Spagna: Ridare luce a un Paese oggi al buio
Illuminare un paese in crisi, accompagnare milioni di persone (spesso  disoccupate), rafforzare la preparazione dei più giovani testimoni di  Cristo, aiutare le famiglie, difendere l’istituzione matrimoniale,  ricordare i Santi e l’esempio dei martiri. 
Ma soprattutto  rimboccarsi le maniche nella testimonianza e nella diffusione della  parola di Gesù. Le sfide raccolte nel nuovo Piano pastorale della  Conferenza episcopale spagnola (Cee) – approvato recentemente e in  vigore fino al 2015 – sono molteplici. Il titolo sintetizza l’obiettivo  della Chiesa spagnola per i prossimi tre anni: La nuova evangelizzazione dalla Parola di Dio. «Sulla tua parola getterò le reti (Lc 5,5)».
Sullo  sfondo c’è una Spagna in difficoltà: un Paese che ha vissuto per anni  uno straordinario boom economico (gonfiato dalla bolla edilizia),  collezionando controverse leggi sul fronte della famiglia e dell’etica  (dal matrimonio fra persone dello stesso sesso alla liberalizzazione  dell’aborto). Oggi, con una disoccupazione vicina al 25%, si vive fra  ansie e timori. «Tanta gente si rivolge alle parrocchie disperata,  angosciata: chiedono generi alimentari, ma anche parole di consolazione e  sollievo», ha spiegato Fernando Gimenez Barriocanal, vicesegretario  economico della Conferenza, alla presentazione dell’ultima Memoria  annuale. 
Di fronte a questa situazione sempre più spinosa – in  due milioni di famiglie tutti i membri sono disoccupati (madre, padre,  figli) – si fa sempre più intenso il lavoro quotidiano, reso possibile  da quasi 20mila preti, 61mila religiosi, 70mila catechisti e centinaia  di migliaia di volontari a servizio di 4,1 milioni di persone fra  scuole, ospedali, mense, centri d’accoglienza. «Il ruolo della Chiesa è  insostituibile», ricorda il responsabile delle casse della Cee; e lo è  ancor più in questo drammatico momento.
Ma nella Spagna  post-Zapatero, dopo anni di laicismo spinto, ci sono altri dati che  vanno ricordati. Ogni settimana 10 milioni di spagnoli partecipano alla  messa domenicale. Pochi? «La Chiesa continua ad avere un’importantissima  penetrazione e ripercussione sociale», afferma Barriocanal. A  dimostrarlo, poi, ci sono i 350mila battesimi, le 280mila prime  comunioni, le 100mila cresime, i quasi 75mila matrimoni religiosi e i  cinque milioni di eucarestie annuali.
Fra luci e ombre, dunque,  il Piano pastorale appena varato si ispira profondamente alle visite in  Spagna di papa Benedetto XVI (da Valencia nel 2006 alla Gmg del 2011),  senza dimenticare l’importanza del 50esimo anniversario del Concilio  Vaticano II e l’imminente Anno della fede. Se la nuova evangelizzazione è  la meta principale, è fondamentale «rinnovare la pastorale giovanile in  continuità con la Gmg del 2011». 
I semi della Giornata  continueranno a dare frutti, ma è necessario alimentarli con giornate  diocesane rivolte ai ragazzi, itinerari di formazione giovanile nei  gruppi parrocchiali, movimenti e associazioni, oltre al lavoro su forum e  reti sociali. Non solo: con particolare attenzione per i giovani  (futuri sposi, padri e madri), i vescovi hanno pubblicato un nuovo  documento sulla «verità dell’amore» per far luce sull’«ideologia di  genere e la legislazione familiare», che negli ultimi anni non ha  affatto protetto il matrimonio. Infine, nel percorso della nuova  evangelizzazione, è urgente – ammette la Cee – «il rinnovamento di tutti  gli agenti di pastorale, specialmente i sacerdoti».
In questo  panorama di «sfide e opportunità del nuovo contesto  dell’evangelizzazione», il Piano pastorale assicura che l’Anno della  fede sarà un momento perfetto per lavorare a questa missione, senza  dimenticare le famiglie in difficoltà, i disoccupati, le vittime della  crisi socioeconomica e gli immigrati.
            