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Cei. La Lettera ecumenica per la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani

Pubblichiamo di seguito il testo integrale. Vi è inoltre un Sussidio preparato per la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani e l'elenco delle iniziative promosse dalle diocesi italiane

Uniti in Cristo Gesù, con la forza della preghiera, linfa del dialogo. Nel segno della vicinanza concreta, specie a chi sta pagando il prezzo più pesante alla pandemia, in termini di sofferenza, morte, difficoltà economiche. Alla vigilia della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che si apre lunedì prossimo, le Chiese si rivolgono insieme ai fedeli per ribadire come tutto possa essere rinnovato dalla «presenza del Signore e della sua Parola di vita, custodita e annunciata nelle nostre comunità».

A firmare la Lettera sono monsignor Ambrogio Spreafico, presidente della Commissione episcopale per l'ecumenismo e il dialogo, monsignor Polykarpos Stavropoulos, vicario patriarcale della Sacra arcidiocesi ortodossa d'Italia e Malta, e dal pastore Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia.

Una riflessione autenticamente ecumenica, calata nella realtà di oggi ma con gli occhi illuminati della fede, che pur nella tragicità della situazione sa vedere il moltiplicarsi dei gesti di vicinanza, di servizio, di solidarietà concreta, soprattutto verso i più fragili e bisognosi. Significativamente la Lettera si intitola: “Viviamo e celebriamo la nostra unità nella preghiera comune”. Vuol dire impegnarsi, sotto la guida dello Spirito, a costruire insieme, volendo e sognando non che «tutto torni come prima», ma che emerga una realtà migliore di quella di pre pandemia e dell’attuale, ancora troppo segnata «dalla violenza e dall’ingiustizia, dall’arroganza e dall’indifferenza». Il testo odierno è in continuità con il Messaggio ecumenico: “Non abbiate paura, la morte non ha l’ultima parola”, pubblicato in occasione della scorsa Pasqua, Rispetto ad allora è cambiata solo la firma ortodossa con monsignor Stavropoulos subentrato al compianto metropolita Zervos Gennadios scomparso il 16 ottobre 2020.

 

Di seguito il testo integrale della Lettera ecumenica, in occasione della Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani.

Sul sito della Chiesa cattolica è disponibile il Sussidio preparato per la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani, mentre a questo altro link vengono presentate le iniziative promosse dalle diocesi italiane.

Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani
“Viviamo e celebriamo la nostra unità nella preghiera comune”

Care sorelle e cari fratelli,

mai come in questo tempo abbiamo sentito il desiderio di farci vicini gli uni gli altri, insieme alle nostre comunità che sono in Italia. La sofferenza, la malattia, la morte, le difficoltà economiche di tanti, la distanza che ci separa, non vogliamo nascondano né diminuiscano la forza di essere uniti in Cristo Gesù, soprattutto dopo aver celebrato il Natale. La sua luce, infatti, è venuta ad illuminare la vita delle nostre comunità e del mondo intero: è luce di speranza, di pace, luce che indica un nuovo inizio. Sì, non possiamo solo aspettare che dopo questa pandemia “tutto torni come prima”, come abitualmente si dice. Noi, invece, sogniamo e vogliamo che tutto torni meglio di prima, perché il mondo è segnato ancora troppo dalla violenza e dall’ingiustizia, dall’arroganza e dall’indifferenza. Il male che assume queste forme vorrebbe toglierci la fede e la speranza che tutto può essere rinnovato dalla presenza del Signore e della sua Parola di vita, custodita e annunciata nelle nostre comunità.
In questi mesi di dolore e di grande bisogno abbiamo visto moltiplicarsi la solidarietà. Molti si sono uniti alle nostre comunità per dare una mano, per farsi vicino a chi aveva bisogno di cibo, di amicizia, di nuovi gesti di vicinanza, pur nel rispetto delle giuste regole di distanziamento. Sentiamo il bisogno di ringraziare il Signore per questa solidarietà moltiplicata, ma vogliamo dire anche grazie a tanti, perché davvero scopriamo quanto sia vero che “c’è più gioia nel dare che nel ricevere” (cfr. Atti 20,35). La gratuità del dono ci ha aiutato a riscoprire la continua ricchezza e bellezza della vita cristiana, inondata dalla grazia di Dio, che siamo chiamati a comunicare con maggiore generosità a tutti. Così, non ci siamo lasciati vincere dalla paura, ma, sostenuti dalla presenza benevola del Signore, abbiamo continuato ad uscire per sostenere i poveri, i piccoli, gli anziani, privati spesso della vicinanza di familiari e amici. Le nostre Chiese e comunità hanno trovato unità in quella carità, che è la più grande delle virtù e che, unica, rimarrà come sigillo della nostra comunione fondata nel Signore Gesù.
Desideriamo, infine, intensificare la preghiera gli uni per gli altri, per i malati, per coloro che li curano, per gli anziani soli o in istituto, per i profughi, per tutti coloro che soffrono in questo tempo. Come abbiamo scritto nella presentazione del sussidio per la Settimana di Preghiera per l’unità dei cristiani, oggi la nostra preghiera sale intensa, perché il Signore guarisca l’umanità dalla forza del male e della pandemia, dall’ingiustizia e dalla violenza, e ci doni l’unità tra noi. Ci uniamo con la nostra preghiera anche nella memoria del Metropolita Zervos Gennadios, che per diversi anni ha condiviso con noi il cammino verso la piena unità e ci ha lasciato il 16 ottobre dello scorso anno. La preghiera stessa infatti diventi a sua volta fonte di unità. Ignazio di Antiochia ricorda ai cristiani di Efeso nei suoi scritti: “Quando infatti vi riunite crollano le forze di Satana e i suoi flagelli si dissolvono nella concordia che vi insegna la fede”. Rimanere in Gesù vuol dire rimanere nel suo amore. Quell’amore che ci spinge ad incontrare senza timore gli altri, specialmente i più deboli, i periferici, i poveri ed i sofferenti, come Gesù stesso ci ha insegnato, percorrendo senza sosta le strade del suo tempo.
Viviamo e celebriamo la nostra unità nella preghiera comune, che vedrà riunite le nostre comunità soprattutto in questa settimana.
Un fraterno saluto a tutti nell’amicizia e nella stima che ci uniscono.

 

Roma, 14 gennaio 2021

 

 

Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Ambrogio Spreafico
Presidente della Commissione Episcopale per l’ecumenismo e il dialogo


Sua Em.za Rev.ma
Mons. Polykarpos Stavropoulos
Vicario Patriarcale della Sacra Arcidiocesi Ortodossa d'Italia e Malta


Pastore
Luca Maria Negro
Presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia

 

Riccardo Maccioni

© Avvenire, giovedì 14 gennaio 2021

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