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Udienza. Papa Francesco: non è con la violenza che si instaura il Regno di Dio

Nella catechesi sul Padre Nostro il Papa ha ricordato che "lo stile di propagazione di Gesù è la mitezza". "Tanti uomini e donne vivono ancora con il cuore chiuso"

"Tanti uomini e donne vivono ancora con il cuore chiuso".

Sono le parole che ha usato il Papa nella catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in piazza San Pietro. "È soprattutto in queste situazioni che sulle labbra del cristiano affiora la seconda invocazione del Padre nostro: ‘Venga il tuo regno!’", ha commentato Francesco: "Che è come dire: ‘Ma Padre, abbiamo bisogno di te. Gesù, abbiamo bisogno di te. Abbiamo bisogno che ovunque e per sempre tu sia Signore in mezzo a noi!’. ‘Venga il tuo Regno’: ‘Sii tu in mezzo a noi’".

IL TESTO INTEGRALE

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"'Venga il tuo Regno!', ripete “con insistenza il cristiano, quando prega il Padre Nostro", ha sottolineato il Papa: "Gesù è venuto; però il mondo è ancora segnato dal peccato, popolato da tanta gente che soffre, da persone che non si riconciliano e non perdonano, da guerre e da tante forme di sfruttamento”. “Pensiamo alla tratta dei bambini, è un esempio”, ha proseguito a braccio: “Tutti questi fatti sono la prova che la vittoria di Cristo non si è ancora completamente attuata”.

"Non è con la violenza che si instaura il Regno nel mondo: il suo stile di propagazione è la mitezza" ha proseguito Francesco nell'udienza generale, che oggi, continuando il ciclo di catechesi sul Padre nostro, ha dedicato alla sua seconda invocazione: "venga il tuo Regno". "Il Regno di Dio è certamente una grande forza, la più grande che ci sia, ma non secondo i criteri del mondo; per questo sembra non avere mai la maggioranza assoluta", ha sottolineato Francesco. "È come il lievito che si impasta nella farina: apparentemente scompare, eppure è proprio esso che fa fermentare la massa - ha spiegato -. Oppure è come un granello di senape, così piccolo, quasi invisibile, che però porta in sé la dirompente forza della natura, e una volta cresciuto diventa il più grande di tutti gli alberi dell'orto".

NEL MONDO «GUERRE E TANTE FORME DI SFRUTTAMENTO» COME LA TRATTA DEI BAMBINI

Il Pontefice ha anche spiegato che "Gesù non vuole spingere la gente a convertirsi seminando la paura del giudizio incombente di Dio o il senso di colpa per il male commesso. Gesù non fa proselitismo, "annuncia semplicemente". E "quella che Lui porta è la Buona Notizia della salvezza, e a partire da essa chiama a convertirsi. Ognuno è invitato a credere nel Vangelo: la signoria di Dio si è fatta vicina ai suoi figli".

"Questo è Vangelo - ha aggiunto a braccio -: la signoria di Dio si è fatta vicina ai suoi figli, e Gesù annuncia questa cosa meravigliosa, questa grazia. Il Signore ci è vicino e ci invita ad andare sulla strada della santità".
"'Venga il tuo Regno!', ripete con insistenza il cristiano quando prega il Padre nostro - ha ribadito Francesco -. Gesù è venuto; però il mondo è ancora segnato dal peccato, popolato da tanta gente che soffre, da persone che non si riconciliano e non perdonano, da guerre e da tante forme di sfruttamento: pensiamo alla tratta dei bambini, per esempio". Per il Pontefice, "tutti questi fatti sono la prova che la vittoria di Cristo non si è ancora completamente attuata: tanti uomini e donne vivono ancora con il cuore chiuso". "È soprattutto in queste situazioni - ha aggiunto papa Francesco - che sulle labbra del cristiano affiora la seconda invocazione del Padre nostro: 'Venga il tuo regno!'. Che è come dire: 'Abbiamo bisogno di Te, Gesù; abbiamo bisogno che ovunque e per sempre Tu sia Signore in mezzo a noi! Venga il tuo Regno". "A volte ci domandiamo: come mai questo Regno si realizza così lentamente? - ha detto il Papa - Gesù ama parlare della sua vittoria con il linguaggio delle parabole. Ad esempio, dice che il Regno di Dio è simile a un campo dove crescono insieme il buon grano e la zizzania: il peggior errore sarebbe di voler intervenire subito estirpando dal mondo quelle che ci sembrano erbe infestanti. Dio non è come noi, Dio ha pazienza".

«VENGA IL TUO REGNO! SEMINIAMO QUESTA PAROLA IN MEZZO AI NOSTRI FALLIMENTI»

"Venga il tuo Regno! Seminiamo questa parola in mezzo ai nostri peccati e fallimenti". È l’invito con cui il Papa ha concluso l’udienza dedicata alla seconda invocazione del Padre Nostro. “Regaliamola alle persone sconfitte e piegate dalla vita, a chi ha assaporato più odio che amore, a chi ha vissuto giorni inutili senza mai capire il perché”, l’invito di Francesco: “Doniamola a coloro che hanno lottato per la giustizia, a tutti i martiri della storia, a chi ha concluso di aver combattuto per niente e che in questo mondo domina sempre il male. Sentiremo allora la preghiera del Padre nostro rispondere. Ripeterà per l’ennesima volta quelle parole di speranza, le stesse che lo Spirito ha posto a sigillo di tutte le Sacre Scritture: ‘Sì, vengo presto!'". "È la risposta del Signore", ha commentato a braccio il Papa sulla scorta dell’Apocalisse: “Vengo presto, amen. E la risposta della Chiesa è: ‘Vieni, Signore Gesù'”. “Venga il tuo Regno è dire: ‘Vieni, Signore Gesù!'”, ha sintetizzato Francesco concludendo la catechesi, ancora una volta, fuori testo: "E Gesù viene, a suo modo, ma tutti i giorni. Abbiamo fiducia in questo, e quando preghiamo il Padre nostro diciamo sempre: ‘Venga il tuo regno’, per sentire nel cuore: ‘Sì, vengo, e vengo presto'".

IL VIDEO DELL'UDIENZA IN PIAZZA SAN PIETRO

© Avvenire Redazione Internet, mercoledì 6 marzo 2019

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