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S.E. Giuseppe

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Relazione sull’attività dell’anno giudiziario 2014

Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese, Inaugurazione dell'Anno giudiziario 2015, Bari, 28 febbraio 2015

 

Eccellenze Reverendissime, distinte Autorità, cari Confratelli, gentili Ospiti,

per la prima volta, in qualità di Vicario giudiziale del Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese, assolvo al gradito incarico di illustrare l’attività dello stesso Tribunale svolta nell’anno 2014. Lo faccio volentieri, anche a nome dei Vicari aggiunti, del Collegio dei Giudici e di tutti i collaboratori.

Avverto innanzitutto il bisogno di ringraziare la Conferenza Episcopale Pugliese per la fiducia accordataci e per l’attenzione a noi riservata anche attraverso il costante consiglio e l’attenta vigilanza dell’Arcivescovo Moderatore.

Ringrazio altresì chi mi ha preceduto nell’ufficio, Mons. Luca Murolo e Mons. Luigi Stangarone.

Contesto Generale

L’impegno giudiziario dell’anno appena trascorso si è svolto in un clima di peculiare e positivo fermento nella vita ecclesiale, che ha tratto non poche suggestioni dal Sinodo sulla Famiglia (“Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”) in corso di realizzazione, sia nella fase preparatoria sia nella celebrazione straordinaria dell’ottobre scorso sia in vista della sessione ordinaria che si svolgerà il prossimo ottobre. Su questa scia abbiamo ritenuto opportuno invitare S.E. Rev.ma Mons. Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, a tenere la prolusione in occasione della odierna inaugurazione dell’Anno giudiziario del Tribunale Ecclesiastico. Lo ringrazio vivamente per aver accolto prontamente l’invito.

Le riflessioni che stanno accompagnando l’evento sinodale, toccando da vicino il ministero giudiziale, si percepiscono nelle aule del nostro Tribunale, soprattutto attraverso le attese dei fedeli e degli operatori. In particolare, si avvertono due tipi di sollecitazioni.

La prima fa riferimento ad una maggiore celerità del processo. Andrebbe chiarito, però, che tale pur legittima aspirazione non dovrebbe essere sovrastimata: un giusto processo richiede tempi opportuni per lo studio di una causa, che molto spesso esige attenzione e ponderazione. La celerità non può e non deve andare a discapito di una retta e cosciente amministrazione della giustizia. Il ministero del giudice ecclesiastico si confronta quotidianamente con la coscienza e i drammi di fedeli feriti nel tempio più sacro della loro esistenza, quello degli affetti più intimi.

La seconda sollecitazione fa riferimento alla questione dei costi del processo. Con sempre maggiore chiarezza ci sforziamo di rendere note le indicazioni vincolanti stabilite dalla CEI sia a proposito degli onorari spettanti ai patroni sia a proposito delle spese processuali. Si viene, comunque, sempre incontro alle reali situazioni di difficoltà o di indigenza dei fedeli.

Da parte nostra, siamo costantemente impegnati nella ricerca di strade idonee a rispondere sempre meglio alle richieste di quanti attingono al nostro servizio pastorale. Si attende con fiducia, peraltro, l’annunciata riforma della normativa processuale matrimoniale che, quanto meno, dovrebbe andare nella direzione dell’auspicata abolizione della obbligatorietà della doppia sentenza conforme. I tempi processuali ne beneficerebbero notevolmente.

Attività Interregionale

Nel novembre 2013, su proposta del Vicario giudiziale del Tribunale Ecclesiastico Regionale Campano, Mons. Erasmo Napolitano, ci siamo incontrati a Pompei con i Vicari giudiziali dei Tribunali Ecclesiastici del Sud Italia (Napoli, Salerno, Benevento, Bari, Reggio Calabria e Palermo) per rileggere insieme le procedure processuali al fine di individuare procedure comuni e possibili vie di snellimento dei processi. L’incontro è stato particolarmente proficuo, tanto che si è avvertita l’esigenza di ripeterlo. Una nuova sessione si è tenuta a Sorrento, lo scorso ottobre. In quella circostanza si sono aggregati i Vicari dei Tribunali di Torino, Venezia e Cagliari. Un’ulteriore sessione è stata programmata per il prossimo aprile, nuovamente a Sorrento. L’intento di uniformare e snellire le procedure ha trovato soluzioni condivise, anche attraverso precisi quesiti posti alle Superiori Istanze della Santa Sede e della Conferenza Episcopale Italiana.

