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Papa in Georgia, abbraccio agli ortodossi. «Guerra mondiale contro il matrimonio»

Seconda giornata in Georgia: il Papa ha celebrato la Messa allo Stadio Meskhi di Tbilisi e incontrato il clero nella Chiesa dell'Assunta. "Con il divorzio è Dio che paga" ha detto rispondendo ad alcune domande. "E pagano i bambini"

Con divorzio è Dio che paga, sporca sua immagine
Il matrimonio "Il matrimonio è la cosa più bella che Dio ha creato. La Bibbia ci dice che Dio ha creato uomo e donna e li ha creati a sua immagine: cioè l'uomo e la donna che si fanno una sola carne sono l'immagine di Dio", ha detto il Papa durante l'incontro con il clero a Tbilisi e dopo aver ascoltato la testimonianza di una madre di famiglia -. "Chi paga le spese del divorzio? - ha quindi chiesto - Tutti e due? Di più paga Dio, perché quando si divorzia una sola carne si sporca l'immagine di Dio. E pagano i bambini, i figli".

Guerra mondiale contro il matrimonio
"La Chiesa è donna perchè Maria è donna" e "il matrimonio è la cosa più bella". Sono alcune affermazioni di Papa Francesco che ha risposto a braccio ad alcune domande di sacerdoti e religiosi nella Cattedrale di Tblisi.
C'è "un grande nemico oggi del matrimonio: la teoria del gender", ha detto papa Francesco parlando a braccio el suo discorso di circa 40 minuti durante l'incontro con il clero a Tbilisi. "Oggi c'è una guerra mondiale per distruggere il matrimonio - ha affermato rispondendo a una delle testimonianze, quella di una madre di famiglia -. Ma non si distrugge con le armi, si distrugge con le idee: ci sono colonizzazioni ideologiche che distruggono. Pertanto difendersi dalle colonizzazioni ideologiche".

Proselitismo peccato contro l'ecumenismo
"C'è un grosso peccato contro l'ecumenismo: il proselitismo. Mai si deve fare proselitismo con gli ortodossi". Lo ha detto papa Francesco durante l'incontro con il clero a Tbilisi. "Sono fratelli e sorelle nostri, discepoli di Gesù Cristo, e per le situazioni storiche tanto complesse siamo diventati così. Sono loro, siamo noi, crediamo nel Padre, del Figlio, nello Spirito Santo. Crediamo nella Santa Madre di Dio", ha aggiunto.

L'incontro con i religiosi nella chiesa dell'Assunta
Alle 13,45 italiane Papa Francesco è arrivato alla chiesa dell'Assunta, a Tbilisi per incontrare i sacerdoti, i religiosi, le religiose e i seminaristi, in tutto circa 250 persone, rappresentanti dei Consigli pastorali delle varie denominazione cattoliche in Georgia, la latina, l'assiro-caldea e l'armena. Il Papa è accolto dall'amministratore apostolico del Caucaso, monsignor Giuseppe Pasotto, e durante l'incontro ascolta quattro testimonianze: di un sacerdote armeno-cattolico, di un giovane, di un seminarista e di una madre di famiglia.

Monsignor Pasotto: siamo una piccola Chiesa
Siamo una piccola Chiesa e facciamo ogni giorno l'esperienza della minoranza", ha detto l'amministratore apostolico del Caucaso, mons. Giuseppe Pasotto, salutando il Papa nella Chiesa dell'Assunta, a Tbilisi, dove Francesco incontra i sacerdoti, i religiosi, le religiose e i seminaristi. "Vivere la minoranza - ha proseguito il vescovo - significa possibilità di cogliere anche molte opportunità come la libertà interiore, perché non si hanno tante cose da difendere, la capacità di intuire subito ciò che è essenziale e indispensabile, perché non ci si può adagiare e bisogna essere sempre tesi verso ciò che è primario".

Visita in Iraq. Il Papa: Inshallah
"Inshallah", se Dio vuole. E questa l'espressione araba con cui Papa Francesco ha risposto ieri al patriarca caldeo di Baghdad Louis Raphael I Sako, quando il Primate della Chiesa caldea gli ha espresso la speranza che in futuro il vescovo di Roma possa compiere una visita in Iraq, "perché abbiamo bisogno della vostra presenza, del vostro
sostegno e incoraggiamento".

La messa allo stadio
Nella sua seconda giornata in Georgia, il Papa questa mattina ha celebrato la Messa allo Stadio Meskhi di Tbilisi. Presenti le autorità civili georgiane, rappresentanti del Patriarcato ortodosso della Georgia, del Patriarca e del Sinodo caldeo, di una folta rappresentanza della Chiesa armeno-cattolica e di altre confessioni cristiane.

"Tra i tanti tesori di questo splendido Paese risalta il grande valore delle donne. Esse, scriveva Santa Teresa di Gesù Bambino, di cui facciamo oggi memoria, 'amano Dio in numero ben più grande degli uominì". È l'esordio dell'omelia di papa Francesco (recitata in italiano) durante la messa allo stadio Mekshi, a Tbilisi, in Georgia. "Qui in Georgia - continua il Pontefice - ci sono tante nonne e madri che continuano a custodire e tramandare la fede, seminata in questa terra da Santa Nino, e portano l'acqua fresca della consolazione di Dio in tante situazioni di deserto e conflitto".

"Non fa bene abituarsi a un microclima ecclesiale chiuso; ci fa bene condividere orizzonti ampi e aperti di speranza, vivendo il coraggio umile di aprire le porte e uscire da noi stessi". Ha detto Francesco. "Nella Chiesa si trova consolazione, la Chiesa è la casa della consolazione: qui Dio desidera consolare - ha affermato il Pontefice nell'omelia -. Possiamo chiederci: io, che sto nella Chiesa, sono portatore della consolazione di Dio? So accogliere l'altro come ospite e consolare chi vedo stanco e deluso?". Secondo Francesco, "pur quando subisce afflizioni e chiusure, il cristiano è sempre chiamato a infondere speranza a chi è rassegnato, a rianimare chi è sfiduciato, a portare la luce di Gesù, il calore della sua presenza, il ristoro del suo perdono". "Tanti soffrono, sperimentano prove e ingiustizie, vivono nell'inquietudine - ha proseguito -. C'è bisogno dell'unzione del cuore, di questa consolazione del Signore che non toglie i problemi, ma dona la forza dell'amore, che sa portare il dolore in pace". "Ricevere e portare la consolazione di Dio: questa missione della Chiesa è urgente - ha aggiunto papa Bergoglio -. Cari fratelli e sorelle, sentiamoci chiamati a questo: non a fossilizzarci in ciò che non va attorno a noi o a rattristarci per qualche disarmonia che vediamo tra di noi".

Alle 17 lincontro con gli operatori delle Opere di carità della Chiesa davanti al Centro di assistenza dei Camilliani. Quindi alle 18.15 (le 16.15 italiane) la visita alla cattedrale patriarcale ortodossa di Svetitskhoveli, a Mtskheta.

© Avvenire, 1 ottobre 2016

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