Arcivescovo

S.E. Giuseppe

Satriano

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Lettera di Mons. Satriano per l'inizio della Quaresima

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Carissime sorelle e carissimi fratelli,

            vi scrivo con una duplice intenzione del cuore.

Innanzitutto, esprimo sincera gratitudine e apprezzamento per il calore con il quale mi avete permesso di vivere il tempo di preparazione e di inizio del ministero episcopale nella nostra amata Arcidiocesi di Bari-Bitonto. In secondo luogo, vorrei augurare un fecondo cammino quaresimale che ci porti a sperimentare la gioia della Pasqua e la vicinanza del Risorto.

            Il tempo sofferto della pandemia ha motivato la scelta di sospendere le normali attività catechetiche e di aggregazione, soprattutto in questi ultimi mesi. Tutti avvertiamo la fatica dell’isolamento e della distanza insieme alla responsabilità di custodirci reciprocamente. Tuttavia, alcuni avvenimenti luttuosi e situazioni difficili diffuse tra i più piccoli e i ragazzi, sollecitano fortemente il bisogno di socializzazione, la cui assenza sta mettendo a dura prova la vita e la salute dei nostri figli. Tutti abbiamo terrore di questa devastante pandemia che, in maniera ambigua, s’insinua nei vissuti quotidiani, tanto da costringerci a vivere isolati, separati, mutilando quanto di più significativo e necessario ha il genere umano per attestare se stesso: la relazione.

            Il Santo Padre nel suo messaggio per la recente Giornata del Malato ha affermato che anche la fede quando si riduce “a sterili esercizi verbali senza coinvolgersi nella storia e nelle necessità dell’altro”[1], non manifesta quella coerenza tra ciò che si professa, ciò che si celebra nei sacramenti e la vita reale delle persone. Grazie a Dio la carità non è venuta meno in questo tempo e nemmeno la testimonianza.

            Per tanto, ascoltati gli uffici pastorali a servizio della comunità diocesana, ritengo che, nella piena osservanza di quanto ci viene chiesto dalle indicazioni governative e adottando sempre i presidi igienici previsti, dobbiamo tornare con desiderio rinnovato a vivere l’incontro comunitario con il Signore Crocifisso e Risorto nell’Eucaristia domenicale e riavviare qualche possibile forma di incontro per i nostri ragazzi, giovanissimi e giovani, secondo le possibilità e i mezzi a disposizione.

            Vorrei consegnarvi tre chiavi di lettura della realtà, che accompagnino il cammino quaresimale: relazione, sobrietà e accompagnamento.

            Relazione. Ci attendono ancora tempi non facili e di grande pericolo, ma il diaframma di un tablet, di un telefonino, di un computer non sono più sufficienti alla nostra crescita umana. Siamo chiamati, con grande cura e discernimento, a riavviare percorsi possibili che facilitino la capacità di rimettere insieme i nostri figli. C’è una prossimità che non possiamo relegare solo a momenti sicuri e gratificanti del vivere ma che dobbiamo saper declinare soprattutto in momenti di difficoltà come questo.

            Sobrietà. Scevri da ogni ansia da prestazione, proviamo a liberarci dalla tentazione del programmare il non programmabile. Adottiamo tutti uno stile semplice ed essenziale, sobrio, capace di restituire nella relazione quanto di più importante e necessario ci sia. A orientarci non sia la preoccupazione di istruire o informare alla fede da celebrare, ma che la fede celebrata e professata dia forma cristiana alla vita. Nessuno sia condizionato dall’urgenza di conoscere le date delle celebrazioni dei sacramenti per programmare la festa pur necessaria, ma maturi il desiderio di alimentare la fede dei figli e per gli adulti di rinnovare la loro. Crescere nella conoscenza di Cristo e nutrire di comunione e di bellezza la vita cristiana è motivo di festa sincera e di gioia autentica.

            Accompagnamento. Da sempre questa è la parola d’ordine dei buoni educatori, ovvero di coloro che, animati da una sana passione educativa, hanno a cuore il bene dell’altro. Consapevoli che in questo accompagnamento i primi qualificati educatori sono i genitori e con loro i sacerdoti, i catechisti, gli insegnanti, facciamoci accompagnatori credenti e credibili, adulti che sanno porsi accanto in un autentico spirito di servizio e non leader capaci di organizzare bene la vita degli altri, della parrocchia, del gruppo, dell’associazione.

            Con queste chiavi ricominciamo, lì dove e come è possibile, a camminare sapendo regalare maggiore fiducia e meno paura, avendo cura, al tempo stesso, di fermarsi nuovamente se fosse necessario. Il tempo che ci è dato da vivere è quello dei piccoli passi e, talvolta dei passi indietro, ma soprattutto il tempo in cui dobbiamo imparare a respirare con semplicità.

 

Ancora qualche indicazione.

La catechesi, che sta a cuore alle comunità, sia rivalutata in chiave anche ludica e comunitaria. Giocare e giocare insieme ci farà tanto bene. La stagione primaverile potrà aiutarci ad utilizzare di più gli spazi all’aperto.

Si attui la possibilità di percorsi che valorizzino la Messa festiva, la domenica o sin dalla sera del sabato, occasione d’incontro per i genitori e per i figli, anche secondo le fasce di età, lasciandosi aiutare nel cammino dai temi e dalle immagini che i tempi dell’anno liturgico saggiamente ci consegnano. Gli Uffici della curia preposti sapranno offrirci strumenti efficaci ma aiutiamoci ad individuare insieme percorsi possibili. Per venire incontro a tutti e nella logica dei piccoli numeri, con apposito decreto, delego solo i parroci e quanti già investiti di questo servizio, nell’arco di un anno, ad amministrare il sacramento della Cresima, in modo da facilitare la preparazione e la possibilità di celebrarla a piccoli gruppi.

Insomma, partendo dalla fervida creatività, proviamo a sperimentare nuovi percorsi con grande prudenza e tanta speranza. A tutti e a ciascuno torno ad affidare l’immagine consegnata il giorno del mio arrivo in mezzo a voi: “Prendiamo la forma del pane per essere nel mondo artigiani di comunione”. Dio vi benedica.

 

17 febbraio 2021

mercoledì delle ceneri

 

 

Giuseppe Satriano

Arcivescovo di Bari-Bitonto

 

[1] Papa Francesco, Messaggio per la XXIX Giornata Mondiale del Malato.