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Assisi, «il mondo ha bisogno di perdono»

Papa Francesco in preghiera per diversi minuti alla Porziuncola. Dopo aver concluso la meditazione incentrata su come il perdono possa rinnovare il mondo, nel quale troppe persone covano odio, il Papa si è messo a confessare, a sorpresa, alcuni fedeli

Ore 18.10 Papa Francesco ha appena salutato i pellegrini fuori dalla Basilica di Santa Maria degli Angeli. Invocando ancora la parola chiave di questo suo pellegrinaggio alla Porziuncola di Assisi: «Perdono».

Dopodiché è risalito in auto diretto all'eliporto di Assisi.

Ore 18 A margine del pellegrinaggio alla Porziuncola per gli 800 anni del Perdono di Assisi, Papa Francesco ha potuto incontrare brevemente l'imam di Perugia Abdel Quader Mohammed.

Ore 17.50
Papa Francesco ora sta facendo visita ai religiosi malati, ospiti nell'infermeria del Convento di Assisi.

Ore 17.30 Il Papa è quindi tornato tra i fedeli dopo la lunga pausa e ha recitato il Padre nostro, prima della benedizione.

Il Papa prima di visitare l'infermeria dei frati e ripartire per Roma si è fermato per salutare uno a uno tutti i frati della comunità francescana di Assisi, presenti alla celebrazione nella Basilica di Santa Maria degli Angeli.

Ore 17.20
Papa Francesco è uscito dal confessionale dopo aver confessato in poco più di 45 minuti 19 persone tra le quali quattro scout, una anziana in sedia a rotelle e diversi tra i religiosi e i volontari. “Il Papa ci ha detto di mantenere la calma di fronte ai torti subìti, di non dire le bugie perché fanno crescere il naso come a Pinocchio e di aiutare il prossimo”. Così hanno raccontato quattro giovanissimi scout siciliani di Alcamo, ai microfoni di Tv2000, parlando della sorprendente confessione con il Papa alla fine della meditazione alla Porziuncola.

Un fuoriprogramma che ha lasciato i bambini sbalorditi e contenti: “E’ stata un’ emozione grandissima – hanno proseguito gli scout - Quando ci hanno domandato se volevamo essere confessati dal Papa abbiamo subito accettato. E’ stata una bella confessione breve e concisa diversa dalle altre. È stata veramente bravo. Ci ha anche regalato un Rosario. Non ci sono aggettivi per raccontare tutto questo”.

“Gli ho chiesto se poteva pregare per la mia famiglia – ha detto uno scout - e mi ha detto di pregare per lui e per la Madonna. Durante la confessione ci ha fatto anche delle battute divertenti”.

“Appena iniziata la confessione – ha riferito un’altra bambina - mi ha baciato la fronte e mi sono emozionata ma il Papa mi ha subito detto di non piangere perché era tutto tranquillo”.

Ore 17 Accompagnato dal prefetto della Casa Pontificia, padre Leonardo Sapienza, il Papa ha raggiunto anche lui uno dei confessionali e a sorpresa si è messo a confessare alcuni fedeli.

«Offrire la testimonianza della misericordia nel mondo di oggi è un compito a cui nessuno di noi può sottrarsi», ha sottolineato il Papa a conclusione della meditazione. «Il mondo ha bisogno di perdono; troppe persone vivono rinchiuse nel rancore e covano odio, perché incapaci di perdono, rovinando la vita propria e altrui piuttosto che trovare la gioia della serenità e della pace. Chiediamo a san Francesco - ha concluso Papa Francesco - che interceda per noi, perché mai rinunciamo ad essere umili segni di perdono e strumenti di misericordia».

E a braccio, Papa Francesco ha aggiunto: «Possiamo pregare su questo, ognuno come la sente. Invito i frati, i vescovi, andare ai confessionali, anche io ci andrò per essere a disposizione del perdono. Ci farà bene riceverlo oggi, qui, insieme. Che il Signore ci dia la grazia di dire quella parola che il Padre non ci lascia finire, quella che ha detto il figliol prodigo: Padre ho peccato... Gli ha tappato la bocca e lo ha abbracciato. Noi cominciato a dire, lui ci tapperà la bocca e ci rivestirà. Ma padre, domani ho paura di fare lo stesso. Tu torna. Il Padre è in attesa che torni il figlio prodigo e tutti noi lo siamo».

Guarda la meditazione integrale

Ore 16.15 Papa Francesco ha aperto la sua meditazione di fronte ai fedeli nella Basilica di Santa Maria degli Angeli: «Mi piace ricordare oggi, prima di tutto, le parole che, secondo un'antica tradizione, san Francesco pronunciò proprio qui, davanti a tutto il popolo e ai vescovi: 'Voglio mandarvi tutti in paradiso!'.

