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Papa Francesco: “Quella Madonna ci mette a nudo”

Bergoglio ha raccontato in un incontro con il clero romano il suo legame con l’icona dell’Odegitria e il dono dell’arcivescovo Cacucci

Il 26 novembre 2018 il nostro arcivescovo, Francesco Cacucci, porta in dono al papa due copie dell’icona dell'Odegitria una con la riza e l'altra senza; il papa preferisce tenere per sé quella senza la riza dove si evidenzia un particolare su cui è ritornato ieri, parlando al clero romano: «Cari fratelli, è un privilegio enorme il nostro! Dio conosce la nostra “vergognosa nudità». Mi ha colpito tanto quando ho visto l'originale della Odegitria di Bari: non è come adesso, un po’ vestito con le vesti che mettono sull’icona i cristiani orientali. È la Madonna con il bambino nudo. Mi è piaciuto tanto che il Vescovo di Bari mi ha fatto avere una di queste, me l'ha regalata, e l’ho messa lì, davanti alla mia porta. E a me piace - lo dico per condividere un'esperienza - mi piace al mattino, quando mi alzo, quando passo davanti, dire alla Madonna che custodisca la mia nudità: “Madre, tu conosci tutte le mie nudità". Questa è una cosa grande: chiedere al Signore - dalla mia nudità - chiedere che custodisca la mia nudità. Lei le conosce tutte. Dio conosce la nostra "vergognosa nudità", eppure non si stanca di servirsi di noi per offrire agli uomini la riconciliazione. Siamo poverissimi, peccatori, eppure Dio ci prende per intercedere per i nostri fratelli e per distribuire agli uomini, attraverso le nostri mani per nulla innocenti, la salvezza che rigenera».

Un po’ nel suo stile il papa sceglie l’icona senza copertura in argento perché colpito da questa nudità coperta e custodita. Sono tempi in cui papa Francesco sta mostrando un grande coraggio nello scoprire e ammettere nudità dolorose della Chiesa, quali gli abusi sui piccoli e i vari tentativi di coprirli e nasconderli. Non è un coraggio da poco. Esso può venire solo da una persona che ha grande libertà e non teme nessuno, in terra, se non il giudizio del buon Dio. in Cielo.

Di rapporto con la nudità è ricca la storia umana e religiosa. Adamo scopre di essere nudo e si nasconde: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura e mi sono nascosto». Non è diverso da ogni uomo e donna - tranne eccezioni patologiche - che copre le sue nudità e le vuole custodirle. Non solo quelle fisiche, facili a coprirsi, ma anche quelle morali e interiori, molto più difficili a tener celate.

Il papa prega ogni giorno la Vergine: «Madre, tu conosci tutte le mie nudità». La coscienza di sé dei propri limili, quanto delle proprie potenzialità è di grande aiuto per raggiungere un equilibrio e conservarlo, specie quando tutte le “nudità” sono esposte al pericolo di predatori, sui social, nelle fake news di politici e agitatori sociali che si mostrano per il peggio di quello che sono e via discorrendo. Le nudità Jung le chiamava “zone d’ombra" e riteneva che esse fossero determinanti non solo nella vita personale, ma anche in quella sociale e politica.

Colpisce il fatto che un papa, venuto da cosi lontano, ci riporta alla “nudità" di un'immagine che caratterizza il nostro territorio. Quella immagine che noi veneriamo coperta, il papa la “scopre" e ne fa insegnamento per noi.

Non credo che la nostra terra sia molto diversa, almeno in questi processi, dal resto d’Italia: le “zone d’ombra” si confondono e scompaiono con tanti punti luce. Due giorni fa il presidente Mattarella ha voluto ricordare e premiare chi fa luce nel nostro Paese e sconfigge il buio dell'esclusione e del rifiuto degli altri (tra di essi vi sono anche baresi) con esempi e atti di solidarietà e costruzione di beni collettivi. Non hanno anche loro “zone d’ombra"? Certo che si! Ma le vincono scegliendo quotidianamente di essere solidali.

Siamo già in campagna elettorale in città, come nel nostro Paese, e l'esperienza ci insegna che non sempre le nudità sono protette e custodite specie quando prevale il desiderio del potere e l’arroganza del confronto. Il papa afferma che, nonostante le nudità, possiamo “distribuire agli uomini, attraverso le nostri mani per nulla innocenti, la salvezza che rigenera". Ciò non vale solo per i preti e i credenti. Ha anche un alto valore laico: la qualità delle relazioni, della politica locale e nazionale, dei rapporti commerciali e imprenditoriali sta nel custodire i nostri limiti e nel redimerli costruendo e ricostruendo il tessuto collettivo.

Scriveva Aldo Moro: "Non si tratta solo di essere più efficienti, ma anche più profondamente capaci di comprensione, più veramente partecipi, più impegnati a far cogliere in noi non solo un'azione più pronta, ma un impegno di tutta la vita, un'anima nuova che sia all’unisono con l’anima del mondo che cambia, per essere migliore e più giusto”.

Rocco D'Ambrosio

© La Repubblica, venerdì 8 marzo 2019