Arcivescovo

S.E. Giuseppe

Satriano

IN AGENDA

Coronavirus. Come pregare per i cari morti in questi giorni senza Messa né funerali

Nell’attesa dei tempi in cui sarà possibile celebrare l’eucaristia, possiamo vivere una preghiera domestica con alcuni semplici gesti

Non poter dar l’ultimo saluto a una persona cara deceduta è un dolore crudele, di una crudeltà che appare proprio come figlia di quel virus, quasi un parassita dell’anima.

Nell’attesa dei tempi in cui sarà possibile celebrare l’eucaristia, possiamo vivere una preghiera domestica con alcuni semplici gesti.

Anzitutto prendiamo una fotografia, un video che ci permettano di ritrovare lo sguardo e di riascoltare la sua voce, rileggiamo una lettera, una mail importante… sono i segni che possono riempire quel vuoto cui ci costringe l’assenza di un corpo su cui piangere.

Poniamo vicino alla foto una candela accesa e una piantina. Sono segni semplici ma densi di speranza.

Prendiamo poi la Bibbia per riascoltare le parole di Gesù, basta anche solo un versetto come quello che ti suggerisco tratto dal Vangelo di Giovanni:

«In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto» (12, 24-26). Le parole di Gesù sono la risposta ad alcuni greci che erano saliti a Gerusalemme per la pasqua. I greci volevano “vedere Gesù”. Richiesta legittima anche se risulta curioso che il Signore li rimandi all’immagine del chicco di grano che non si vede quando è sprofondato nella terra.

Il fatto accadde a una settimana dalla pasqua ed è questo il mistero sul quale Gesù vuole che si posino gli sguardi dei suoi interlocutori, perché ciò che quei greci sono chiamati a vedere va oltre il sepolcro che conterrà il suo corpo: come il chicco di grano è abitato da una forza vitale che lo sospinge fuori oltre la crosta della terra per cercare il sole, la luce, la vita, così Gesù emerge dal sepolcro per fiorire a vita nuova.

Il chicco di grano è anche la persona cara cui non ci è dato di offrire un ultimo saluto e dalla quale non è possibile congedarci celebrando il funerale, ma ricordiamoci che quella persona è abitata da uno spirito di vita che la sospinge a cercare il suo sole, il Cristo vivente che l’attira a sé.

Con la fede in Gesù risorto, possiamo pregare così:

Signore, mi rivolgo a te,
con il cuore gonfio di dolore per la morte di…
non mi è dato di rivolgere al suo corpo un ultimo saluto,
né posso dargli un ultimo sguardo per salutarlo,
ti prego per lui/lei:
non sappiamo come gli/le hai parlato
nel profondo della sua coscienza,
ma certi del tuo amore,
ti ringraziamo per tutto quello che hai fatto per lui/lei.
Ora ti prego di accoglierlo/la presso di te,
donagli quella pace che qui con noi ha appena assaporato,
riempilo di quell’amore che con noi ha condiviso,
avvolgilo della tenerezza con cui lui/lei ha sostenuto noi.
Dona anche a me e a noi tutti
di continuare a fidarci di te giorno dopo giorno,
nonostante la tristezza della separazione
dagli affetti che costruiamo a fatica nella nostra vita.
Li affidiamo a te, amante della vita,
Signore del tempo che vivi per sempre.
Amen.

Padre Giuseppe Bettoni in questi giorni tristi ha vissuto l'accompagnamento delle persone che non possono salutare i loro cari, né celebrare il funerale e ha scritto questo testo e questa preghiera per aiutarli.

È presidente e fondatore della Fondazione Arché (clicca qui)

Giuseppe Bettoni

© Avvenire, giovedì 19 marzo 2020

Prossimi eventi