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Sos Aids, una Giornata non basta

Si celebra la Giornata mondiale contro l'Aids. Ma per "Medici Senza Frontiere" i fondi stanziati non arrivano. Meno morti però il contagio non cala. Preoccupano Asia ed Est europeo.

aids2_2267582.jpg«Lo scorso giugno i Governi si sono impegnati a portare a 15 milioni entro il 2015 il numero di persone in cura per Hiv, prevedendo che il fondo globale finanzi il 50% della spesa necessaria ma i fondi per ora non sono arrivati».

È l’appello che Medici Senza Frontiere lancia in occasione della Giornata mondiale per la lotta all’Aids che si celebra oggi in tutto il mondo, alzando il velo su un problema che riguarda tutti e che troppi rimuovono. Secondo i dati diffusi dal  rapporto Unicef-Oms-UnAids 2011 nel mondo ci sono 34 milioni di persone contagiate, 2,7 milioni nell'ultimo anno. Nel 2010, 390.000 bambini hanno contratto il virus: 30% meno rispetto agli anni (2002-2003) in cui la pandemia ha raggiunto il suo apice, con 560.000 casi all'anno. 

Continua a preoccupare l'Africa, dove però stando ai dati del rapporto e alla relazione dell’infettivologo Andrea Gori, intervenuto a Roma al convegno organizzato dal Cesvi, «si sono ottenuti risultati incredibili», grazie alla diffusione delle cure antiretrovirali sempre più accessibili anche ai bambini nati sieropositivi e alle donne in attesa. Preoccupano ancora di più l'Asia ed Est europeo,  «in cui si assiste a un incremento notevole di casi soprattutto in Russia e nelle ex repubbliche sovietiche». Un incremento definito da Gori impressionante, che tende a raggiungere livelli africani.

Tra i problemi alla base dell’incremento sta la scarsa informazione e l’abbassamento della guardia sul rischio e soprattutto il fatto che il 25% per cento dei sieropositivi nel mondo non sa di esserlo e diffonde l’infezione. In mancanza di un vaccino infatti gli strumenti a disposizione, spiega ancora Gori, vengono dai comportamenti responsabili. Sbagliato anche illudersi che il problema sia soltanto di altri dei Paesi poveri, in Italia per esempio, diminuisce la mortalità, per l’efficacia delle cure, ma il contagio aumenta.

© Famiglia Cristiana, 1 dicembre 2011

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