Anche questo lavoro ha consentito al nostro Tribunale di beneficiare di una nuova impostazione processuale, che, attraverso la valorizzazione di norme presenti nel Codice vigente, ha consentito di avviare percorsi più rapidi nell’espletamento delle formalità giudiziarie. Sono stati determinati, ad esempio, tempi più definiti per la consegna delle difese degli avvocati e delle perizie dei professionisti coinvolti nel processo. Anche nella fase iniziale (formulazione del dubbio) si è scelto un iter meno complesso che ha consentito di abbreviare tempi non del tutto necessari. Riscontri positivi rispetto a quanto posto in atto non sono mancati già nel corso dell’anno appena trascorso.

Giudici

Molto proficua si è rivelata la collaborazione con i tre Vicari aggiunti. Mons. Paolo Oliva ha assunto la responsabilità dei rapporti con gli avvocati, mentre Mons. Mario Cota e Mons. Giacomo Giampetruzzi si sono dedicati all’ascolto dei fedeli per un discernimento previo all’introduzione di una causa. Gli incontri collegiali sono serviti, poi, a scambiarci idee e a proporre soluzioni ai diversi problemi emergenti. Anche l’intero Collegio dei giudici (composto da 25 sacerdoti e un laico) è apparso particolarmente coeso e motivato nel lavoro. Il Rev.do P. Lorenzo Lorusso ha lasciato l’incarico di giudice, essendo stato nominato Sotto-Segretario della Congregazione per le Chiese Orientali. Un particolare apprezzamento rivolgo ai giudici più anziani, i quali non lesinano il loro tempo e la loro esperienza al servizio del Tribunale. Rilevo con soddisfazione che diversi giudici chiedono di poter offrire più tempo al servizio del Tribunale, intendendo il loro lavoro come un autentico e delicato impegno pastorale per il bene dei fedeli che ci sono affidati. Da sottolineare anche l’impegno, fortemente avvertito da tutti, di un costante aggiornamento che si realizza attraverso la partecipazione a corsi e convegni organizzati dalle Facoltà romane e dalle Associazioni canonistiche italiane.

Patroni

Per quanto riguarda gli Avvocati iscritti all’Albo, evidenzio una sostanziale fedeltà all’impegno assunto, al fine di collaborare con il Tribunale all’accertamento della verità. Seppur con qualche sacrificio, ognuno si attiene alle tabelle remunerative stabilite dalla CEI. Non si può negare, d’altra parte, che i compensi non sono sufficientemente adeguati all’impegno profuso. Ciò genera, talvolta, qualche piccola licenza che viene comunque opportunamente censurata. Il problema è all’esame degli Uffici della CEI.

D’intesa con l’Arcivescovo Moderatore, dall’anno in corso, in linea con la prassi degli altri Tribunali, si ammettono all’Albo esclusivamente avvocati che abbiano conseguito il Dottorato in Diritto canonico, non essendosi rivelata felice l’ammissione ad biennium per i Licenziati. Le nomine vengono fatte per cinque anni, in conformità con gli altri uffici ecclesiastici.

Circa i Patroni stabili operanti presso il Tribunale, dal gennaio 2015 le unità sono scese a due, essendosi conclusa la collaborazione con l’Avv. Franca Maria Lorusso. Globalmente si rileva una qualche lamentela da parte dei fedeli affidati al loro patrocinio, circa un impegno talvolta carente nell’esercizio del loro ministero. D’altro canto è oggettivamente difficile per loro essere presenti alle udienze e seguire in modo puntuale lo svolgimento dei processi in cui sono coinvolti. Questo è dovuto al numero sempre crescente di cause loro affidate e al fatto che la presenza in Tribunale veniva limitata dall’impegno presso le diverse Diocesi della Regione.

