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“Volete andarvene anche voi"?

Accoglienza e accompagnamento dei preadolescenti

Anche quest’anno con tutti gli Uffici di Curia torniamo a proporre una giornata unitaria di formazione per tutti gli operatori pastorali (catechisti, animatori della liturgia, operatori caritas, animatori missionari, operatori della pastorale familiare, giovanile, del mondo sociale e del lavoro, operatori della comunicazione e delle sale della comunità, educatori, animatori vocazionali, animatori di oratorio, docenti), insieme ai presbiteri, diaconi, religiosi e religiose, consacrati e consacrate della nostra diocesi.

Sabato 12 ottobre 2019
dalle ore 9.00 alle ore 17.30
presso l’aula magna “A. Alto” del Politecnico di Bari
“Volete andarvene anche voi"?
Accoglienza e accompagnamento dei preadolescenti

 

Sollecitati dalla traccia pastorale affidataci dall’Arcivescovo Mons. Francesco Cacucci, vogliamo confrontarci sul nostro stile di accoglienza e di accompagnamento dei ragazzi, in un tempo di profondi cambiamenti. Ci ha detto il vescovo, in riferimento ai ragazzi: «le loro domande e i loro atteggiamenti sono sollecitati da quanto vedono e ascoltano. Molti ragazzi abbandonano il cammino di fede dopo il sacramento della Cresima. Ma senza cedere allo sconforto, dobbiamo lasciarci interpellare da questa situazione. Essa ci interroga sul nostro modo di annunciare il Vangelo, sul clima che i ragazzi respirano in parrocchia durante la preparazione ai sacramenti della Iniziazione, sullo stile delle nostre celebrazioni».

Il titolo dato a questa giornata riprende una domanda provocatoria di Gesù stesso (Gv 10,67), ma prima di pensarla rivolta ai ragazzi, vogliamo pensarla rivolta all’intera comunità che non può disertare l’impegno di un rinnovato annuncio missionario e di un efficace accompagnamento e che, mediante le liturgie, le catechesi e la testimonianza della vita, faccia propria la risposta di Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita…».

È vero, il vescovo ci anche detto che «non vogliamo, però, che l’attenzione che siamo chiamati a rivolgere a giovani e agli adolescenti si riduca ad una delle solite riflessioni su di loro. Non vogliamo cedere alla tentazione di parlare di loro, ma vogliamo cercare e trovare la pazienza e la premura di parlare con loro, per dare vita ad un dialogo fecondo, e magari anche imparare qualcosa dalla loro diversa prospettiva. Non vogliamo moltiplicare iniziative o conferenze sull’argomento. Non si tratta di fare di più, ma di fare meglio. Convertirci ad un dialogo sgombro da ogni pregiudizio. Prima di parlare dobbiamo avere la pazienza di ascoltare». Ed è proprio per questo che desideriamo vivere una giornata che sia innanzitutto di condivisione tra tutti gli operatori pastorali e poi per offrirci strumenti e conoscere buone pratiche che ci aiutino ad ascoltare e dialogare senza pregiudizi e ad annunciare Cristo senza timori, facendo strada insieme.

Di seguito il programma della giornata:

  • ore 9.00: Arrivi e accoglienza
  • ore 9.30: Introduzione
  • ore 10.00: Incontro con don Salvatore Soreca, Ufficio Catechistico Nazionale
  • ore 11.00: Pausa
  • ore 11.30: Dibattito
  • ore 13.00: Pranzo al sacco
  • ore 14.30: Focus
  1. Ambiente digitale, don Marco Rondonotti
  2. Abilità e disabilità, Chiara Scardicchio
  3. Relazione genitori-figli, Fabio Taroni
  4. Valore educativo del gioco, Alessio Perniola
  5. Amicizia, amore e sessualità, Sr. Maria Cecilia Serra sfa
  6. Celebr-azione attiva, Grazia Albergo
  7. Ecologia, azione sociale e cultura, fr Paolo Crivelli
  • ore 17.00: Consegna delle Linee progettuali di Pastorale giovanile
  • ore 17.30: Conclusione

Le iscrizioni dovranno essere effettuate entro il 10 ottobre, tramite apposito modulo elettronico.

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Ogni partecipante (presbitero, diacono, religioso/a, operatore pastorale) potrà frequentare un solo Focus (dei sette disponibili).

All’atto dell’iscrizione bisognerà indicare anche una seconda scelta. Per ogni partecipante è chiesto un contributo di 5 euro.

Sarà bello e importante ritrovarsi in tanti e di tutte le comunità parrocchiali: nessuna comunità si senta esclusa ed esonerata dalla partecipazione, e non per dirci quanti siamo ma per riconoscerci e dirci che «siamo una Chiesa che si mantiene giovane e si lascia interrogare e stimolare dalla sensibilità dei giovani» (Christus vivit, 42).

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