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Usura e azzardo nella crisi del nostro Paese

Si è conclusa a Roma mercoledì 12 giugno l’Assemblea Ordinaria annuale delle 28 Fondazioni associate alla Consulta Nazionale Antiusura tenutasi presso l’Istituto delle Ancelle del Sacro Cuore.

La pesante situazione economica del Paese e il conseguente impoverimento delle famiglie alimentano l’inquietante fenomeno dell’usura e del gioco d’azzardo. E’ quanto emerge dal bilancio consuntivo sul 2012 della Consulta Nazionale Antiusura che raccoglie le 28 Fondazioni associate. Il reddito disponibile delle famiglie è diminuito sensibilmente e, conseguentemente, la capacità di spesa si è ridotta al lumicino così come la propensione al risparmio che è sempre stata la caratteristica degli italiani considerati nel continente europeo oculate formiche. Molti fanno ricorso ai tanti ‘Compro-oro’ spuntati nelle città come funghi, "anche velenosi - a parere dei relatori - se si considera la opaca attività di alcuni di essi".

Secondo i dati forniti dalla Consulta il patrimonio complessivo delle famiglie è diminuito del 3,2%. La diseguaglianza reddituale fra il 20% più ricco della popolazione ed il 20% più povero è pari al 5,6%, cioè il 20% più ricco riceve un reddito 5-6 volte superiore al 20% più povero. Si tratta di un valore al di là della media europea.

Due famiglie su tre considerano il proprio reddito inferiore a quanto ritenuto necessario e la metà dei nuclei familiari a basso reddito non riesce più a coprire le spese per i propri consumi.

Il cardinal Bagnasco nella prolusione al Consiglio permanente della CEI tenutosi nello scorso gennaio, a tal proposito ha sottolineato che "la condizione di indigenza si va obiettivamente allargando e sta intaccando segmenti di società in cui prima era sostanzialmente marginale".

In un anno si sono registrati 278 mila occupati in meno con un’accelerazione che, nel decorso mese di dicembre, ha registrato un calo dell’occupazione di ben 104 mila unità di cui 59 mila donne, vale a dire oltre la metà.

La Consulta traccia un quadro allarmante circa il mercato del lavoro in Italia che da troppo tempo è in affanno spingendo donne e giovani a cercare una occupazione che non c’è; situazione certificata anche da un calo delle matricole universitarie pari a 58 mila unità nell’ultimo decennio. Un chiaro segnale che evidenzia la rinuncia all’istruzione per inseguire un impiego che possa dare sollievo al fragile bilancio familiare.

Le statistiche sono impietose su questo argomento: quasi 6 milioni di persone (5 milioni e 719 mila) sarebbero potenzialmente impiegabili nel processo produttivo se ci fossero opportunità di lavoro.

I disoccupati sono 2 milioni 744 mila a cui si sommano 2 milioni 975 mila inattivi ma disponibili da subito a lavorare (in tale contesto l’Italia ha il primato in Europa). All’interno di questo gruppo gli "scoraggiati", cioè coloro che dichiarano di non aver cercato un impiego perché convinti di non trovarlo, sono ben 1 milione e 300 mila unità, il 43% del totale, cresciuti solo nel 2012 di ben 78 mila unità rispetto al 2011.

I sottoccupati part-time nel decorso anno hanno toccato la quota di 605 mila unità, ben 154 mila unità in più rispetto ad un anno prima (+34,1%). Nell’esperienza italiana gran parte del part-time (9 su 10) è involontario, vale a dire svolto in mancanza di occasioni di impiego a tempo pieno.

"Possiamo sostenere - ha dichiarato nel suo intervento don Alberto D’Urso, Segretario Nazionale della Consulta - che la situazione generale in cui versa la società italiana è precaria e necessita di profondi e concreti interventi, a sostegno dei più deboli. Urgente e serrata deve essere anche la lotta all’evasione fiscale stimata in circa 120-130 miliardi di euro annui, ponendoci in questa negativa statistica ai primi posti nel mondo e provocando inevitabilmente come conseguenza un alto livello della pressione fiscale sui contribuenti onesti ed un alto livello del Debito Pubblico. L’elevato tasso di evasione fiscale produce effetti distorsivi sulla distribuzione dei redditi e della ricchezza, alterando anche il funzionamento della libera concorrenza. Riformare il sistema fiscale è essenziale per garantire che ognuno paghi in proporzione al proprio reddito e riceva i benefici ed il sostegno di cui ha bisogno".

Un altro primato, non edificante, è il diffondersi di pratiche corruttive che pongono l'Italia al 69° posto per la trasparenza assieme al Ghana e alla Macedonia; corruzione che mina la fiducia dei mercati e delle imprese scoraggiando gli investimenti esteri e determinando anche una perdita di competitività del Paese.

"Nonostante le fragilità in cui abbiamo trascorso l’anno 2012 - ha rimarcato don Alberto D’Urso - le Fondazioni e la Consulta Nazionale Antiusura fra mille difficoltà a tutti ben note, hanno continuato con impegno, altruismo e cristiana dedizione ad essere al fianco dei più bisognosi e ad aiutare chi per necessità o fragilità personale si è indebitato oltre misura o, peggio ancora, ha fatto ricorso al prestito usuraio; anche convincendo questi ultimi a denunciare i propri aguzzini. Nel decorso anno gli sperati e promessi stanziamenti da parte dello Stato (previsti dall’art. 1-bis della Legge 49/2006 intitolato "Finanziamento del Fondo per la Prevenzione dell’usura" ndr) per rifinanziare il Fondo di Prevenzione dell’usura non sono stati accreditati alle Fondazioni che continuano ad assistere chi si rivolge ai propri sportelli utilizzando il moltiplicatore, un meccanismo che gli Istituti di Credito faticano a concedere. Solo la Conferenza Episcopale Italiana annualmente ci assicura un contributo con cui si riesce a coprire le spese gestionali e di rappresentanza, di partecipazione agli incontri nazionali".

Oggetto dell’incontro è stata anche l’attività svolta dalla Consulta Nazionale Antiusura per il contrasto al gioco d’azzardo, che aveva già raggiunto dimensioni estremamente preoccupanti quale causa di ricorso al sovraindebitamento delle famiglie, all’usura, o peggio ad atti estremi.

"Il cuore delle attività svolte dalla Consulta Nazionale Antiusura - ha concluso don Alberto D’Urso - continuerà ad essere, come per il passato, la decisa e serrata lotta all’usura e all’eccessivo indebitamento delle famiglie. Contemporaneamente siamo convinti che la nostra azione avrà bisogno del sostegno e collaborazione delle forze sociali e politiche. In questa logica faremo sentire la nostra voce in tutte le sedi deputate, affinché i problemi ancora irrisolti e relativi al sostegno delle famiglie trovino la giusta soluzione. Importante in questa battaglia sarà anche il contributo e la fattiva partecipazione che le Fondazioni associate offriranno nel corso dell’anno. A questa attività continueremo ad affiancare la serrata lotta al gioco d’azzardo che tanti dissesti e rovine sta producendo nel tessuto della società italiana”.

Nicola Lavacca

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