Lo scorso anno, con il consenso dell’Episcopato pugliese ho invitato i Vicari giudiziali delle Diocesi ad un primo incontro plenario, al fine di sensibilizzare ciascuno di loro ad un impegno più incisivo nel territorio di appartenenza, in stretta sintonia con i parroci. In continuità con quell’incontro, nel corso della recente sessione della Conferenza Episcopale Pugliese si è deciso di affidare l’ascolto e la consulenza dei fedeli che si orientano alla richiesta di nullità matrimoniale esclusivamente ai Vicari giudiziali delle singole diocesi, i quali avranno cura di notificare opportunamente tempi e luogo del loro servizio. Alcuni di loro già operano efficacemente in tal senso. Ciò consentirà ai Patroni stabili una maggiore permanenza in Tribunale. Sottolineo che tale consulenza, raccomandata dal Codice, ha una valenza squisitamente e prioritariamente pastorale e non del tutto tecnica. Tale consulenza, infatti, viene concessa ai patroni stabili, in subordine all’esercizio del patrocinio (cfr. can. 1490 CIC e art.113 DC).

Difensori del Vincolo

Il Collegio dei Difensori del Vincolo, composto da 12 collaboratori e diretto da Mons. Felice Posa, nel 2014 si è arricchito di una nuova unità nella persona del Prof. Claudio Papale, docente presso la Pontificia Università Urbaniana e collaboratore della Congregazione per la Dottrina della Fede. Il suo contributo ha apportato ulteriore esperienza e competenza all’esercizio di un Ufficio particolarmente utile e delicato nella trattazione delle nullità matrimoniali. Tale servizio rappresenta un riferimento essenziale e apprezzato dal Collegio dei giudici.

Personale

Il personale laico (composto da 13 unità) offre il proprio servizio con dedizione e spirito ecclesiale. La collaborazione tra gli addetti ai vari servizi appare soddisfacente. Recentemente è stato introdotto l’uso del badge per disciplinare meglio l’orario di lavoro in base al contratto sottoscritto. Mi piace sottolineare che anche il personale dipendente cura la propria formazione culturale e professionale. Il Cancelliere ha conseguito il Dottorato in Diritto canonico nel 2013 e altri due dipendenti hanno già conseguito la Licenza in Diritto canonico, in vista del completamento dell’iter disciplinare per il conseguimento del Dottorato.

Gestione economica

Quanto alla gestione economica, a fronte di una sollecitazione da parte della CEI ad un progressivo contenimento delle spese, si sono poste in atto una serie di attenzioni che hanno permesso un notevole risparmio finanziario rispetto al bilancio preventivo proposto e approvato per il 2014. Il risparmio è stato di circa 75.000 euro. Si è inciso positivamente sulle spese postali, sul consumo della carta e sui contratti di manutenzione. Ci si è avvalsi, altresì, nel modo prudente previsto dagli standard di sicurezza informatica, dell’uso della posta elettronica per l’invio degli atti. Si sta lavorando al fine di attivare la posta certificata per l’interlocuzione rapida e a costo zero con i Giudici e con gli Avvocati. Ciò ha consentito, altresì, di dotare la struttura di una serie di nuove attrezzature necessarie al lavoro. Si è ritenuto anche di dover intervenire sullo stabile, per lavori di manutenzione non rinviabili. Il Tribunale è stato provvisto di una Cappellina, particolarmente frequentata dalle persone in attesa di essere ascoltate. Funziona un punto di ristoro sufficientemente fornito e una biblioteca che si sta arricchendo anche grazie a donazioni personali, da ultimo quella realizzata da Mons. Felice Posa. Recentemente è stato totalmente bonificato il piano interrato dello stabile, dove si è potuto allestire un archivio capiente e funzionale. Un sistema di videosorveglianza copre l’interno e l’esterno dell’immobile al fine di garantire la necessaria sicurezza delle persone, degli atti custoditi e dell’intera struttura.

