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Udienza. Papa Francesco: l'usura e l'azzardo umiliano e uccidono

Nell'udienza con i rappresentanti della Consulta nazionale anti-usura, il Papa ha ricordato che "la dignità umana dovrebbe essere sempre al centro delle politiche economiche"

Usura e gioco d'azzardo sono fenomeni collegati e da combattere con ogni mezzo. Lo ha detto Papa Francesco ricevendo in udienza i rappresentanti delle 30 Fondazioni anti-usura d'Italia e della Consulta nazionale anti-usura che le riunisce.

"L'usura - ha detto - è un peccato grave: uccide la vita, calpesta la dignità delle persone, è veicolo di corruzione e ostacola il bene comune. Essa indebolisce anche le fondamenta sociali ed economiche di un Paese. Infatti, con tanti poveri, tante famiglie indebitate, tante vittime di gravi reati e tante persone corrotte nessun Paese può programmare una seria ripresa economica né tanto meno sentirsi al sicuro".

Quanto al gioco d'azzardo, esso è . Dunque ci si attende dalle Istituzioni che “disincentivino, con misure adeguate, strumenti che, direttamente o indirettamente, sono causa di usura, come ad esempio il gioco d’azzardo, una patologia che ti prende e ti ammazza".

“L'usura umilia e uccide, ha proseguito il Pontefice, è un male antico e purtroppo ancora sommerso che, come un serpente, strangola le vittime. Bisogna prevenirla, sottraendo le persone alla patologia del debito fatto per la sussistenza o per salvare l'azienda. E si può prevenirla educando a uno stile di vita sobrio, che sappia distinguere tra ciò che è superfluo e ciò che è necessario e che responsabilizzi a non contrarre debiti per procurarsi cose alle quali si potrebbe rinunciare”.
Per questo è importante l'opera della Consulta nazionale e delle singole Fondazioni. “Nei primi ventisei anni di servizio – ha detto rivolgendosi a loro – avete salvato dalla morsa del debito usuraio e dal rischio dell'usura oltre 25mila famiglie; salvando loro la casa, e talvolta la piccola azienda, le avete aiutate a ritrovare la dignità di cui erano state espropriate. E questo merita grande riconoscenza”.

Il Papa ha quindi indicato nell'educazione a una concezione della vita che non ponga primo posto il profitto e non la persona una delle vie di uscita dal fenomeno. Ma ha anche chiesto un impegno preciso da parte delle autorità politiche ed economiche. “Il Signore ispiri le pubbliche autorità, affinché le persone e le famiglie possano usufruire dei benefici di legge come ogni altra realtà economica; ispiri e sostenga i responsabili del sistema bancario affinché vigilino sulla qualità etica delle attività e degli istituti di credito”.
Infine Francesco ha salutato un gruppo di ex vittime dell'usura presenti all'udienza e le incoraggiate a trasmettere il loro coraggio a chi è ancora nel tunnel “testimoniando che si può venire fuori dall'usura e dall'azzardo”.
Il Papa è stato salutato a nome di tutti dal presidente della Consulta nazionale, monsignor Alberto D'Urso. Anch'egli ha sottolineato: “Siamo convinti che è possibile uscire da questa spirale perversa. Se l'usura si organizza, si può organizzare anche la lotta all'usura con la prevenzione, la solidarietà e l'educazione alla legalità”.

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In precedenza i 300 partecipanti all'udienza avevano partecipato alla Messa presieduta dal cardinale Angelo Comastri, arciprete della Basilica Vaticana, nella Cappella del Coro della stessa Basilica. E Si erano fermati in preghiera sulla tomba di san Giovanni Paolo II cui è intitolata la Consulta nazionale antiusura.

Mimmo Muolo

© Avvenire, sabato 3 febbraio 2018

Testo completo del discorso del Santo Padre

Cari fratelli e sorelle,

sono lieto di accogliervi e di condividere con voi questo momento di riflessione su una piaga purtroppo diffusa e ancora molto sommersa: l’usura. Ringrazio il Presidente per le sue cortesi parole, e rivolgo il pensiero a Padre Massimo Rastrelli, assente perché ammalato, che nel 1991 ha costituito la prima Fondazione Antiusura.

Seguo con particolare attenzione il vostro percorso di lotta all’usura, che diventa sempre più qualificato e concreto con l’esperienza e con la costituzione di nuove Fondazioni distribuite su tutto il territorio nazionale attraverso centinaia di Centri di ascolto. Sono presìdi, scuole di umanità e di educazione alla legalità, frutto di una sensibilità che trova nella Parola di Dio la sua illuminante ispirazione e che opera silenziosamente e faticosamente nelle coscienze delle persone.

