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“Il sacerdote e la pastorale nel mondo digitale: i nuovi media al servizio della Parola”

Ai sacerdoti è richiesta la capacità di essere presenti nel mondo digitale nella costante fedeltà al messaggio evangelico, per esercitare il proprio ruolo di animatori di comunità che si esprimono ormai, sempre più spesso, attraverso le tante “voci” scaturite dal mondo digitale, ed annunciare il Vangelo avvalendosi, accanto agli strumenti tradizionali, dell’apporto di quella nuova generazione di audiovisivi (foto, video, animazioni, blog, siti web), che rappresentano inedite occasioni di dialogo e utili mezzi anche per l’evangelizzazione e la catechesi.

sistina.jpg“Una casa di preghiera per tutti i popoli” (Is 56,7).

Queste parole di Isaia rappresentano un sogno ed una profezia da parte di Dio: un giorno ci sarà un “luogo comune” di preghiera, di incontro, di dialogo così come nel passato nel Tempio di Gerusalemme aveva funzione il “cortile dei gentili”.

Si può ipotizzare oggi il web come nuovo cortile, aperto anche a coloro che non hanno mai conosciuto Dio?

Può sembrare una similitudine azzardata e forse anche forzata, ma è ciò che si augura il papa Benedetto XVI nel messaggio per la XLIV Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che si svolgerà il prossimo 16 maggio.

Quest’anno il messaggio ha come tema (e come protagonista) Il sacerdote e la pastorale nel mondo digitale: i nuovi media al servizio della Parola e vuol invitare in modo particolare i presbiteri, nel corso di quest’Anno Sacerdotale, a considerare i nuovi media come una possibile grande risorsa per il loro ministero al servizio della Parola e dire una parola di incoraggiamento affinché affrontino le sfide che nascono dalla nuova cultura digitale.

Per secoli la Chiesa ha utilizzato il pulpito (soprelevato e munito di apposita tettoia per fare giungere la voce più lontano) e le pergamene vergate dai monaci negli scriptoria; subito, poi, si "impadronì" della stampa a caratteri mobili; appena la tecnologia lo permise munì le chiese di altoparlanti elettrici; utilizzò più a fondo possibile il cinema, tanto che la rete delle sale parrocchiali fu la più vasta in Italia; radio e, poi, televisione furono impiegati quanto possibile...

Non ci si è sgomentati di certo per l'arrivo di Internet: anzi, il fervore di iniziative è stato tale che ormai solo poche parrocchie non hanno un loro spazio apposito nella Rete ed è impressionante il continuo aumento dei «siti cattolici» schedati dai motori di ricerca.

Il tradizionale volontariato dei credenti si è riversato qui, mettendo a disposizione competenze e talenti per una presenza capillare.

È di questo lavoro che il papa si compiace, esortando a non diminuire l'impegno e ribadendone l'importanza per l'apostolato e, in generale, per i rapporti tra le persone.

Il sacerdote è essenzialmente un uomo al servizio alla e della Parola, e all’annuncio di Cristo, Parola di Dio fatta carne non deve mai venire meno; tuttavia deve cercare sempre nuove forme per comunicare e testimoniare questa lieta novella. L’esperienza di San Paolo insegna ad “inculturare” il messaggio evangelico negli ambiti e nella storia umana. Questo non significa sminuirlo o “addolcirlo”; questi deve rimanere sempre integro nella sua forza dirompente. Ai sacerdoti è richiesta la capacità di essere presenti nel mondo digitale nella costante fedeltà al messaggio evangelico, per esercitare il proprio ruolo di animatori di comunità che si esprimono ormai, sempre più spesso, attraverso le tante “voci” scaturite dal mondo digitale, ed annunciare il Vangelo avvalendosi, accanto agli strumenti tradizionali, dell’apporto di quella nuova generazione di audiovisivi (foto, video, animazioni, blog, siti web), che rappresentano inedite occasioni di dialogo e utili mezzi anche per l’evangelizzazione e la catechesi.

Da tempo i mezzi di comunicazione sono diventati "strumenti ordinari ed indispensabili" per molte comunità ecclesiali. Basti pensare al proliferare di siti "cattolici" di vario genere: dall'aiuto spirituale allo scambio di idee e materiale pastorale, dal commento al Vangelo domenicale ai blog su vari argomenti che abbracciano la vita di fede dei credenti. Senza contare i numerosi siti gestiti da singoli sacerdoti o catechisti che offrono anche contributi audio-video di discreta qualità.

