San Nicola di Bari tra Oriente e Occidente
Nato in una famiglia benestante di Patara, nel sud dell’Asia Minore (l’odierna Turchia) intorno all’anno 260, san Nicola, alla morte dei genitori, diede tutto ciò che possedeva ai poveri e andò in pellegrinaggio in Egitto e in Palestina. Al suo ritorno, fu ordinato sacerdote e nominato superiore del monastero di San Sion dall’arcivescovo di Myra, che era suo zio. Quando quest’ultimo morì, Nicolas fu designato come suo successore. Durante le persecuzioni di Diocleziano contro i cristiani, fu imprigionato per un certo tempo, poi esiliato. Testimone della conversione dell’Impero, fu rilasciato sotto Costantino.
Come arcivescovo, partecipò e sostenne il Concilio di Nicea – Primo Concilio ecumenico – nel 325. Determinato oppositore del paganesimo e dell’eresia ariana, si è imposto nella sua lotta per la vera fede e la sua figura è legata anche alla proclamazione del dogma della divinità di Cristo. I suoi miracoli evocavano anche la Trinità: salvò tre ragazze dalla prostituzione, tre prigionieri e tre principi dalle mani del boia. Morì il 6 dicembre del 343. La sua tomba, che si trova nell’isola di Gemile, al largo della costa turca, divenne presto luogo di pellegrinaggio. Il corpo fu trasferito poi a Myra nel 650 durante l’invasione araba, per giungere infine a Bari nell’XI secolo, dove il santo aveva sostato dopo aver visitato papa Giulio I, per proteggere la tomba dai musulmani. È lì che fu edificata una basilica dove vengono venerate le sue reliquie. Parte delle reliquie sono state rimpatriate a Myra dove i cristiani della regione continuano a conservarne il culto con pellegrinaggi.
La sua venerazione si andò sviluppando rapidamente e molti miracoli gli vennero attribuiti sia in Europa che in Oriente. Le chiese e le abbazie che portano il suo nome si moltiplicarono a Costantinopoli e in tutto il continente europeo. San Nicola è particolarmente venerato in Palestina, dove a Beit Jala è santo patrono. In realtà, una tradizione racconta che san Nicola visse lì per un anno in una grotta, motivo per cui la chiesa greco-ortodossa, costruita su quel sito, porta il suo nome. Considerato il protettore della città, la sua festa riunisce fedeli greco-ortodossi, cattolici e protestanti ed è un giorno importante per l’unità dei cristiani. Gli abitanti raccontano miracoli durante tutte le guerre che hanno colpito la Palestina, fino all’ultima intifada (2000-05). È uno dei santi più rappresentati nell’iconografia religiosa. È anche il santo patrono di marinai e viaggiatori.
Vinciane J.
© www.lpj.org, lunedì 9 luglio 2018