Nei vostri primi ventisei anni di servizio avete salvato dalla morsa del debito usurario e dal rischio dell’usura oltre 25 mila famiglie; salvando loro la casa, e talvolta la piccola azienda, le avete aiutate a ritrovare la dignità di cui erano state espropriate. E questo merita grande riconoscenza.

L’usura umilia e uccide. L’usura è un male antico e purtroppo ancora sommerso che, come un serpente, strangola le vittime. Bisogna prevenirla, sottraendo le persone alla patologia del debito fatto per la sussistenza o per salvare l’azienda. E si può prevenirla educando ad uno stile di vita sobrio, che sappia distinguere tra ciò che è superfluo e ciò che è necessario e che responsabilizzi a non contrarre debiti per procurarsi cose alle quali si potrebbe rinunciare. E’ importante recuperare le virtù della povertà e del sacrificio: della povertà, per non diventare schiavi delle cose, e del sacrificio, perché dalla vita non si può ricevere tutto.

È necessario formare una mentalità improntata alla legalità e all’onestà, nei singoli e nelle istituzioni; incrementare la presenza di un volontariato motivato e disponibile verso i bisognosi, perché questi si sentano ascoltati, consigliati, guidati, per risollevarsi dalla loro condizione umiliante.

Alla base delle crisi economiche e finanziarie c’è sempre una concezione di vita che pone al primo posto il profitto e non la persona. La dignità umana, l’etica, la solidarietà e il bene comune dovrebbero essere sempre al centro delle politiche economiche attuate dalle pubbliche Istituzioni.

Da esse ci si attende che disincentivino, con misure adeguate, strumenti che, direttamente o indirettamente, sono causa di usura, come ad esempio il gioco d’azzardo.

L’usura è un peccato grave: uccide la vita, calpesta la dignità delle persone, è veicolo di corruzione e ostacola il bene comune. Essa indebolisce anche le fondamenta sociali ed economiche di un Paese. Infatti, con tanti poveri, tante famiglie indebitate, tante vittime di gravi reati e tante persone corrotte nessun Paese può programmare una seria ripresa economica né tantomeno sentirsi al sicuro.

Cari fratelli e sorelle, so bene che il servizio che rendete è gravoso: si tratta di collaborare perché il sistema economico-sociale sia umano e perché il messaggio evangelico possa illuminare il cuore e l’anima delle persone, come un giorno accadde a Zaccheo, ricco e corrotto capo dei “pubblicani” di Gerico (cfr Lc 19,1-10), e al suo collega Matteo, che Gesù guardò con misericordia e scelse come discepolo, e che da un anno è Patrono delle Fondazioni Antiusura (cfr Mt 9,9-13). Il Signore ispiri e sostenga le pubbliche Autorità, affinché le persone e le famiglie possano usufruire dei benefici di legge come ogni altra realtà economica; ispiri e sostenga i responsabili del sistema bancario, affinché vigilino sulla qualità etica delle attività degli istituti di credito. Vale la pena di sottolineare che molte banche sono nate e si sono diffuse nel mondo proprio per sottrarre i poveri all’usura con prestiti senza pegno e senza interessi.

Cari fratelli, il vostro servizio vi chiede di essere uomini e donne di incontro, di ascolto, di prossimità. Per questo vi esorto a tenere fisso lo sguardo e il cuore su Gesù, a sostare sulle pagine del Vangelo in cui Lui incontra i poveri e i mendicanti, i lebbrosi e i paralitici e li “rimette in piedi”, restituendo loro dignità e futuro. Fronteggiando l’usura e la corruzione, anche voi potete trasmettere speranza e forza alle vittime, affinché possano recuperare fiducia e risollevarsi dai loro bisogni. Per le istituzioni siete stimolo ad assicurare risposte concrete a chi è disorientato, a volte disperato e non sa come fare per mandare avanti la propria famiglia. Per gli stessi usurai potete essere richiamo al senso di umanità e di giustizia, a prendere coscienza che in nome del denaro non si possono uccidere i fratelli! Inoltre, vi incoraggio a dialogare con quanti hanno responsabilità nel campo dell’economia e della finanza, perché vengano promosse iniziative che concorrano alla prevenzione dell’usura. Non spetta a me fare esempi concreti: voi li avete ben presenti; ma sempre si tratta di avere rispetto dei volti, di mettere realmente al centro la persona e la famiglia, non a parole ma nei fatti.