Cosa poteva chiedere di più bello il Poverello di Assisi, se non il dono della salvezza, della vita eterna con Dio e della gioia senza fine, che Gesù ci ha acquistato con la sua morte e risurrezione?».

Ore 16.15 Papa Francesco ha aperto la sua meditazione di fronte ai fedeli nella Basilica di Santa Maria degli Angeli: «Mi piace ricordare oggi, prima di tutto, le parole che, secondo un'antica tradizione, san Francesco pronunciò proprio qui, davanti a tutto il popolo e ai vescovi: 'Voglio mandarvi tutti in paradiso!'. Cosa poteva chiedere di più bello il Poverello di Assisi, se non il dono della salvezza, della vita eterna con Dio e della gioia senza fine, che Gesù ci ha acquistato con la sua morte e risurrezione?».

Ore 15.50 Papa Francesco dopo l'accoglienza festante ricevuta in Santa Maria degli Angeli, si è raccolto in una preghiera silenziosa da diversi minuti alla Porziuncola.

Ore 15.40 Papa Francesco ha attraversato in auto il centro di Assisi, tra due ali di folla, raggiungendo la Basilica di Santa Maria degli Angeli.

La visita del Pontefice alla Porziuncola arriva in occasione del VIII Centenario del Perdono di Assisi che cade nell'Anno Santo straordinario della Misericordia.

In elicottero Papa Francesco ha raggiunto Assisi.

Foto Lapresse

Foto Lapresse

Foto Lapresse

L'attesa dei pellegrini in Santa Maria degli Angeli per l'arrivo di Papa Francesco.

© Avvenire, 4 agosto 2016

 

Incontro con i Domenicani

Il Papa ai Domenicani: predicate misericordia tra la gente

Predicazione, testimonianza, carità. Sono i tre pilastri del discorso che Papa Francesco ha rivolto ai partecipanti al Capitolo generale dei Domenicani guidati dal maestro generale, fra Bruno Cadoré, in occasione dell’ottavo centenario della nascita dell’ordine religioso.

Il Pontefice ha sottolineato che per essere autentici predicatori della verità, bisogna saziare la sete del prossimo, toccare nei poveri e bisognosi la “carne sofferente di Cristo”. “Oggi – ha esordito scherzando Francesco – possiamo descrivere questa giornata come un gesuita tra i frati: perché la mattina sono con voi e nel pomeriggio ad Assisi con i Francescani”.

Predicatori della verità
“Senza una forte unione personale con Lui – ha osservato – la predicazione potrà essere perfetta, motivata, ammirevole, ma non toccherà il cuore, che è ciò che deve cambiare”. Francesco ha detto che è “tanto imprescindibile lo studio serio e assiduo della questioni teologiche, quanto tutto ciò che permette di avvicinarci alla realtà e porgere l'orecchio al popolo di Dio”. Il predicatore, ha evidenziato, “è un contemplativo della Parola ma lo è anche del popolo, che spera di essere compreso”.

Testimoni coraggiosi del Vangelo
“Trasmettere più efficacemente la Parola di Dio – ha soggiunto – richiede la testimonianza: maestri fedeli alla verità e testimoni coraggiosi del Vangelo”. La testimonianza, ha detto, “incarna l’insegnamento, lo rende tangibile” non “lascia nessuno indifferente”. Ancora, ha affermato, “unisce la verità alla gioia del Vangelo, quella di sapersi amati da Dio e di essere oggetto della sua infinita misericordia”. Infine, il Papa ha rivolto il pensiero alla carità. Il Corpo di Cristo “vivo e sofferente”, ha detto, “grida al predicatore e non lo lascia tranquillo”. Il grido dei poveri e degli scartati, ha ripreso, “ci sveglia e fa comprendere la compassione che Gesù aveva per la sua gente”. Questo grido, ha ribadito, ci “interpella” e su questo grido vanno fondate le strutture e i programmi pastorali dell’Ordine. Tutto, ha esortato, deve essere fatto per “rispondere” a questo grido di Dio:

Toccare i poveri e i bisognosi
“Quanto più si esce per placare la sete degli altri – ha avvertito – tanto più saremo predicatori della verità, di questa verità annunciata dall’amore e dalla misericordia, di cui parla Santa Caterina da Siena”. Nell’incontro con la carne viva di Cristo, ha detto, “siamo evangelizzati e riscopriamo la passione di essere predicatori e testimoni del suo amore”. Francesco ha quindi concluso il suo discorso incoraggiando i Domenicani “a seguire con gioia il carisma ispirato a San Domenico”. Il “suo esempio – ha affermato – spinge ad affrontare il futuro con speranza, sapendo che Dio rinnova sempre tutto e non delude”.

© Avvenire, 4 agosto 2016

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