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Abitanti Digitali. Introduzione ai lavori

Introduzione al Convegno di don Ivan Maffeis, Vice Direttore dell'UNCS. Macerata, giovedì 19 maggio 2011.

Macerata_foto.jpg“Cosa tiene accese le stelle” titola il libro di Mario Calabresi, uscito qualche giorno fa; una raccolta di “Storie di italiani che non hanno mai smesso di credere nel futuro”, come spiega il sottotitolo. Una delle prime di queste storie racconta l’incontro con una Franca Valeri ormai ultranovantenne, grande protagonista del teatro italiano del Novecento. Con il direttore de La Stampa parla di questo nostro tempo, nel quale “è tutto apparentemente facile”, grazie ad una comunicazione che ci ha “collegati con tutto e con tutti in qualsiasi momento” e ci posti “in contatto con ogni luogo del mondo”. Davanti a questo scenario, l’attrice si chiede pensosa: “Ma siamo poi sicuri di sapere che cosa dire?”; di avere ancora una parola con cui interpretare ciò che accade?

“Sa qual è la frase più oscena di questo tempo, quella che racchiude tutto?”, chiede a questo proposito a Calabresi: “Organizzo eventi… Quando non si faceva uso del termine evento, succedevano veramente tante cose…”.

Cari amici, che numerosi avete accettato di correre il rischio di questo nuovo evento, siate i benvenuti ad Abitanti digitali! Siamo convinti che se c’è ancora la possibilità di “far accadere ancora tante cose”, questa è affidata alla disponibilità e all’impegno, alla fatica e all’entusiasmo di ciascuno: alle parole, alle analisi, alle esperienze che ci verranno donate in queste giornate, ai luoghi d’arte, cultura e spiritualità che ci ospitano – a partire da questa prestigiosa Università di Macerata fino all’Abbazia di Fiastra, che sarà la nostra sede domani – ma, soprattutto, al tempo che sapremo condividere insieme, per alimentare una rete di rapporti tra noi con il confronto, lo scambio, l’amicizia. Ci anima la volontà di abitare questo tempo da uomini e da credenti, che – con umiltà e convinzione – sanno dire “cosa tiene accese le stelle”…

Grazie, dunque, a tutti voi di essere qui, partecipi e protagonisti di questo convegno.

Grazie ai relatori, per i contributi che sapranno offrirci.

Grazie ai membri dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali e del Servizio Informatico della Cei, ai volontari di Macerata, agli amici di Maria TV, agli organizzatori dello spettacolo musicale di questa sera.

In questa prima giornata la relazione di mons. Domenico Pompili, sottosegretario della Cei e direttore dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali, ci aiuterà a misurarci con le implicazioni sociali, etiche e culturali del nuovo contesto esistenziale.

Entreremo, quindi, nella Rete per scoprire quanto di porti a rivisitare la storia e la geografia, il tempo e lo spazio, la durata e i confini; vedremo opportunità e rischi di una piattaforma che ha permesso e imposto la convergenza dei mezzi e forme espressive fino a ieri a se stanti. Saranno temi che riprenderemo sabato nella tavola rotonda attorno alla quale si confronteranno le voci dei media ecclesiali: TV2000 e Radio InBlu, SIR, Avvenire, Federazione italiana dei settimanali cattolici. Vorremmo aiutarci a dar gambe al progetto con cui la Chiesa italiana intende contribuire al rinnovamento culturale del Paese.

La giornata di domani sarà particolarmente intensa. La presentazione della ricerca sull’identità dei giovani, cresciuti in un ambiente “naturalmente” digitale – ricerca appositamente commissionata per questo Convegno e curata dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano – ci offrirà una lettura dei dati, nell’attenzione a individuare le possibili vie per introdurre riflessività in un contesto che spesso lascia poco spazio alla profondità del pensiero; ci stimolerà anche con alcuni spunti, volti a ridurre la distanza tra il mondo dei giovani e quello ecclesiale, per avvicinarli – attraverso la Rete – all’esperienza cristiana.

Nell’era dei contenuti generati dagli utenti, verremo aiutati a considerare l’opportunità che il web 2.0 costituisce anche per le comunità cristiane: tra l’altro, affrontare questa tematiche insieme è la via per evitare di muoverci in ordine sparso, sottovalutando rischi o precludendosi possibilità. L’educazione intende fornire chiavi interpretative per vivere il proprio tempo: non intendiamo – né possiamo – battere in ritirata, ma comprendere lo specifico di questo ambiente, che connota in larga misura la cultura dei nostri ragazzi.

Che cosa significa, dunque, formazione al tempo dei social network?

Quali proposte? E, anche, che cosa già si sta muovendo in questa direzione, anche nelle nostre realtà per abitare anche al tempo del digitale?

Abitare è sinonimo di casa, ambito delle relazioni sociali primarie, condizione di sicurezza e di pace. Assicurare una dimensione umana all’abitare significa tenere insieme l’esigenza di strutture, di servizi e di spazi ampi con il bisogno di riservatezza e di intimità.

Abitare è parola che richiama l’incontro; anche con Colui che ha piantato la sua tenda fra noi, fino ad abitare in noi e con noi.

Accogliamo grati la parola di S. E. mons. Claudio Giuliodori, Vescovo di questa Chiesa che ci accoglie e Presidente della Commissione Episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali.

Nel novembre del 2002, introducendo il Convegno nazionale Parabole mediatiche, ricordava che “la comunicazione del Vangelo oggi non può essere pensata e non può avvenire senza tener conto dei nuovi linguaggi e della nuova cultura generata dai media”.

E aggiungeva: “Una prima condizione per affrontare questa sfida culturale è quella di non essere passivi; non ce lo permette la fede che professiamo, non corrisponde alla tradizione dei cattolici italiani, non ce lo consente il tempo presente, segnato da profondi e rapidi cambiamenti”.

A distanza di 8 anni, nell’aprile 2010, intervenendo al Convegno nazionale Testimoni digitali, nel tratteggiare le caratteristiche del nuovo umanesimo in cui ci introduce la Rete, avvertiva: “Non possiamo fare a meno di chiederci se come testimoni della fede stiamo incidendo sulla cultura del nostro tempo, se stiamo attuando il duplice dinamismo dell’inculturazione del Vangelo e dell’evangelizzazione della cultura nel nuovo ambiente digitale”.

don Ivan Maffeis

Se vuoi scaricare le presentazioni in pdf degli interventi del 20 maggio 2011, clicca qui

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