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Papa Roncalli e Wojtyla saranno santi il 27 aprile

Giovani Paolo II e Giovanni XXIII saranno proclamati Santi il prossimo 27 aprile, domenica della Divina Misericordia. Lo ha annunciato papa Francesco nel corso del Concistoro per la canonizzazione dei due beati.

Giovani Paolo II e Giovanni XXIII saranno proclamati Santi il prossimo 27 aprile, domenica della Divina Misericordia. Lo ha annunciato papa Francesco nel corso del Concistoro per la canonizzazione dei due beati. All'incontro erano presenti i cardinali residenti e a quelli presenti nella Capitale.

Prima che papa Bergoglio proclamasse la formula e annunciasse la data della canonizzazione, il prefetto per la Congregazione delle cause dei santi, Angelo Amato, ha tracciato un breve profilo biografico dei due futuri santi. Il cardinale Amato ha in particolare ricordato "il loro servizio alla pace" assimilandolo a quell'"impegno a cui Vostra Santità ci sollecita". Il porporato ha anche citato la "mite fermezza" con la quale i due Papi defunti hanno entrambi vissuto in "tempi di radicali trasformazioni", promuovendo "con autenticità" la dignità dell'uomo.  La scelta di papa Francesco è caduta dunque sulla domenica in albis, la domenica dopo Pasqua che è la Festa della Misericordia, solennità istituita da Wojtyla, che nel 2005 morì alle 21.37 del 2 aprile, cioè dopo i primi vespri della domenica in cui cadeva proprio la Festa della Misericordia.

Come è noto, in giugno il Pontefice ha approvato il miracolo, attribuito all'intercessione del Beato Giovanni Paolo II, e ha dispensato Giovanni XXIII dal processo relativo a un secondo miracolo dopo quello che ha portato alla beatificazione nel 2000: la grazia concessa a suor Caterina Capitani guarita inspiegabilmente il 25 maggio 1966 dalle conseguenze di una grave emorragia dopo che, oltre un anno prima, era stata sottoposta a una resezione gastrica quasi totale. Francesco ha deciso questa dispensa in forza della radicata e diffusa fama della santità di Roncalli: a Sotto il Monte, ad esempio, nella casa natale, una stanza intera è colma di fiocchi rosa e azzurri inviati da coppie ritenute sterili che hanno avuto la gioia di un figlio dopo aver invocato il Papa Buono. Secondo il postulatore della causa, il francescano fra Giovangiuseppe Califano, la decisione "è il segno che il ricordo di Giovanni XXIII - il Papa che 50 anni fa ha convocato il Concilio Vaticano II - è sempre vivo in tutto il mondo. Anche se non viaggiò mai Oltreoceano, sappiamo che spesso inviò radiomessaggi ai Paesi dell'America Latina, si interessò dei problemi di quelle genti grazie anche ai missionari e alle nunziature. E poi sicuramente ci furono contatti con la presidenza degli Stati Uniti, testimoniata anche dal fatto che Giovanni ricevette fra gli altri la moglie di Kennedy, Jacqueline, e il presidente Lyndon Johnson". 

Per quanto riguarda la canonizzazione di Papa Wojtyla, essa avviene a meno di dieci anni dalla sua morte, quasi un record, perché solo Sant'Antonio da Padova, morto il 13 giugno 1231, ha fatto più in fretta: la solenne cerimonia si tenne nella cattedrale di Spoleto il giorno di Pentecoste del 1232 alla presenza di Papa Gregorio IX. In questo caso, l'istruttoria sul miracolo è stata accuratissima. Si tratta della guarigione di una signora del Costa Rica, Floribhet Mora, inspiegabilmente risanata da una paralisi cerebrale il primo maggio 2011, giorno della beatificazione di Wojtyla, una circostanza all'origine di numerose conversioni tra i testimoni del fatto. Anche su questo importante evento, infatti, la linea di Francesco è la stessa di Benedetto XVI che aveva concesso la dispensa papale, evitando un'attesa di cinque anni per l'inizio della causa, aperta dal cardinal Camillo Ruini allora vicario di Roma, già nel giugno del 2005. Sei anni dopo è arrivata la beatificazione. ​​

© Avvenire, 30 settembre 2013

 

Wojtyla e Roncalli, una storia da leggere insieme

 

 

 

La santità si manifesta in mille modi differenti: nell’attenzione agli ultimi, nel coraggio della pace, nel dono di sé a chi non può ricambiare, nel silenzio contemplativo. Scelte anche molto distanti tra loro ma fondate sulla stessa radice, l’amore. Quell’amore che in Dio assume le forme e la dolcezza del Padre misericordioso.

La scelta di canonizzare insieme Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II il 27 aprile è molto più di un gesto simbolico. Racconta lo stile di Dio, grida la bellezza del perdono, unisce due Papi che hanno fatto dell’ascolto e dell’accoglienza la cifra distintiva del loro pontificato. Senza temere di essere impopolari, con il coraggio della novità. La Giornata della divina misericordia infatti, racconta proprio questa offerta di sé a Cristo, perché il suo sguardo cura anche le infezioni più gravi, sana le crisi incancrenite.

Roncalli e Wojtyla l’hanno testimoniato con la loro vita, confidando poco in se stessi e molto nel Signore che abitava in loro. Dalla sfida della "Pacem in terris" di fronte a un mondo diviso in blocchi, al superamento del comunismo, dall’umiltà di visitare i detenuti alla scelta profetica di puntare sui giovani. Tempi e modi diversi ma la stesso stile, la stessa fede tradotta in vita.

Ecco allora che non può stupire che Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II vengano dichiarati santi insieme, proprio il 27 aprile 2014, festa della Divina misericordia, la prima domenica dopo Pasqua, a indicare il legame che salda insieme Risurrezione e Redenzione, Passione e vita nuova. Pagine di uno stesso libro che va letto tutto insieme. Nella consapevolezza, come non si si stanca di ripetere Papa Francesco, che alla fine del viaggio troveremo sempre un Padre con le braccia aperte, che si compiace di amare l’uomo, ogni uomo. E lo fa, perdonando.

Riccardo Maccioni

© Avvenire, 30 settembre 2013

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