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Bartolomeo: "Costantinopoli conduca la nave delle Chiese ortodosse"

È questo “il servizio” che la “Grande Chiesa di Costantinopoli” continua ad offrire ancora oggi sebbene, “povera, ridotta nei numeri, continuamente attaccata per questa sua fedeltà, ma ricca della grazia del Signore, piena della Sapienza traboccante dello Spirito Santo”. Lo ha detto il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I

Condurre “la nave delle Chiese ortodosse locali in uno spirito di sinfonia ma anche di verità, di attenzione e ascolto, ma anche di giustizia e capacità di discernimento nei problemi che attanagliano la vita dei propri fedeli ovunque nel mondo, capace di contribuire al dialogo di amore e al dialogo teologico con le altre Chiese cristiane ed in primo luogo con la sorella Chiesa romano-cattolica, come anche nell’incontro con le altre grandi religioni e le culture”. È questo “il servizio” che la “Grande Chiesa di Costantinopoli” continua ad offrire ancora oggi sebbene, “povera, ridotta nei numeri, continuamente attaccata per questa sua fedeltà, ma ricca della grazia del Signore, piena della Sapienza traboccante dello Spirito Santo”. Lo ha detto il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, ricevendo nella sua sede al Fanar (Istanbul) una nutrita delegazione di docenti e studenti dell’Istituto Universitario Sophia (Loppiano), composta di oltre 30 persone di diversi Paesi e guidata dal preside, monsignor Piero Coda.

“Con questo spirito – ha quindi proseguito Bartolomeo -, il Patriarcato ecumenico, come è nei suoi diritti e doveri, ha concluso nel giorno della Santa Teofania del Signore, il processo che ha portato ad accogliere e a riconoscere la quindicesima tra le sante Chiese ortodosse autocefale locali, la Chiesa ortodossa in Ucraina, sanando in questo modo una divisione tra i propri fedeli di quel Paese, ma anche dando giustizia ad un processo storico lungo di secoli. Continuiamo a lavorare e a pregare, unitamente al primo Primate di questa nuova Chiesa, il nostro fratello di Kiev e di tutta l’Ucraina Epifanio, affinché si continui a superare in uno spirito di collaborazione ed amore reciproci, quanto ancora non viene compreso da alcuni nostri fratelli”.

La visita della delegazione di “Sophia” al Patriarcato ecumenico si è svolta dall’8 al 12 gennaio ed è stata promossa dalla “Cattedra ecumenica internazionale Patriarca Athenagoras – Chiara Lubich”, istituita a seguito del dottorato h.c. conferito al Patriarca Bartolomeo il 26 ottobre 2015 per “far memoria e rilanciare – si legge in un comunicato – lo spirito profetico che animò la straordinaria sintonia di cuore e di mente tra il Patriarca Athenagoras I e Chiara Lubich, a ridosso del Concilio Vaticano II e dello storico incontro del Patriarca con Papa Paolo VI”.

La trasferta accademica prevedeva tra l’altro, insieme all’udienza col Patriarca, l’incontro col Metropolita Gennadios Zervos, presente in questi giorni a Istanbul per il Santo Sinodo, e col Metropolita Elpidophoros di Bursa presso il Monastero della Santa Trinità nell’isola di Halki, avvenuta il 10 gennaio. Da questo incontro sono nate feconde prospettive di cooperazione tra il Seminario e l’Istituto Universitario Sophia, tra cui una Summer School, da realizzarsi probabilmente nella tarda primavera del 2020.

“La visita – si legge ancora nel comunicato di ‘Sophia’ – assume particolare rilievo nel delicato momento di tensione che attraversa oggi il mondo ortodosso, perché intende riproporre l’impegno a percorrere con tenacia la via della reciproca conoscenza e del reciproco scambio di doni per promuovere la fraternità e la comunione”.

© www.agensir.it, lunedì 14 gennaio 2019

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