Grazie ai nuovi media, chi predica e fa conoscere il Verbo della vita può raggiungere con parole suoni e immagini – vera e specifica grammatica espressiva della cultura digitale – persone singole e intere comunità in ogni continente, per creare nuovi spazi di conoscenza e di dialogo giungendo a proporre e a realizzare itinerari di comunione.

Attraverso social network come Facebook, attraverso blog e attraverso altri strumenti, si ha la possibilità di incontrare persone: persone che scrivono, con le quali spesso prosegue anche una riflessione e un aiuto che va oltre Internet, persone con le quali ci sono poi contatti telefonici e possibilità di incontri "reali". Per un Presbitero il web è importante anche nell’ambito della predicazione: una parola buona, detta con sincerità, è una parola che, purtroppo, a tante persone è preclusa, perché magari si sono allontanate dalle parrocchie. E lì, sul web, si riesce a dire una parola, si riesce a dire di nuovo qualcosa d’interessante. La Rete può essere un mezzo che, in qualche modo, riavvicina a Cristo. Internet può fare spazio anche a coloro per i quali Dio è ancora sconosciuto. I nuovi mezzi di comunicazione consentono, infatti, di entrare in contatto con credenti di ogni religione, con non credenti e persone di ogni cultura. E questo ambito pastorale vasto e delicato offre al sacerdote nuove possibilità nell’esercizio del proprio servizio alla Parola e della Parola.

Anche se le "confessioni virtuali" e simili fantasie rimarranno giustamente un’utopia nell’era digitale, le nuove tecnologie offrono una grande opportunità per i presbiteri e per tutti i credenti: nessuna strada può e deve essere preclusa a chi, nel nome di Cristo risorto, si impegna a farsi sempre più prossimo all’uomo.

Questa rapida diffusione interpella la responsabilità dell'annuncio che deve trasformarsi in un impegno più motivato ed efficace.

Cosa viene chiesto fondamentalmente al Sacerdote?

Non certo una esigenza dettata dalla "moda" corrente ("tutti utilizzano il web, e quindi anch'io"): non si tratta di essere presente a tutti i costi semplicemente come spazio da occupare, ma di essere presenti nel mondo digitale nella costante fedeltà al messaggio evangelico.

Per questo, anche per il Presbitero è richiesta una conoscenza ed un uso opportuno e competente di tutti i moderni strumenti della comunicazione, a partire dal periodo di formazione in Seminario.

Non è più il tempo dei soli sacerdoti col "pallino" delle comunicazioni: il Papa vuole farlo capire bene al punto da scrivere che siamo all’inizio di una storia nuova: Quanto più le moderne tecnologie creeranno relazioni sempre più intense e il mondo digitale amplierà i suoi confini, tanto più egli (il sacerdote) sarà chiamato a occuparsene pastoralmente.

Naturalmente senza trascurare quella opportuna e solida preparazione teologica e spirituale alimentata dal continuo colloquio con il Signore.

Ma il virtuale da solo è insufficiente: Compito di chi, da consacrato, opera nei media - sottolinea il Papa - è quello di spianare la strada a nuovi incontri, assicurando sempre la qualità del contatto umano e l’attenzione alle persone e ai lori veri bisogni spirituali.

Il cristianesimo è anzitutto incontro con la persona di Gesù: la fecondità del ministero sacerdotale deriva innanzitutto dal Cristo incontrato e ascoltato nella preghiera; annunciato con la predicazione e la testimonianza della vita; conosciuto, amato e celebrato nei Sacramenti, soprattutto della Santissima Eucaristica e della Riconciliazione.

Chi immaginasse la figura del "cyber-prete" lontano dalla parrocchia e immerso esclusivamente nel web è fuori strada. Non è questo il senso dell’invito del Papa che indica, invece, ai sacerdoti i moderni mezzi di comunicazione per far conoscere la vita della Chiesa e aiutare gli uomini di oggi a scoprire il volto di Cristo.

Ciò che il papa ribadisce, con questo documento, è che anche nel cyberspazio Dio ha diritto di cittadinanza, che c'è qui una grande occasione di evangelizzazione, offerta da un nuovo strumento in grado di valicare ogni frontiera e di giungere subito a tutti.

 

sac. Carlo Cinquepalmi

Direttore Ufficio Comunicazioni Sociali

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