Nonostante la riduzione delle risorse, si è fatto fronte alle esigenze di indigenza reali rappresentate da fedeli impossibilitati a sostenere le spese sia attraverso la concessione del gratuito patrocinio sia attraverso l’esonero totale o parziale delle spese processuali. Anche in questo caso si sono utilizzati criteri più rigorosi e oggettivi (la presentazione del certificato ISEE, unitamente alle lettere testimoniali dei propri parroci) già in uso presso altri Tribunali.

In quest’ambito, va evidenziata la lodevole premura da parte di alcune comunità parrocchiali nell’assumersi l’onere delle spese processuali dei fedeli indigenti. Anche questa è espressione di squisita carità pastorale.

Dati

Quanto ai dati numerici, si allegano le tabelle complete circa l’intera attività processuale dell’anno 2014. Ci si limita a evidenziare solo quelli essenziali.

I libelli introdotti nel 2014 sono stati 220 (rispetto ai 213 del 2013), mentre le cause decise sono state 260 (rispetto alle 217 del 2013). Di conseguenza le cause pendenti sono scese dalle 505 al 31.12.2013 alle 452 al 31.12.2014. Evidenzio il trend positivo che si è registrato in Puglia rispetto alle altre Regioni italiane, dove, invece, si è avuta una sensibile flessione delle richieste di nullità matrimoniali. È un fatto indubbiamente apprezzabile. La fiducia dei fedeli pugliesi nel Tribunale Ecclesiastico Regionale e il valore che si attribuisce al sacramento del matrimonio andrebbero sostenuti in tutti i possibili ambiti pastorali. Questo è auspicabile sia attraverso un’azione più incisiva dei parroci e dei sacerdoti che si confrontano più direttamente con i fedeli in crisi matrimoniale sia, come già accennato, attraverso una presenza e un’opera di sensibilizzazione capillare in ogni diocesi a cura del Vicario giudiziale territoriale.

Dai dati regionali Istat relativi al 2012 (ultimi dati disponibili, pubblicati il 23 giugno 2014) risulta che in Puglia sono state evase 4713 separazioni presso i Tribunali civili (2943 presso il distretto della Corte di Appello di Bari, 1770 presso quello di Lecce). Dovremmo interrogarci sul motivo per cui solo una piccola percentuale di coniugi si rimette al giudizio della Chiesa, pur avendo celebrato un matrimonio religioso. Anche se, va sottolineato, non tutti i matrimoni falliti sono di per sé nulli. Vero è che, probabilmente, devono ancora essere sfatati alcuni diffusi luoghi comuni che insistono sulla dispendiosità eccessiva delle cause matrimoniali e sulla complessità dei processi canonici.

Da parte nostra stiamo collaborando attivamente con gli Uffici diocesani di pastorale familiare, con i Consultori familiari diocesani e, in particolare, con i responsabili della Confederazione regionale degli stessi Consultori. È in atto una positiva sinergia che si sta concretizzando in iniziative comuni.

Conclusione

In conclusione, mi piace richiamare il mandato che il Santo Padre ha affidato ai giudici ecclesiastici nella Sua recente allocuzione alla Rota Romana: «Ecco la difficile missione vostra, …: non chiudere la salvezza delle persone dentro le strettoie del giuridismo. La funzione del diritto è orientata alla salus animarum a condizione che, evitando sofismi lontani dalla carne viva delle persone in difficoltà, aiuti a stabilire la verità nel momento consensuale: se cioè fu fedele a Cristo o alla mendace mentalità mondana». Un auspicio e una sfida che questo nostro Tribunale è pronto ad accogliere.

Grazie per l’attenzione.

Sac. Pasquale Larocca

Vicario giudiziale