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Angelus. Papa: grandezza di Dio guarisce da droga e superstizioni

Dio ci è accanto anche “nei momenti in cui ci sentiamo soli”, soprattutto quando “siamo tentati di arrenderci alle difficoltà della vita

Dio ci è accanto anche “nei momenti in cui ci sentiamo soli”, soprattutto quando “siamo tentati di arrenderci alle difficoltà della vita”. È una “certezza” quella che Papa Francesco offre all’Angelus domenicale in Piazza San Pietro, nella quarta domenica di Quaresima, detta domenica “laetare”: nell’antifona d’ingresso della liturgia eucaristica, fa osservare il Pontefice, c’è infatti un invito alla gioia per “il grande amore di Dio verso l’umanità”, provato dalla venuta di Cristo.

Anche quando la situazione sembra “disperata”, spiega Francesco, Dio interviene offrendo all’uomo “la salvezza e la gioia”: non se ne sta cioè “in disparte”, ma “si 'immischia' nella nostra vita”, entra nella storia dell’umanità per “animarla” con la sua grazia e salvarla. È questo il tema di fondo dell’annuncio cristiano.

L’esortazione del Papa è allora a prestare ascolto a tale annuncio, “respingendo la tentazione di considerarci sicuri di noi stessi, di voler fare a meno di Dio, rivendicando un’assoluta libertà da Lui e dalla sua Parola”. Perché quando poi ritroviamo il “coraggio” di riconoscerci per quello che siamo, ci accorgiamo della nostra fragilità e dei nostri limiti.

Può capitare di essere presi dall’angoscia, dall’inquietudine per il domani, dalla paura della malattia e della morte. Questo spiega perché tante persone, cercando una via d’uscita, imboccano a volte pericolose scorciatoie come ad esempio il tunnel della droga o quello delle superstizioni o di rovinosi rituali di magia. E’ buono conoscere i propri limiti, le proprie fragilità, dobbiamo conoscerle, ma non per disperarci, ma per offrirle al Signore e Lui ci aiuta nella via della guarigione, ci porta per mano, ma mai ci lascia da soli, mai. Dio è con noi e per questo mi “rallegro”, ci “rallegriamo” oggi.

La “nostra gioia”, aggiunge, sta nella grande speranza in Dio Padre ricco di misericordia, che ha donato il suo Figlio per salvarci: Abbiamo anche tante tristezze, ma, quando siamo veri cristiani, c’è quella speranza che è una piccola gioia che cresce e ti dà sicurezza. Noi non dobbiamo scoraggiarci quando vediamo i nostri limiti, i nostri peccati, le nostre debolezze: Dio è lì vicino, Gesù è in croce per guarirci. Questo è l’amore di Dio. Guardare il Crocifisso e dirci dentro: “Dio mi ama”.

E’ vero, ci sono questi limiti, queste debolezze, questi peccati, ma Lui è più grande dei limiti e delle debolezze, dei peccati. Non dimenticatevi di questo: Dio è più grande delle nostre debolezze, delle nostre infedeltà, dei nostri peccati. E prendiamo il Signore per mano, guardiamo il Crocifisso e andiamo avanti.

© Avvenire, lunedì 12 marzo 2018

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