Continuiamo a camminare insieme... Per dare forma sinodale alla vita ordinaria delle comunità
L’Arcidiocesi di Bari-Bitonto è grande e quindi sarebbe impossibile riassumere tutto quello che è emerso dal primo anno di cammino sinodale. Siamo partiti in sordina. Non eravamo certi di riuscire nell’impresa (tempi stretti, pandemia, novità del metodo da utilizzare). Allora ci siamo dati un motto: “un solo passo, tutti insieme”. E abbiamo provato a metterci semplicemente allo specchio, per chiederci chi siamo e chi vogliamo essere.
Il risultato ci ha sorpresi: sia per la grande ricchezza di riflessioni e proposte ricevute dalle comunità coinvolte, sia per la mole di lavoro animato dai coordinatori/facilitatori insieme ai parroci, sia per la quantità di contatti realizzati.
Più di 13.700 storie ascoltate: dai bambini ai sindaci, dai presbiteri alle persone con ritardi cognitivi, dagli studenti a chi fa la spesa al mercato, dagli operatori pastorali a chi vive un’altra Confessione, dai consacrati ai giovani della movida, dalle persone malate ai giornalisti, dai detenuti ai laici impegnati, dai giovani a chi è servito dalla Caritas. Il Sinodo è stato concretamente vissuto come “occasione” per ricomporre il mosaico del Noi dopo la pandemia. Un bellissimo patrimonio da non disperdere, disponibile nel sito: camminosinodalebaribitonto.it.
Le comunità parrocchiali hanno vissuto momenti di conversazione spirituale molto significativi, ma una delle scelte fatta da subito è stata quella di lavorare con le esperienze di confine, quelle verso cui Papa Francesco dall’inizio ci aveva esortato ad andare: “se non andate ad ascoltare loro, il Sinodo non sarà veramente sinodo”.
In questo senso, il Sinodo è stato, tra l’altro, per noi, questa possibilità bella di rovesciamento. Una inversione necessaria: dare voce ai compagni di viaggio con cui eravamo e ancora siamo in debito di ascolto. Nella consapevolezza che non dovevamo e non dobbiamo chiederci “chi sono quelli che abbiamo lasciato ai margini?”, ma dovevamo e dobbiamo chiedere a loro chi siamo noi e chi dovremmo essere.
Da qui sono nati alcuni progetti particolari e significativi. Per esempio quello che abbiamo chiamato La tua storia conta, in cui, con le tecniche degli operatori di strada della cittadinanza attiva, alcuni di noi sono andati nei mercati e nelle strade della movida, per ascoltare le persone che passavano. O il progetto chiamato Il carcere come palestra di sinodalità in cui alcuni operatori hanno seguito per diverse mattine i ragazzi del carcere minorile, in un percorso di crescente stupore. O il progetto Mostraci il tuo volto, in cui è stato chiesto a persone con disabilità cognitive e autismi di ‘filmarsi’ (o farsi filmare) e raccontarci il loro sogno di chiesa (piccoli video poi raccolti in un unico filmato-sintesi diocesano). Oppure ancora: il Sinodo di bambini, che si sono narrati attraverso centinaia di disegni.
A tutti i gruppi sinodali che hanno inviato i loro contributi è stata inviata una risposta: “Lettere alle comunità” in cui è stato restituito quanto è emerso, come una fotografia in cui riconoscersi e un sogno verso cui rilanciare il cammino.
E quest’anno? “Un secondo passo, tutti insieme”. L’obiettivo rimane lo stesso: praticare una sinodalità che irrobustisca la nostra capacità di “camminare insieme” nella vita ordinaria e diventi forma nella vita ordinaria delle comunità. Ogni comunità riprenderà, quindi, il lavoro fatto lo scorso anno, individuerà liberamente un aspetto, un tema, una questione, su cui ritiene occorra esercitare maggiormente l’ascolto; e inizierà a pensare ad uno sbocco concreto: quali passi fare in questa specifica comunità per crescere nella sequela di Cristo, insieme, come fratelli e sorelle, sbilanciati verso il mondo e i bisogni dei più fragili? In pratica: “Ascoltare Facendo”.
È quello che è stato chiamato a livello nazionale il “”cantiere dell’ospitalità e della casa”. Nella nostra diocesi è già partito a livello parrocchiale e ciascuna comunità ne sta determinando la durata (anche tutto l’anno se sarà necessario), per poi estendersi a livello vicariale e diocesano. All’interno di questo processo è previsto il rinnovo dei Consigli Pastorali, perché dalle sintesi dello scorso anno è emerso il bisogno di restituire a questo organismo di partecipazione il suo vero volto: essere luogo di condivisione, discernimento ed elaborazione corresponsabile delle scelte ordinarie della pastorale.
Gli altri due cantieri (diaconie e strada/villaggio) partiranno nei primi mesi del 2023 e saranno affidati maggiormente al livello vicariale e diocesano, in modo da favorire la sinergia tra le comunità e le associazioni dei diversi territori, quartieri, paesi. Qui saranno protagonisti i giovani e l’orizzonte sarà quello vasto dell’umano: nelle sue ricchezze e povertà. In più abbiamo attivato il “Cantiere dell’Iniziazione cristiana”, con l’intenzione di lavorare almeno 2-3 anni su questo ambito, decisivo anche per la possibilità che dà, di intercettare numerose famiglie.
Insomma: una specie di “canone” in cui il tema fondamentale della comunione con Gesù e tra noi viene richiamato e rincorso, in diversi tempi e a diversi livelli, dalle varie voci: a formare un’unica armonia. Così, almeno, speriamo; e sicuramente desideriamo.
Enrico D'Abbicco, Annalisa Caputo
Referenti Diocesani per il cammino sinodale