Messaggio dell'Arcivescovo per la 81ª Giornata del Seminario
"Lo Spirito ci ama e conosce il posto di ognuno nel tutto, per Lui non siamo coriandoli portati dal vento, ma tessere insostituibili del suo mosaico"
Carissimi,
le parole pronunciate da papa Francesco nell'omelia di Pentecoste, lo scorso 31 maggio 2020, fanno da cornice alla celebrazione dell’81ª Giornata del Seminario che sarà celebrata il 25 aprile 2021, IV domenica di Pasqua.
L'immagine del mosaico ci ricorda come ogni sua tessera sia preziosa, indispensabile e unica; mi piace pensare che ogni battezzato, attraverso la santità della sua vita, è chiamato ad essere come quella tessera preziosa, indispensabile e unica nel grande mosaico di Dio. Questo ci porta a riflettere, sia a livello personale che comunitario, sul dovere di valorizzare la chiamata e i carismi seminati da Dio nella vita di ognuno. Pertanto, l'affascinante e delicato impegno dell'animazione e cura della pastorale vocazionale, non può essere delegata solo ad alcuni sacerdoti, a specifici uffici pastorali o al seminario diocesano. Il suscitare interrogativi, il curare e accompagnare il cammino di quanti si pongono in ricerca e si aprono alla vita è responsabilità del cuore di quanti hanno incontrato Cristo e ne hanno sperimentato la forza contagiante e liberatrice del Vangelo.
Ogni comunità cristiana, in ogni suo membro e ambito, è invitata a porsi alcuni interrogativi: "Come vivo la mia testimonianza di credente? Come vivo la mia vocazione? Quale impegno metto a frutto per annunciare, suscitare e curare una sensibilità vocazionale nelle realtà esistenziali della quotidianità?”.
La crisi vocazionale dei chiamati, oggi, è anche crisi dei chiamanti, a volte latitanti e poco coraggiosi. Occorre proporre ai ragazzi e ai giovani, con rinnovato entusiasmo, la radicalità della sequela di Cristo, mostrandone il fascino, partendo dalla testimonianza della propria vita.
Essere "tessere insostituibili di un mosaico” è invito a comprendere il valore assoluto di ciascuno, anche in un tempo così difficile e colmo di sofferenza. Esorto a celebrare la Giornata del Seminario, in questo periodo della pandemia, con la consapevolezza che ci viene dal Vangelo che ascolteremo nella IV domenica di Pasqua: “Il Signore è il Buon Pastore, è colui che dà la propria vita per le sue pecore” (Gv 10, 11) e non agisce come il mercenario. Scoprire la propria vocazione è imparare da Lui a saper inserire la nostra vita nella categoria esistenziale dell’ospitalità e della vicinanza amorevole agli altri.
Divenire sacerdoti è scoprire la bellezza di essere offerta, dono totale ai fratelli, che il Signore affida ai suoi ministri per mano della Chiesa.
Preghiamo il Buon Pastore, a cui consegniamo questo tempo come opportunità di discernimento, di formazione e di riflessione, perché susciti nelle nostre famiglie e comunità il dono di vocazioni autentiche, mediante l’attraente testimonianza di credenti credibili.
Esprimo, infine, gratitudine a quanti sostengono la vita del Seminario con la loro generosità, e invito tutti a invocare lo Spirito Santo perché non manchi il dono di vocazioni sacerdotali, capaci di slanci significativi e di radicale offerta di sé. Il popolo di Dio ha bisogno di pastori dal cuore grande, scevri da autoreferenziali e liberi da paludamenti soffocanti. I tempi che viviamo esigono il coraggio di un amore grande, per Dio e per i fratelli.
La Vergine Odegitria, i nostri Santi patroni Nicola e Sabino, la Beata Elia di San Clemente rivolgano il loro sguardo benedicente su noi tutti.
Con affetto grande, anch’io metto il mio cuore accanto al vostro e vi benedico.
Giuseppe, Arcivescovo