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Al sedicente «Stato islamico»

«Avete interpretato male l'islam, offeso i musulmani e il mondo: 126 leader e studiosi islamici scrivono una lettera aperta ai seguaci del «califfato»

«Voi avete interpretato male l’islam facendone una religione di durezza, brutalità, tortura e assassinio. (...) Si tratta di un gravissimo errore e di un’offesa all’islam, ai musulmani e al mondo intero». A 7 anni dalla lettera aperta firmata da 138 guide religiose musulmane (Regno-doc. 19,2007,558ss), e in risposta alle crescenti richieste internazionali di una chiara presa di distanza da parte del mondo islamico, un gruppo iniziale di 126 leader e studiosi islamici di varia estrazione ha pubblicato una lettera aperta al sedicente califfo Al-Baghdadi e ai suoi seguaci dell’autoproclamato «Stato islamico» (30 giugno), che si sono macchiati di efferate violenze motivate in nome dell’islam. «È stato fatto ogni sforzo per evitare asserzioni false e fraintendimenti. Inoltre, tutto quanto è detto qui (...) riflette le opinioni della stragrande maggioranza degli eruditi sunniti nel corso della storia islamica», dichiarano gli estensori, che concludono la loro documentata disamina delle errate interpretazioni della tradizione islamica con l’invito a riconsiderare le azioni compiute: «Desistete da esse; pentitevi di esse; smettete di fare del male ad altri e tornate alla religione della misericordia».

Sommario sintetico

1.È proibito nell’islam emettere fatwe (decreti religiosi; ndr) senza tutte le necessarie procedure richieste. Anche in questo caso le fatwe devono seguire la teoria legale islamica così come definita nei testi classici. È altrettanto proibito citare un verso del Corano – oppure la parte di un verso – da cui far derivare una norma senza guardare a tutto ciò che il Corano e gli hadith insegnano riguardo alla stessa materia. In altre parole, vi sono prerequisiti soggettivi e oggettivi molto precisi per emettere fatwe, e nessuno può selezionare «a proprio uso e consumo» i versi del Corano in sostegno ad argomenti legali senza considerare la globalità del Corano e degli hadith.

2.È proibito nell’islam emettere norme legali riguardo a qualsiasi cosa senza padroneggiare la lingua araba.

3.È proibito nell’islam semplificare eccessivamente ciò che riguarda la Shari’ah e ignorare le conoscenze islamiche già stabilite.

4.È permesso nell’islam, agli studiosi, avere opinioni diverse in tutte le questioni, eccetto per le questioni fondamentali della religione che ogni musulmano deve conoscere.

5.È proibito nell’islam ignorare la realtà del tempo contemporaneo quando si vuole esprimere delle norme legali.

6.È proibito nell’islam uccidere persone innocenti.

7.È proibito nell’islam uccidere emissari, ambasciatori e diplomatici; quindi è anche proibito uccidere giornalisti e cooperanti.

8.La jihad nell’islam è guerra difensiva. Non è assolutamente permessa senza una giusta causa, un giusto scopo e senza le giuste norme di condotta.

9.È proibito nell’islam dichiarare qualcuno come non musulmano a meno che lui o lei non dichiarino apertamente di non credere.

10.È proibito nell’islam ferire o maltrattare – in qualsiasi maniera – i cristiani o qualsiasi altro «popolo della Scrittura».

11.È obbligatorio considerare gli yazidi come un «popolo della Scrittura».

12.La reintroduzione della schiavitù è proibita nell’islam. Essa è stata abolita per universale consenso.

13.È proibito nell’islam costringere una persona a convertirsi.

14.È proibito nell’islam negare alle donne il riconoscimento dei propri diritti.

15.È proibito nell’islam negare il riconoscimento dei diritti dei bambini.

16.È proibito nell’islam attuare punizioni legali (hudud) senza seguire le corrette procedure che assicurano giustizia e misericordia.

17.È proibito nell’islam torturare le persone.

18.È proibito nell’islam sfigurare i morti.

19.È proibito nell’islam attribuire a Dio azioni malvagie.

20.È proibito nell’islam distruggere tombe e santuari di profeti e santi.

21.L’insurrezione armata è espressamente proibita nell’islam per qualsiasi ragione diversa da una chiara apostasia da parte del governante, oppure perché viene proibito al popolo di pregare.

22.È proibito nell’islam proclamare un califfato senza il consenso di tutti i musulmani.

23.La lealtà verso la propria nazione è permessa nell’islam.

24.Dopo la morte del Profeta, l’islam non richiede a nessuno di emigrare altrove.

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© Il Regno, n.21, 2014, p. 708

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