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Quella parabola di nome Gmg

Cari giovani amici in partenza per Madrid: non lasciatevi intruppare nella caricatura dei "papaboys", ma fateci vedere che cos'è la Chiesa

gmg-2011-welcome-to-madrid-2011.jpgCari giovani amici in partenza per Madrid,

no, non vi preoccupate: di "mandati" e di raccomandazioni alla vigilia della vostra prima Gmg ne avete già ricevuti abbastanza. Ci mancherebbe che ci mettessimo anche noi di Vino Nuovo. E poi non c'è niente di più insopportabile di quei quarantenni che fanno finta di essere ancora giovani per raccontare le loro "gloriose" Giornate mondiale della gioventù. Figuriamoci...

No, quello che a me sta a cuore è solo dirvi un grosso grazie per questa nuova occasione che ci offrite per provare ad ascoltarvi davvero. E magari anche a farvi un po' più di spazio nelle nostre comunità. Perché vedete, soprattutto nei prossimi giorni, sul vostro incontro di Madrid qui in Italia se ne sentiranno di tutti i colori. Comincerà il solito ritornello sulla Woodstock cattolica e sui papaboys (mamma mia, che parola orrenda; e soprattutto vecchia: a me ricorda tanto la Carrà...). Comincerà il balletto dei numeri: "sono un milione... sono tanti... sono pochi...". E poi la corsa a intrupparvi da una parte o dall'altra, a fare confronti con gli "indignados", a giudicare con l'applausometro se per i-giovani-della-Gmg "B16" regge davvero il confronto con Giovanni Paolo II.

Anche nella stampa cattolica cominceremo il festival del superlativo. Perché una Gmg deve essere per definizione "grande", "record" e - guai a non dirlo - destinata a "lasciare il segno". Del resto non capita così di frequente di avere una "folla" dalla nostra parte. E per di più una folla colorata, sorridente, disposta a mettersi in cammino per qualcosa di grande. Giocheremo anche il nostro jolly, compiacendoci di quanto sia bravo il Papa-catechista a raccontarvi il cuore della nostra fede. Senza aggiungere, però, che nella vostra esperienza di Chiesa più quotidiana, purtroppo, spesso fate una gran fatica a trovare testimoni del Vangelo all'altezza per continuare quel discorso.

Ma tutto questo fa parte del contorno di una Gmg e voi ve ne accorgerete molto presto. Perché appena arriverete a Madrid vi renderete conto che il segreto di questo evento che da ormai più di vent'anni si rinnova in un angolo diverso del mondo sta altrove. A colpirvi davvero sarà la constatazione che, almeno qui, c'è davvero posto per tutti. Perché noi tendiamo a guardarvi dall'alto, ci riempiamo gli occhi delle grandi panoramiche riprese dal palco o dall'elicottero. E invece è stando in mezzo a voi che si capisce bene come una Giornata mondiale della gioventù non sia la parata dei più bravi. Nei vostri gruppi si incontra chi va forte ma anche chi fa fatica, chi non sa bene perché è arrivato fin qui, chi non ce la fa proprio ad ascoltare un discorso di mezz'ora dopo tante ore di cammino. E - insieme - chi riesce a raccogliersi e a pregare anche in mezzo alla confusione, chi all'interno del suo gruppo si spende per gli altri, chi si fa domande che poi ti porteranno lontano. Non sono categorie rigidamente separate: voi stessi, probabilmente, in questi giorni vi ritroverete un po' di qua e un po' di là. Ma la cosa veramente bella è che in qualsiasi momento e qualunque sia il vostro stato d'animo, a Madrid vi sentirete a casa. E - nonostante le mille differenze (non solo di lingua e cultura) - vi sentirete insieme.

Tutto questo ha un nome: scoprirete la gioia di essere Chiesa. Capirete che è una cosa un po' più grande rispetto al vostro gruppetto, al vostro don, all'oratorio o al movimento che frequentate ogni settimana. Meglio: vedrete il volto più bello di tutto questo. Ma - appunto - lo scorgerete proprio perché a Madrid saprete accogliervi gli uni gli altri.

Capite, allora, perché mi preme ringraziarvi? Almeno una volta ogni tre anni ci fate vedere come dovremmo essere tutti noi, che vorremmo diventare discepoli di Gesù. Siete una specie di parabola per noi cristiani del nostro tempo, così pronti invece a chiuderci nel nostro gruppo di fedelissimi e a guardare di traverso chi non utilizza la parola giusta o cammina con un passo un po' diverso rispetto al nostro. Siete Chiesa perché sapete di non essere perfetti, perché vivete le stesse contraddizioni di tanti altri ragazzi e ragazze che a Madrid non ci saranno e non ve ne vergognate affatto. Non vi unisce un nemico da contrastare o un sistema da difendere, ma la sete di Qualcuno che per mille strade diverse - da più o meno lontano - avete intravisto e che in questi giorni vorreste riuscire ad incontrare più da vicino. Ma non dovrebbe essere questo, in ogni età della vita, il modo di stare nella Chiesa?

Cari giovani amici: buona Gmg. Non date retta a chi, in questi giorni, vi guarderà dall'alto in basso, relegando il vostro incontro al rango di una facile emozione. Ma diffidate anche di chi vi metterà su di un piedistallo, o vi descriverà come la cavalleria del generale Custer che finalmente risolleverà le sorti della battaglia contro il laicismo. Siate voi stessi e scoprite quanto è bello esserlo dentro la Chiesa. E provate a pensare a come cambierebbe il vostro gruppo, la vostra parrocchia, il vostro movimento se ogni giorno provassimo tutti a viverlo così. Chissà, forse lì "il segno" alla fine potreste lasciarlo davvero.

Giorgio Bernardelli

© www.vinonuovo.it, 10 agosto 2011

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