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Roncalli-Montini, lettere inedite

Il carteggio documenta il sodalizio tra Giovanni XXIII e Paolo VI. Al centro delle riflessioni le sorti del mondo, la riforma della Chiesa e lo spirito del Concilio Vaticano II.

Due Papi e 201 lettere: è un carteggio unico nel suo genere, quello fra Roncalli e Montini, Giovanni XXIII e Paolo VI, che ripercorre alcuni dei decenni più drammatici e ricchi di avvenimenti nella storia moderna della Chiesa e del mondo. Lo scambio epistolare è stato pubblicato dalle edizioni Studium e curata dall'arcivescovo Loris Capovilla, ex segretario di Giovanni XXIII, e dallo studioso Marco Roncalli. Il libro viene presentato venerdì 12 aprile, alle 17, al Centro Congressi Giovanni XXIII di Bergamo durante il Convegno sui due Papi del Concilio al quale partecipano anche i cardinali Walter Kasper e Paul Poupard.

Si tratta di una doppia testimonianza inedita e per molti versi eccezionale attraverso la quale è possibile osservare da vicino gli eventi che hanno cambiato  e sconvolto un’epoca; ma fra una lettera e l’altra emergono anche riflessioni e giudizi più personali dei due protagonisti che aiutano a comprendere quella stagione della vita della Chiesa che ha avuto nel Concilio il suo punto culminante. Anche perché Roncalli e Montini hanno ricoperto compiti di primissimo piano: nunzio a Istanbul e Parigi, poi arcivescovo a Venezia, il futuro Giovanni XXIII, vede da vicino la tragedia della guerra, le persecuzioni degli ebrei, le difficoltà del dopo. Montini lavora in Segreteria di Stato dalla fine del 1937, sono anni difficili, è vicino a Pio XI e a Pio XII, poi diventa arcivescovo di Milano.

Ma soprattutto Roncalli e Montini sono i due Papi del Concilio Vaticano II. Dunque l’epistolario rappresenta anche un’occasione per studiare da vicino la comunicazione fra due personalità chiave della Chiesa. Il lungo carteggio che dura circa un quarantennio, inizia nel 1925 con un invito per una predicazione ai fucini, rivolto da Montini a Roncalli. L'ultima lettera, invece, datata 25 maggio 1963, è firmata da chi, nel frattempo, è diventato arcivescovo di Milano e cardinale e si rivolge all’amico, a sua volta Papa dal 28 ottobre del 1958, ma ormai quasi in agonia, augurandogli di poter essere presente alla seconda sessione del Concilio “rinfrancato nelle forze del corpo e sempre magnifico in quelle dello spirito”.

Fra questi due momenti che segnano l’inizio e la fine della corrispondenza, si può leggere  un corpus epistolare articolato nel seguente modo: sei lettere partite da Istanbul dove Roncalli risiede come delegato apostolico di Turchia e Grecia, e la Segreteria di Stato, dove Montini è da poco Sostituto (1937 -1943); sessantaquattro tra Roncalli, nunzio a Parigi, e monsignor Montini sempre più vicino a Pio XII (1944-1953); settantatré fra il patriarca di Venezia e Montini ben presto arcivescovo di Milano (1953-1958); cinquantasette relative al pontificato giovanneo (1958-1963). Il carteggio documenta oltre alla stima e all’amicizia fra i due, informazioni preziose su varie vicende: la persecuzione degli ebrei durante la guerra o la situazione dei vescovi che avevano collaborato con il regime di Vichy nella Francia liberata, ancora le esperienze pastorali sulla cattedra di San Marco e di sant'Ambrogio in anni di grandi cambiamenti - anche politici – che investono pure le comunità dei credenti. Non mancano le note più aspre e qualche polemica personale contro gli ambienti di Curia o gli interrogativi rispetto al futuro del Concilio e della Chiesa.

Francesco Peloso

© Famiglia Cristiana, 11 aprile 2013

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