Le persone che avete fatto uscire dall’usura possono testimoniare che il buio dentro il tunnel che hanno attraversato è fitto e angosciante, ma c’è anche una luce più forte che può illuminare e dare conforto. Per i poveri, le persone indebitate, le imprese in difficoltà, possiate essere riferimento di speranza. Continuate il vostro servizio con perseveranza e coraggio: è un lievito prezioso per tutta la società. Lo sanno bene le vittime dell’usura e dell’azzardo che sono venute qui con una loro rappresentanza. Le saluto e le incoraggio perché so che hanno intrapreso un cammino nuovo con l’aiuto di Dio e la solidarietà di tanti fratelli. Trasmettete alle persone che sono ancora dentro quel tunnel il vostro coraggio, raccontando la vostra esperienza, testimoniando che si può venire fuori dall’usura e dall’azzardo.

Insieme facciamo appello per un nuovo umanesimo economico, che «metta fine all’economia dell’esclusione e dell’inequità», all’economia che uccide, a sistemi economici in cui uomini e donne non sono più persone, ma sono ridotte a strumenti di una logica dello scarto che genera profondi squilibri (cfr Messaggio al Simposio Internazionale sull’economia, 26 novembre 2016).

Vi ringrazio per la vostra presenza e di cuore benedico voi e il vostro lavoro. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me.

 

Saluto del Presidente della Consulta Nazionale Antiusura

a Sua Santità Papa Francesco

 

Interpreto il grazie di tutti i presenti e di quanti non hanno potuto partecipare a questa Udienza che ci riempie di gioia e di speranza.

Il nostro cammino – iniziato nel 1991 con la costituzione della prima Fondazione Antiusura a Napoli e della Consulta Nazionale delle Fondazioni Antiusura a Bari nel 1995 – è da sempre ispirato alla solidarietà e alla condivisione verso i nostri fratelli, vittime dell’usura.

Abbiamo asciugato tante lacrime; abbiamo gioito e gioiamo ogni volta che riusciamo a restituire all’economia una persona, ad assicurare un tetto a una famiglia, ad impedire il fallimento di una piccola azienda e a ridare speranza a persone indebitate decise a compiere gesti estremi rinunziando al dono della vita.

Abbiamo fatto un lungo percorso, ma c’è ancora tanto da fare sia sul piano del contrasto all’usura e delle sue cause, sia su quello della prevenzione.

Il rischio di usura è in crescita, sottovalutato dai mass-media e quindi quasi ignorato nella sua drammaticità dalla più vasta opinione pubblica. Ha tante cause: la principale fra esse è la mancanza o perdita del lavoro, a cui una martellante pubblicità ingannevole, permessa dai decisori pubblici, indica come rimedio il ricorso alla “dea fortuna”, con il solo risultato di creare nuove vittime, colpendo in particolare la parte più fragile di esse: i bambini, i giovani e le persone sole.

Negli ultimi dieci anni di crisi economica il fenomeno dell’usura è aumentato in maniera esponenziale; è riapparsa anche l’usura della porta accanto, la cosiddetta usura di quartiere e si è estesa la presenza della malavita organizzata. Le vittime sono restie a parlarne: sentono le Istituzioni lontane, interessate ad altri problemi.

Nelle nostre Fondazioni ogni giorno nascono progetti di solidarietà: ma non bastano. Le Istituzioni possono e devono fare di più e meglio per eliminare le sue cause.

Abbiamo chiesto ai decisori pubblici che per le famiglie vengano riconosciuti gli stessi benefici di legge concessi a quanti esercitano attività economiche (imprenditoriali, commerciali) nell’accesso agli aiuti economici che lo Stato mette a disposizione.

I nostri appelli attendono ancora una risposta.

Caro Papa Francesco, siamo convinti che è possibile uscire dalla spirale perversa dell’usura. Attendiamo da Lei un messaggio di speranza che ci conferma che se l’usura si organizza, si può organizzare anche la lotta all’usura con la prevenzione, la solidarietà e l’educazione alla legalità.

Occorre che la solidarietà venga allo scoperto, che accanto alle persone più sensibili, si mobilitino nella lotta all’usura le istituzioni nazionali e locali, le banche e tutti quegli enti che possono promuovere orientamenti di vita legati alla promozione della dignità della persona e del bene comune.

La Pasqua di Cristo alimenti la nostra speranza, bene espressa anche dal profeta Isaia: “Si sciolga ogni catena di ingiustizia. Si spezzino i legami dei contratti ottenuti con la violenza [...] sia annullata ogni obbligazione ingiusta” (Is 58,6-10).

Grazie, Papa Francesco!

Città del Vaticano, 3 Febbraio 2018

Mons. Alberto D’Urso

Presidente della Consulta Nazionale Antiusura

“Giovanni Paolo II"

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