa sia madre, e che anche la nostra anima sia madre. Le tre donne: Maria, la Chiesa e l’anima nostra che siano tutte e tre madri”.
Bassetti: per noi Lei è padre, fratello, amico
A introdurre il discorso del Papa, dopo il canto del Veni Creator Spiritus , il presidente della Cei, cardinal Gualtiero Bassetti, che per descrivere il clima di familiarità tra il Papa e i vescovi italiani, racconta un aneddoto della sua vita. Nel 1979, l’allora arcivescovo di Firenze cardinal Benelli, lo chiama a guidare il seminario maggiore del capoluogo toscano, “una cosa più grande delle mie possibilità” commenta Bassetti. “Mi sembrò di sprofondare. Non sapevo se accettare, e chiedo al cardinal Benelli: cosa devo fare?”. Il cardinale, racconta ancora il presidente Cei, “fece un sorriso e disse: ‘guarda mi basta una cosa, fa in modo che quando vengo in seminario mi senta in casa mia’”. E quind, rivolto a Papa Francesco: “Santo Padre, le vogliamo dire che stasera è in casa sua, noi la sentiamo padre, fratello, amico”. Quindi il ringraziamento per il dono di nuovi cardinali alla Chiesa universale, e in particolare per i tre italiani, gli arcivescovi Angelo De Donatis, vicario di Roma, Giuseppe Petrocchi de L’Aquila e il sostituto monsignor Giovanni Angelo Becciu.
La presenza della Chiesa nel contesto comunicativo
I lavori dell’ assemblea generale della Cei, sul tema “Quale presenza ecclesiale nell’attuale contesto comunicativo”, proseguono con la relazione di Pier Cesare Rivoltella, che solleciterà il confronto tra i vescovi italiani in questi quattro giorni di lavori, sulla responsabilità educativa e missionaria della Chiesa all’interno di una cultura fortemente plasmata dalla comunicazione. All’ordine del giorno ci sono anche contenuti e iniziative della Chiesa italiana verso il Sinodo dei Vescovi; l’aggiornamento del Decreto generale concernente “Disposizioni per la tutela del diritto alla buona fama e alla riservatezza”; alcune determinazioni in materia giuridico-amministrativa, tra cui la presentazione e l’approvazione della ripartizione delle somme derivanti dall’8xmille per l’anno 2018. A conclusione dei lavori, giovedì 24 maggio, alle ore 13, è convocata una conferenza stampa nell’atrio dell’Aula Paolo VI con il cardinal Gualtiero Bassetti, presidente della Cei.