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Xenofobia e razzismo sono "incompatibili con l'essere cristiani"

Le Chiese sono in prima linea nella lotta contro la xenofobia e il razzismo. E’ quanto emerge dal messaggio finale della Conferenza internazionale “Xenofobia, razzismo e nazionalismo populista nel contesto della migrazione globale” che si conclude oggi a Roma

Nel messaggio finale della conferenza, i partecipanti affermano che “la base comune per le nostre riflessioni è la convinzione che tutti gli esseri umani sono uguali in dignità e diritti e in ugual misura devono essere rispettati e protetti”. La migrazione, in fondo, appartiene a tutti, è una caratteristica intrinseca della condizione umana. Si è verificata sempre, nel corso della storia, e si verifica oggi, purtroppo, a causa di guerre, estrema povertà, carenza di cibo e mancanza di opportunità. “Per questo – proseguono i rappresentanti delle Chiese cristiane – “sosteniamo l’istituzione dell’asilo per coloro che fuggono da conflitti armati, persecuzioni o calamità naturali”.

Xenofobia: l’ansia di perdere se stessi

La xenofobia è la “paura dello straniero”, che si esprime in un atteggiamento di rifiuto, di esclusione, addirittura di odio nei confronti dell’altro. Questa paura però è spesso rivelatrice di un altro genere di ansia, che riguarda in realtà la paura di perdere se stessi, “la propria identità, sicurezza, il possesso e il potere nell’affrontare le sfide della vita e del futuro”. Lo straniero, il diverso, l’altro, inevitabilmente spaventano, perché mettono in discussione le certezze personali e collettive.

Razzismo: un peccato basato su una costruzione sociale

La razza è una costruzione sociale, che pretende di spiegare e giustificare la separazione tra i gruppi umani sulla base di criteri fisici, sociali, culturali e religiosi. Dalla questa costruzione deriva l’atteggiamento razzista “che separa le persone le une dalle altre nel nome di una falsa nozione di purezza e superiorità di una specifica comunità”. Attraverso i comportamenti razzisti si creano e si mantengono le vulnerabilità dei membri di certi gruppi, negando i loro diritti e la loro esistenza, e si cerca di giustificarne la loro oppressione. “In questo senso il razzismo è un peccato, – riporta il messaggio – sia nella sua espressione personale che sistemica, radicalmente incompatibile con l’essere cristiano”.

Nazionalismo populista promotore del rifiuto

Il nazionalismo populista è una strategia politica che cerca di far leva sulle paure delle persone per promuoversi e per proteggere gli interessi di un determinato gruppo sociale o etnico all’interno di un paese. “In nome di questa protezione i leader populisti giustificano il rifiuto di offrire rifugio, di accogliere e integrare individui di altri paesi o di diversi contesti culturali e religiosi”, scrivono i partecipanti. Un rifiuto che è figlio della diffusione di concetti quali la xenofobia e il razzismo. “Invitiamo tutti i cristiani – continuano - e tutti coloro che sostengono i diritti umani fondamentali a respingere iniziative populiste incompatibili con i valori evangelici”.

L’appello alle Chiese

L’ospitalità è un dovere, che “chiama tutti i credenti ad accogliere lo straniero, in un atto di amore ispirato dalla fede”, riporta il messaggio. Per questo le Chiese sono chiamate ad essere “luoghi in cui si sperimenta e si impara il rispetto per la diversità e in cui ci si rallegra per la possibilità di incontro e di reciproco arricchimento”. In conclusione: “Le chiese sono attori importanti della società civile e della vita politica, per questo le esortiamo a partecipare, in stretta collaborazione con i partner interreligiosi ed altri partner, alla vita politica, agli affari economici e sociali, nella cura del pianeta, che è la nostra casa comune”.

© www.vaticannews.va, giovedì 20 settembre 2018

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